Governo Draghi, cosa accade ora: dopo l'incarico nuova squadra, nomina e fiducia (entro 10 giorni)

Governo Draghi, cosa accade ora: dopo l'incarico nuova squadra, nomina e fiducia (entro 10 giorni)
Governo Draghi, cosa accade ora: dopo l'incarico nuova squadra, nomina e fiducia (entro 10 giorni)
di Francesco Malfetano
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 10:06 - Ultimo agg. 12:35
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«Un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica». Con queste parole, in un conciso ma duro discorso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri sera ha palesato a tutti la sua intenzione di affidare l'incarico di formare una nuova maggioranza a Mario Draghi. L'ex, tra le altre cariche ricoperte, presidente della Banca centrale europea infatti salirà al Colle a mezzogiorno di oggi per provare a risolvere la crisi dopo il tentativo fallito di formare un terzo governo Conte.
Da lì in poi scatterà il conto alla rovescia che nel giro di qualche giorno lo porterà a formare una squadra di ministri e sottosegretari. Non è detto che si tratterà di soli tecnici però. Mattarella ha evitato non a caso di dare una connotazione al tentativo di Draghi, e sarà lui a decidere la formula: se cioè affidarsi a una squadra di esterni alla politica o cercare anche la collaborazione di personalità espressione dei partiti. In ogni caso il nuovo ipotetico governo dovrà poi ovviamente passare in Parlamento per verificare l'esistenza effettiva di una maggioranza pronta a sostenerlo.

Verifica che non si annuncia però scontata: se il Pd, LeU e Italia Viva sono dati come quasi certi sostenitori dell'esecutivo in questione come Forza Italia, Cambiamo! e le diverse formazioni di centro, dal lato del populismo sovranista le cose vanno diversamente.

Fratelli d'Italia dovrebbe tenersi dentro con senso di responsabilità e lo stesso potrebbe fare la Lega (ventilò l'ipotesi di un governo con l'ex presidente Bce già mesi fa) mentre il M5s si sta sfilando. Draghi è stato a lungo uno dei loro nemici giurati e ora, il dilemma tra ortodossia e responsabilità, potrebbe sgretolarli. 

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I tempi e le tappe

Tuttavia al momento non esiste ancora un calendario vero e proprio che possa ritmare l'incedere di questi eventi. Saranno giorni lunghi ma velocissimi, con l'appello di Mattarella per «conferire al più presto» l'incarico ad un governo che faccia fronte «con tempestività alle gravi emergenze» in corso a fare da stella polare. L'operazione, come sempre in questi casi, si annuncia piuttosto rapida. Tant'è che già nel pomeriggio, dalle 14 in poi, si riuniranno quindi i vari gruppi politici per decidere come comportarsi. Gli occhi sono puntati soprattutto sui 5 stelle che alle 15 si renderanno protagonisti di un incontro che si annuncia di fuoco. 

I tempi potrebbero rispettare quelli già visti con l'ultimo governo tecnico guidato da Mario Monti. Il senatore a vita fu convocato da Giorgio Napolitano al Quirinale il 13 novembre 2011, tre giorni dopo (il 16) presentò la sua squadra di ministri, per poi ottenere la fiducia al Senato il 17 novembre e alla Camera il 18. Cinque giorni grossomodo (ma possono diventare 10) che, volendo fare una previsione, oggi si tradurrebbero nel passaggio in Aula all'inizio della prossima settimana.  

Per cui dopo l'incarico (che di solito si accetta "con riserva") la parte restante di questa settimana sarà dedicata ad individuare i nomi della nuova squadra di governo e soprattutto a sondare i partiti con delle mini-consultazioni utili a capirne le intenzioni. Se queste dovessero andare in porto, Draghi sottoporrà a Mattarella una lista dei ministri e si dichiarerà pronto a presidere il nuovo governo. Da lì in poi è tutto più o meno rapido: il capo dello stato firmerà il decreto di nomina e il premier sarà chiamato a giurare nelle sue mani con i ministri. Entro dieci giorni da questo punto l'esecutivo dovrà andare alle Camere e sottoporsi al voto di fiducia illustrando il suo programma per il Paese
 

Se invece le consultazioni di questi giorni dovessero andare male Draghi tornerà da Mattarella e gli comunicherà la rinuncia all’incarico. Il capo dello Stato potrà decidere allora se rimetterlo ad un'altra personalità o rinviare il governo dimissionario all'Aula perché ottenga la fiducia o cada in Parlamento oppure sciogliere le Camere e andare a elezioni.

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