Tre mesi per cambiare le poltrone più delicate: ecco le posizioni in gioco

Tre mesi per cambiare le poltrone più delicate: ecco le posizioni in gioco
di Michele Di Branco
Giovedì 7 Giugno 2018, 07:31
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«Lo spoil system è giusto» ha avvertito alcuni giorni fa Luigi Di Maio. Una specie di manifesto del tutto coerente con la logica del governo del cambiamento promessa dalla maggioranza pentaleghista al potere. E le parole del vicepremier suonano come un avviso di sfratto per molte dei titolari delle decine di poltrone sottoposte alla tagliola della legge 165 del 2001: quella che affida all'esecutivo il potere di far decadere, entro 90 giorni dal giuramento, tutti i capi dipartimento dei ministeri e i segretari generali, i consigli di amministrazione e i collegi sindacali in scadenza nelle società direttamente controllate, e quelli nelle controllate indirette. Aggiungendo anche i posti in scadenza nelle società, si arriva a circa 350 posizioni. Insomma, a inizio settembre la mappa del potere italiano potrebbe essere stravolta.

PRESIDENZA
L'epicentro del cambiamento, come sempre, è proprio la Presidenza del Consiglio. Vincenzo Fortunato, grand commis di lungo corso, con capacità unanimemente riconosciute, è in prima fila per il posto di segretario generale attualmente occupato da Paolo Aquilanti.

Questa scelta è fondamentale anche per capire quale sarà il destino dei 19 Capi dipartimento di stanza a Palazzo Chigi. Ruoli chiavi per il funzionamento della macchina pubblica come, ad esempio, il Dipartimento della protezione civile, guidato da Angelo Borrelli, o il delicato Dipartimento informazioni per la sicurezza, sulla cui casella c'è attualmente il nome di Alessandro Pansa. Per il ruolo di consigliere diplomatico del premier, Giuseppe Conte, sarebbero in corsa gli ambasciatori Pasquale Salzano e Luca Giansanti.

Un clima tranquillo si respira invece nei corridoi del ministero dell'Economia, dove una delle poltrone più ambite è quella del Ragioniere generale dello Stato, l'uomo al quale spetta il compito di bollinare le norme di natura finanziaria del governo. Senza il suo ok non si passa e spesso, in passato, la sua influenza ha provocato attriti tra esecutivo e Tesoro. Il titolare, Daniele Franco, ha da poco incassato una proroga annuale: improbabile una sostituzione immediata. Più delicate le posizioni del Capo dipartimento delle Finanze, Fabrizia Lapecorella, sebbene il neoministro Giovanni Tria sembri per il momento orientato più a confermare che a sostituire. Ancora al Tesoro, tra le nomine più urgenti c'è però la presidenza della Commissione tecnica fabbisogni standard dalla quale dipendono scelte che spostano miliardi di euro di spesa pubblica. Il presidente in carica Luigi Marattin si è dimesso dopo l'elezione in Parlamento: è deputato Pd. La scelta spetta al Presidente del Consiglio. Aria di grandi cambiamenti invece al ministero degli Interni. Sotto i riflettori c'è soprattutto, com'è ovvio, la posizione del capo della Polizia, Franco Gabrielli, che però ha stabilito un buon rapporto con il nuovo ministro. Per gli uffici di stretta collaborazione di Matteo Salvini fonti del Viminale accreditano la figura di Gianni Tonelli, neo parlamentare leghista, ex segretario del sindacato autonomo di Polizia. Alla Difesa ballano le poltrone del segretario generale, Carlo Magrassi, e dei 5 capi di Stato maggiore. Al Mise potrebbe far ritorno Vito Cozzoli, oggi a capo del Servizio di sicurezza della Camera.

E se è vero che il neo ministro della Giustizia Bonafede ha smentito perfino contatti telefonici, alcune indiscrezioni danno i pm Piercarlo Davigo o Nino Di Matteo in lizza per le prossime nomine a via Arenula.

LE CONTROLLATE
Tra le società controllate dal Tesoro, è battaglia a due per la guida di Cassa depositi e prestiti, attualmente guidata da Fabio Gallia e Claudio Costamagna, che però hanno già annunciato l'intenzione di lasciare. Il Movimento Cinque stelle preferirebbe la soluzione interna con la promozione di Fabrizio Palermo, attuale cfo. Oltre alla Cassa andranno a scadenza, con i rinnovi previsti sempre per il prossimo mese, altre due importanti società pubbliche: la Sogei e il Gse.
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