Totoministri governo Meloni: Salvini (che vuole gli Interni) tra il Lavoro e lo Sviluppo Economico. Moratti o Ronzulli alla Salute

Totoministri governo Meloni: Salvini (che vuole gli Interni) tra il Lavoro o lo Sviluppo Economico. Moratti o Ronzulli alla Salute
Totoministri governo Meloni: Salvini (che vuole gli Interni) tra il Lavoro o lo Sviluppo Economico. Moratti o Ronzulli alla Salute
di Fausto Caruso
Giovedì 29 Settembre 2022, 17:43 - Ultimo agg. 30 Settembre, 00:06
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Matteo Salvini agli Interni o al Lavoro? Antonio Tajani vicepremier e Guido Crosetto agli Esteri? Giorgia Meloni non parla ma riflette. La leader di Fratelli d'Italia ha ridotto gli interventi pubblici al minimo dopo il trionfo alle urne, ma nel silenzio le manovre sono incessanti per arrivare alle consultazioni col Presidente della Repubblica avendo in mano «una squadra di governo di alto livello». Bisogna però fare i conti con le pretese degli alleati.

 

Totoministri, Camere e i vicepremier

Il 13 ottobre è convocata la prima riunione del nuovo parlamento e tra i primi compiti ci sarà l'elezione dei due presidenti delle camere. Sempre più improbabile l'ipotesi di concederne una all'opposizione, la strada più semplice è assegnarne una alla Lega e l'altra a Forza Italia, così che poi Meloni possa avere mano più libera per i ministeri: in questo caso per la Camera sarebbe una delle ipotesi in campo per Antonio Tajani, al netto di altre soluzioni, mentre il seggio più alto del Senato andrebbe a Roberto Calderoli.

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Un'altra strategia per alleggerire il pressing di azzurri e leghisti sui ministeri chiave potrebbe essere quella di offrire la posizione di vicepremier ad Antonio Tajani e Matteo Salvini, in combinazione con un ministero di peso.

Questa ipotesi però non scalda nessuno dei due interessati, in particolare il segretario della Lega, che ha ben chiaro il suo obiettivo.

 

 

La partita del Viminale

La discussione è aperta su tutto, ma la casella chiave attorno a cui si gioca il grosso della partita è il ministero dell'Interno, che Salvini sembrava aver “prenotato” per sé fin dalla campagna elettorale. Anche dopo il deludente risultato delle urne il leader del Carroccio insiste, con l'intenzione di tornare lì dove aveva lanciato i decreti sicurezza. La Meloni preferirebbe evitare, anche per non crere tensioni con Mattarella che non vedrebbe di buon occhio il ritorno di un Salvini ancora sotto processo per il caso Open Arms. Il possibile compromesso potrebbe essere dare un altro ministero (più la posizione di vicepremier) a Salvini, lasciando il Viminale in quota Lega. Optando per un politico, prende forza il nome di Nicola Molteni, già sottosegretario all'interno proprio con Salvini e di nuovo durante il governo Draghi. Se invece si andasse sul tecnico resta in gioco Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto del segretario leghista durante il Conte I. Per Salvini a quel punto si aprirebbero le porte del Lavoro, da cui potrebbe promuovere quota 41 e l'abolizione della legge Fornero, o dello Sviluppo Economico, attualmente occupato da Giorgetti.

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La Sanità e gli altri ministeri chiave

Per sostituire il criticatissimo Roberto Speranza alla Salute si pensa a Letizia Moratti, ma la forzista punterebbe più ad essere la candidata di centrodestra alla regione Lombardia al posto di Fontana. In alternativa c'è Licia Ronzulli. Per la Difesa è forte il nome del presidente del Copasir Adolfo Urso; in alternativa Tajani. Per il cofondatore di FdI, Guido Crosetto, le poltrone papabili sono gli Esteri, per cui è in corsa anche la direttrice dei servizi segreti Elisabetta Belloni, e quella di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Per la Giustizia in super pole position il giurista eletto con Fratelli d'Italia Carlo Nordio, mentre la leghista Giulia Bongiorno sarebbe dirottata alla Pubblica Amministrazione.

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Molto delicato anche il ministero dell'Economia, uno di quelli insieme a Interni, Difesa ed Esteri che dovranno avere l'appoggio incondizionato di Mattarella. A Meloni non dispiacerebbe, anche per facilitare la manovra da varare entro fine anno, tenere lì l'attuale ministro Daniele Franco, che però avrebbe declinato l'offerta. Rimane in campo Domenico Siniscalco, già ministro e direttore generale del Tesoro con Berlusconi. L'economista Fabio Panetta, nome tecnico graditissimo da FdI, non sarebbe disposto a rinunciare al probabile ruolo di governatore della Banca d'Italia per entrare nel Governo. Smentita invece da fonti di centrodestra la possibilità di “spacchettare” il ministero in Economia e Tesoro.

 

Gli altri

Per il ministero delle Infrastrutture circolano i nomi di Edoardo Rixi (Lega), ma anche di Rampelli (FdI) e del forzista Alessandro Cattaneo, oltre ad essere una delle papabili destinazioni di Matteo Salvini. Sembrano invece ben avviati verso gli Affari Europei il meloniano Raffaele Fitto e verso i Rapporti col Parlamento Maurizio Lupi di Noi Moderati. Per la scuola ci sono Anna Maria Bernini oppure Mattia Ricolfi della Lega.

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