Energia e finanza pubblica sono le due emerge su cui il nuovo governo deve intervenire con «serientá, unitá e responsabilitá». Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, al suo primo intervento dopo l'esito delle elezioni politiche, è categorico sulle priorità da affrontare e boccia le ipotesi di «immaginifiche flat tax e misure di prepensionamento» perchè «non possiamo permettercelo».
Si scatena il dibattito politico
La posizione di Confindustria ha scatenato il dibattito politico con il Pd che va all'attacco e il centrodestra che replica seccamente e difende la flat tax. Dalla platea dell'assemblea degli industriali di Varese, il leader di Via dell'Astronomia, mette subito in chiaro che Confindustria non «tifa nè per una parte e nemmeno per l'altra» ed esorta la politica a formare il nuovo Governo nei «tempi più rapidi possibile, con ministri autorevoli, competenti e inappuntabili».
La posizione di Fi
Flavio Cattaneo (Fi) non vede una «bocciatura definitiva» alla flat tax. Vista la situazione del momento Bonomi pone delle «priorità in cui ci ritroviamo», aggiunge. Plaude alla posizione di Bonomi il Pd. In campagna elettorale sono emerse tre «ipotesi diverse di flat tax, tra Salvini, Meloni e Berlusconi», spiegano fonti del Nazareno. È evidente che era solo una «bandierina inapplicabile in questa fase di emergenza economica, e anche incostituzionale perché sovverte i principi di progressività fiscale».
Il tema del debito
Non a caso è «applicata in pochi paesi, tra cui la Russia di Putin», fanno notare dal Pd. Il tema dei conti pubblici consente al leader degli industriali di ricordare la «serietà e l'unità» del Governo guidato da Mario Draghi, capace di impiegare 60 miliardi di «sostegno senza pregiudicare debito e deficit. Una cosa mai successa in passato». Ora però non si potrà contare sulle «entrate precedenti», con il nuovo Governo che si troverà ad affrontare spese, legate alla situazione corrente, che arriveranno «facilmente a 50-60 miliardi nella prossima legge di bilancio». Con questo scenario, secondo Bonomi, non si può «compromettere la discesa del debito perché si rischierebbe di discostarsi dagli accordi con l'Europa».