Capigruppo, oggi le scelte dei partiti: incognita Pd, Ilaria Cucchi a capo del misto per AVS. Fdi e Lega verso la riconferma

Capigruppo, oggi le scelte dei partiti: Fdi e Lega verso la riconferma degli uscenti, Forza Italia sceglie Ronzulli e Cattaneo
Capigruppo, oggi le scelte dei partiti: Fdi e Lega verso la riconferma degli uscenti, Forza Italia sceglie Ronzulli e Cattaneo
di Fausto Caruso
Martedì 18 Ottobre 2022, 11:03 - Ultimo agg. 18:13
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Primo passo verso le consultazioni. Insediati i presidenti di Camera e Senato, ieri i neoletti hanno dichiarato la propria appartenenza ai rispettivi gruppi parlamentari e oggi (alle 14 a Palazzo Madama e alle 15 a Montecitorio) sono previste le riunioni per l’elezione dei capigruppo che saliranno al colle per le consultazioni col capo dello Stato. In quasi tutti i partiti la situazione sembra ben definita, tra conferme e nuovi equilibri.

Centrodestra

Opta per la riconferma dei fedelissimi Giorgia Meloni: nel pomeriggio Fratelli d’Italia ufficializzerà la permanenza di Francesco Lollobrigida, cognato della leader, come capogruppo alla Camera e Luca Ciriani al Senato. Anche nella Lega si va sull’usato sicuro: subito dopo il passo indietro per la presidenza della Camera in favore del collega di partito Lorenzo Fontana, Riccardo Molinari era stato confermato come capogruppo a Montecitorio direttamente dal segretario Matteo Salvini. Massimiliano Romeo dovrebbe invece continuare a guidare la delegazione del Carroccio a Palazzo Madama.

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Forza Italia assiste a un cambiamento che riflette i nuovi equilibri interni agli azzurri: Licia Ronzulli, dopo essere stata al centro delle polemiche nelle trattative con Giorgia Meloni per la formazione del governo, diventa capogruppo al Senato, subentrando ad Anna Maria Bernini. Un cambio che era nell’aria dopo che la fedelissima del Cav aveva dovuto rinunciare a qualsiasi ruolo nell’esecutivo e che sposta gli equilibri anche nell’altra camera del Parlamento: a Montecitorio l’uscente Paolo Barelli sarà sostituito da Alessandro Cattaneo, deputato vicino a Ronzulli e che a questo punto esce dai giochi per la nomina di ministro della Pubblica Amministrazione.

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Noi Moderati ha solo 7 deputati e 2 senatori e quindi, salvo deroghe concesse dalle presidenze, dovrà entrare nel gruppo misto, i cui capigruppo dovranno per forza essere decisi all’ultimo momento.

 

Le opposizioni

Per le opposizioni la scelta dei capigruppo è solo la prima mossa di una partita a scacchi il cui obiettivo finale sono le vicepresidenze di Camera e Senato e soprattutto le poltrone di presidente del Copasir e della Commissione di vigilanza Rai. Proprio a questo quadro è legata la situazione di parziale mobilità che ancora permane nel Partito Democratico: l’unica certezza espressa fin da dopo le elezioni dal segretario uscente Enrico Letta è stata che i dem sarebbero andati su due donne come capidelegazione, così come saranno due donne le vicepresidenti in quota Pd. Non è esclusa la riconferma delle uscenti Debora Serracchiani a Montecitorio e Simona Malpezzi al Senato, ma se dovessero essere scelte come vicepresidenti sono pronte a subentrare Anna Ascani alla Camera e Valeria Valente a Palazzo Madama. 

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Per l'Alleanza Verdi Sinistra al Senato i suoi quattro senatori non bastano per creare un gruppo autonomo: la componente confluirà nel gruppo Misto e la delegazione sarà capeggiata probabilmente da Ilaria Cucchi, eletta con Sinistra Italiana.

Alla Camera invece, vista la riduzione dei parlamentari, i 13 deputati potrebbero ottenere una deroga per formare un proprio gruppo: per la guida in lizza Laura Zanella e Marco Grimaldi. 

Nel Movimento Cinque Stelle almeno in un primo momento si dovrebbe andare verso la permanenza dei capigruppo uscenti Mariolina Castellone al Senato e Francesco Silvestri alla Camera, ma si attendono conferme da parte del leader Giuseppe Conte. Più chiara la situazione del Terzo polo per cui Carlo Calenda ha indicato fin da subito il nome di Matteo Richetti, presidente di Azione, per guidare i propri deputati e Raffaella Paita di Italia Viva per la camera alta, optando dunque per mantenere l’equilibrio tra le due liste che si sono aggregate per le ultime elezioni.

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