Governo Meloni, nuove deleghe al ministro Musumeci: balneari e Protezione civile

Governo Meloni, nuove deleghe al ministro Musumeci: balneari e Protezione civile
di Nando Santonastaso
Domenica 6 Novembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 7 Novembre, 07:22
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L’entourage del ministro parla di indiscrezioni giornalistiche e assicura che l’altra sera in Consiglio dei ministri non si è parlato di nuove deleghe per Nello Musumeci, successore di Mara Carfagna al ministero per il Sud (anche per lui senza portafoglio). Ma ormai da giorni e da più fonti si dà per certo che sarà ampliato il raggio d’azione dell’ex governatore della Sicilia, abbondantemente ridotto dopo che le Politiche di coesione (Fondi strutturali europei e Fondo sviluppo coesione, la “cassa” insomma della Coesione che vale più di 200 miliardi con il co-finanziamento nazionale) e il Pnrr sono stati assegnati da Giorgia Meloni a Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei. 

A Musumeci andrebbero la Protezione Civile e la “patata bollente” delle concessioni balneari (su cui il governo Draghi ha solo iniziato la riforma sollecitata da Bruxelles).

Quest’ultima rientrerebbe ovviamente nell’ambito della delega al Mare, che fa parte della nuova responsabilità del ministro ma che intanto non comprende i porti (comprese ovviamente le autorità di gestione e la Guardia costiera), rimasti al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Che oltre tutto ha già annunciato tra le sue prime mosse la ripresa dell’iter per il ponte sullo Stretto di Messina convocando per martedì una riunione con i governatori di Calabria e Sicilia. 

Da capire se invece rientrano nella delega del Sud le Zes che proprio in questi ultimi mesi sembrano avere imboccato la strada della concretezza con i primi investimenti dei privati in quasi tutte le otto Zone economiche speciali insediate nel Mezzogiorno. Va però ricordato che anche per le Zes le risorse sono collegate al Pnrr la cui competenza, come detto, è passata al ministro Fitto.  

In ballo però ci sarebbe anche altro. Un non meglio precisato “coordinamento” delle politiche per il Sud con l’elaborazione da parte di Musumeci di un apposito “piano” di cui si sarebbe parlato proprio nell’ultimo Consiglio dei ministri. Sembra che sia stato ipotizzato anche il coinvolgimento di altri ministri ma lo scenario sembra appena abbozzato e di più al momento non si può azzardare. È comunque assai probabile che la definizione del perimetro operativo del ministro Musumeci non sia stata ancora completata. E questo ovviamente accresce gli interrogativi sul ruolo che la premier intende affidare al dicastero dal momento che le competenze di quest’ultimo restano una diretta emanazione di Palazzo Chigi. 

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Meloni non avrebbe invece avuto dubbi su chi coinvolgere tra i suoi ministri per la vicenda dei balneari. La delega trasferita a Musumeci dal Turismo risponde soprattutto alla necessità di evitare qualsiasi sospetto di conflitto di interessi del ministro del Turismo Daniela Santanché che tra le varie partecipazioni societarie ha anche quella di un lussuoso stabilimento balneare sulla costa toscana con Flavio Briatore. Da qui la decisone di istituire «il Comitato interministeriale di coordinamento delle politiche del mare (Cipom)», che, sempre sotto la diretta guida di Palazzo Chigi, avrà il compito di «valorizzare il demanio marittimo, con particolare riferimento alle concessioni balneari». C’è però da chiedersi se l’ambito di competenza “marina” del ministro Musumeci si limiterà a questo: sarebbe oggettivamente “poco” rispetto all’attesa suscitata dalla grande e più volte sollecitata novità (a partire dagli operatori e imprenditori marittimi) di avere inserito il mare tra le specifiche responsabilità di un dicastero. 

La Protezione civile, questo è certo, avrebbe un peso molto diverso sul piano della concretezza. Impossibile negare che si tratta di un incarico strategico avendo competenze su disastri, alluvioni e su una serie di lavori pubblici per infrastrutture collegati alla prevenzione dei rischi in materia. Anche qui va ricordato che si tratta di una novità dal momento che negli ultimi 20 anni i poteri legati alla Protezione civile sono rimasti nelle mani del presidente del Consiglio. Ma si tratta evidentemente di una competenza di carattere nazionale e non limitata al Mezzogiorno, sempre che questo parametro di valutazione abbia ancora un significato. Sono in molti però a sostenere che questi “aggiustamenti” siano la risposta alle perplessità sollevate dallo svuotamento di competenze del ministro del Sud rispetto ai suoi predecessori. Ma va anche detto che l’unificazione delle politiche europee con quelle della Coesione viene considerata da più parti una decisione opportuna: riunire in un solo ministero materie e responsabilità tra di loro convergenti potrebbe agevolare la spesa delle risorse assegnate. E questa resta sicuramente una priorità assoluta per il Sud. 

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