Si aspettavano un discorso meno tremendo contro di loro - ma soprattutto contro Renzi - i renziani. Non tutti però. Maria Elena Boschi si è presentata in aula con un total black stile funerale, che ha dato a tutti il senso della fine: «Se si è messa in lutto lei - dicono nei banchi di Italia Viva - vuole dire che qui butta male». Ovvero la paura dei renzisti è di finire scaricati nonostante Rosato apra e riapra e provi a dire al Pd e al governo: «Cerchiamo di ricominciare». Però quando in serata arriva il voto della Camera è tutta una letizia per i renziani: «Solo 321 voti per Conte, un po' pochino, no?».
Perciò nella riunione degli italovivisti ci sono anche quelli che fanno il muso duro e vorrebbero più cattiveria anti-contiana: «Astensione? Macché, dobbiamo votare in Senato contro il governo». Sono in pochi a pensarla così. Altri paiono in preda al terrore: «Se si va al voto, ci asfaltano». Ma chissà. Oggi a Palazzo Madama sarà astensione. Non ci saranno i sì, ma neppure i no. E nei piani alti di Italia Viva si tifa 5 stelle. Cioè? E' un farsi forza a vicenda tra i renziani: «Ho parlato con quelli dei 5 stelle e al netto delle dichiarazioni pubbliche non fanno che dire: morire per Conte? Ma figuriamoci!».
Chi ha veramente paura di Renzi sono quelli dell'opposizione. Ieri alla Camera, ma la stessa scena si ripeterà oggi al Senato, dove interverrà Matteo personalmente: «Se Renzi passa all'opposizione, siamo fritti. E' più bravo di noi nella comunicazione, e ci ruba il posto». Il che è probabile. Ma anche lui ha le sue difficoltà. L'ex forzista Conzatti, e sulla sua linea ci sono Grimani, Comincini e tanti altri (anche l'ottimo senatore Cucca, il più ambito dai dem che già hanno conquistato alla Camera De Filippo e la Rostand che è tanto di sinistra e non vuole affossare la sinistra: «Io non sono Bertinotti»), continuano a dire a Matteo: «Ti seguiamo se ci vai piano, sennò, buona fortuna». A lui e a loro. Se Renzi dovesse fare un passo più in là nella sua voglia di opposizione, che probabilmente sarebbe pagante e infatti terrorizza il centrodestra, perderebbe buona parte del gruppo. «Se Matteo strappa, è meglio che non strappi», pare stia dicendo il socialista Nencini per il quale sarebbe pronto un posto da sottosegretario agli Esteri. Rosato frena: «Io penso che la personalizzazione dello scontro politico va fatto quando serve. Quando si tratta degli italiani bisogna avere il coraggio di alzare il telefono, mettersi intorno a un tavolo e ragionare sulle questioni di merito». E così, Italia Viva annuncia il sì ai prossimi provvedimenti del governo, dai ristori allo scrostamento di bilancio. Mentre Mastella mastelleggia: «Mi chiamano i renziani inquieti, hanno paura dei colpi di testa di Matteo e temono il voto». Un po' è così, ma non si sa chi stia bluffando di più in questa partita.