Governo, Amendola: «La crisi preoccupa l'Europa. I responsabili? Renzi li usò»

Amendola: «La crisi preoccupa l'Europa. I responsabili? Renzi li usò»
Amendola: «La crisi preoccupa l'Europa. I responsabili? Renzi li usò»
di Fabrizio Nicotra
Venerdì 15 Gennaio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 13:17
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Enzo Amendola, ministro per gli Affari europei, la situazione è precipitata. C’è ancora spazio per una mediazione nella maggioranza o il rapporto tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi è irrecuperabile?
«La mediazione in politica è sempre possibile finché una delle parti non si sottrae o non fugge. E purtroppo Matteo Renzi è stato quello che si è alzato dal tavolo. Come diceva Pietro Nenni, “la politica delle cose: fai quel che devi, accada quel che può”. Fino all’ultimo dobbiamo costruire le condizioni perché il governo riparta e dia subito le risposte necessarie ai cittadini». 

Chi ha la responsabilità maggiore di questa crisi tra i due contendenti?
«Ho sempre pensato che in una coalizione il dialogo sia un elemento di forza e non di debolezza per trovare soluzioni comuni, come dimostrato con il Recovery.

Oggi per noi la responsabilità della rottura è di Iv: ha liquidato in un colpo solo tutto il lavoro fatto, le sfide vinte insieme e l’affidabilità fin qui costruita. Non si può chiedere a Conte di accelerare sulle riforme e poi far saltare tutto con la crisi».

E’ possibile che nasca un Conte ter? Ed eventualmente, potete ancora fidarvi di Renzi? Di Maio sostiene che il leader di Iv “divide irrimediabilmente le nostre strade”.
«Il grave errore commesso da Iv ha numerosi effetti negativi tra i quali l’impossibilità di ricomporre la frattura e di costruire insieme scenari futuri. Altro effetto sicuro di una crisi così illogica è rimettere in pista le destre sovraniste ed euroscettiche. Con Renzi abbiamo festeggiato l’elezione di Biden e ora rischiamo di far fare festa ai sostenitori di Trump». 

Il presidente del Consiglio si presenterà lunedì in Parlamento, strada che fino a due giorni fa, prima della rottura definitiva di Renzi, anche il Pd sconsigliava. Non avete molto tempo.
«Bisogna parlamentarizzare la crisi. Condivido le preoccupazioni riguardo a eventuali maggioranze raccogliticce, ma il Parlamento è sovrano. Per questo come Pd, non perdendo di vista le emergenze Ristori e Covid, vogliamo si faccia chiarezza in Aula».

Ci sono questi famosi “responsabili” per sostituire i deputati e i senatori di Italia viva?
«Queste polemiche sui responsabili sono perniciose. Non mi sono scandalizzato quando il governo Renzi fu sostenuto da alcuni cosiddetti “responsabili” esterni alla maggioranza di allora, non mi scandalizzerei adesso se un nuovo gruppo appoggiasse il presidente Conte alla luce del sole».

Due scenari nel caso in cui Conte non riuscisse a rimanere a palazzo Chigi: un altro governo, guidato da un dem o da un grillino (o da un tecnico) oppure il voto anticipato. Quale dei due è più probabile?
«Nessuno scenario escluso, comprese le elezioni. E proprio qui c’è il grave errore di Iv. Noi rimaniamo fermi sul sostegno a Conte e sappiamo bene che la saggezza politica del Presidente Mattarella supervisionerà su questa crisi». 

Il Pd potrebbe proporre un nome per palazzo Chigi o la soluzione per voi è solo Conte? Un governo di unità nazionale è possibile?
«Quello che è sicuro è l’impossibilità per il Pd di fare un governo con le forze della destra sovranista. Ed eviterei anche di tirare in ballo figure autorevolissime per interessi personali. Ci siamo spesi senza sosta, guidati dal segretario Nicola Zingaretti, per sostenere e migliorare l’azione del governo Conte. Non vogliamo rinnegare ora il lavoro fatto». 

Lei ha raccontato della preoccupazione dei partner europei dell’Italia. Quali i danni di questa crisi nel rapporto con la Ue?
«E’ facile leggere questa preoccupazione su tutti i giornali europei. Mi spiace perché con il governo Conte siamo riusciti a riabilitare in poco tempo l’immagine europeista del nostro Paese, naufragata sulla spiaggia del Papeete. Adesso, per una crisi illogica, rischiamo di buttare alle ortiche il duro lavoro fatto in questo anno e mezzo».

L’Italia può diventare un caso in Europa? Sabato si apre il congresso della Cdu in Germania.
«Anche in queste ore sto lavorando per difendere la capacità dell’Italia di superare la crisi. I politici che all’estero parlano male del proprio Paese non fanno un buon servizio a loro stessi né alla nazione». 

L’ex premier Romano Prodi dice che serve un’Authority per l’attuazione del Recovery plan, è d’accordo?
«Noi abbiamo messo in salvo il Recovery e mandato la bozza in Parlamento. Ovvio che questa crisi blocca il provvedimento. Per la governance ci atterremo alle Linee guida europee e le due opzioni - un ministro ad hoc o una unità di missione – saranno discusse in Aula».

Il documento può ancora migliorare? E, soprattutto, l’Italia porterà a casa il risultato?
«Il governo ha già votato il Recovery. La bozza sarà migliorata in Parlamento e la discuteremo con Regioni, Comuni e parti sociali. Il Recovery plan non è proprietà di questo o quel governo, ma è patrimonio di tutto il Paese perché da esso dipende il futuro delle prossime generazioni. Di fronte a questo impegno, qualunque cosa succeda sono sicuro che l’Italia non mancherà l’obiettivo».
 

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