Il governo trema sulla giustizia: Salvini vuole svuotare il testo, c'è la fiducia sulla sicurezza

Il governo trema sulla giustizia: Salvini vuole svuotare il testo, c'è la fiducia sulla sicurezza
​Il governo trema sulla giustizia: Salvini vuole svuotare il testo, c'è la fiducia sulla sicurezza
di Marco Conti
Giovedì 1 Agosto 2019, 07:09 - Ultimo agg. 13:15
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La cartina di tornasole della distanza tra M5S e Lega sulla giustizia è nel voto della Giunta per le autorizzazioni della Camera che ieri ha votato a favore della richiesta di arresto del deputato di FI Diego Sozzani: M5S e Pd favorevoli, Lega e FI contrari.

IL DENTE
La mega-riforma della giustizia, dibattuta ieri per ore in consiglio dei ministri e poi rinviata nella parte relativa al processo penale, non è solo l'ennesimo scontro frontale tra M5S e Lega destinato magari a sciogliersi con aggiustamenti o baratti. Segnala piuttosto l'inconciliabilità tra due radici molto diverse che la comune versione populista non ha cancellato, e quindi, l'inevitabile battaglia che si aprirà in Parlamento tra di due alleati quando arriverà il testo. Da un lato il M5S in versione spazzacorrotti e alla ricerca spasmodica di un qualche successo da sbandierare e da sovrapporre alla Tav e all'ennesimo decreto sicurezza salviniano che - vista la mole di emendamenti - si dovrà votare con la fiducia per non arrivare a metà agosto. Dall'altro lato la Lega che, malgrado abbia rispolverato dopo 25 anni il cappio di Leoni Orsenigo, sull'argomento ha più di un dente avvelenato nei confronti della categoria che fa uscire subito dal carcere Carola Rackete, intercetta parlamentari e membri del governo senza che il sistema riesca ad assicurare efficienza e certezza della pena.
L'interminabile mediazione di Giuseppe Conte, che ieri mattina riesce a mettere intorno ad un tavolo i due vicepresidenti del Consiglio e ad avviare l'ennesima mediazione Bonafede-Bongiorno, si protrae sino a notte tarda nel tentativo di riuscire a licenziare una legge delega già di per sè meno impegnativa e dettagliata di testi ancora tutti da scrivere. Il problema è che la maggioranza non riesce e trovarsi d'accordo nemmeno sulla cornice dentro la quale dovrebbe muoversi il ministro Bonafede per riformare la giustizia civile e penale, cambiare i meccanismi di elezione del Csm, ampliare il processo telematico, risolvere l'andirivieni dalla politica dei magistrati, rivedere i meccanismi di accesso all'ordinamento giudiziario e i tempi della prescrizione che il M5S ha allungato con lo spazzacorrotti e che alla Lega non piace. Più che un pacchetto di proposte, «una mega finanziaria sulla giustizia» - sostengono entusiasti - che si vorrebbe risolvere con una delega affidata dal governo al ministro della Giustizia. Salvini ha cercato ieri di fermare tutto prima dell'avvio della riunione. Bordate, quelle sparate in mattinata dal leader leghista, difficili da far rientrare in poche ore anche se notturne. Il miracolo di trasformare «l'acqua» che secondo Salvini il Guardasigilli si apprestava a portare in consiglio dei ministri, in vino è però pressocché impossibile.

Ma a Di Maio in questo delicato momento, per lui e per il suo Movimento, ieri interessava portare a casa almeno la cornice. Il leader grillino lo ha spiegato chiaramente allo stesso Salvini quando, in una pausa, si sono ritrovati faccia a faccia. Per evitare di provocare la crisi di governo, su un tema certamente molto più favorevole al M5S che alla Lega, l'obiettivo notturno dell'accoppiata Salvini-Bongiorno è stato quello di sterilizzare il più possibile l'impianto messo a punto dal ministro Bonafede cercando di far rientrare nelle deleghe temi, come la revisione della legge sulle intercettazioni, non previsti nel testo iniziale e che ora la Lega si riserva di portare in aula perchè «non vogliamo cittadini ostaggio a vita della giustizia».

LA FINE
Ciò che sta molto a cuore alla Lega di Salvini è lo stop alla riforma della prescrizione la cui entrata in vigore è prevista per gennaio. Anche ieri sera Salvini è tornato sull'argomento visto che comunque vada - tra tempi della legge delega e regolamenti attuativi - la riforma-Bonafede impiegherà un paio d'anni prima di entrare in vigore. La lunghissima riunione notturna del consiglio dei ministri è quindi destinata a continuare. Perché archiviare la riforma della giustizia significa per il M5S archiviare il governo. I grillini possono contraddirsi sulla Tav come sul Tap, ma accettare la separazione della carriere o le sanzioni per i magistrati sembra impossibile. Almeno per ora. Almeno sino a quando l'ala governativa dovrà fare i conti con la pattuglia movimentista che, specie al Senato, ha i numeri per far saltare la maggioranza e aprire la strada ad elezioni.
 

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