Di Maio-Salvini, restano le distanze: «Ma oggi firmiamo il patto di governo»

Di Maio-Salvini, restano le distanze: «Ma oggi firmiamo il patto di governo»
di Alberto Gentili
Mercoledì 16 Maggio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 09:31
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Dopo una giornata di gelo e l'ennesimo faccia a faccia con Luigi Di Maio, Matteo Salvini a sera mostra un po' di ottimismo sul governo giallo-verde: «Siamo al tratto finale. Se riusciremo a trovare un punto di equilibrio tra Lega e centrodestra e 5Stelle si parte». Poco prima Di Maio aveva messo a verbale: «È il momento di capire se vogliamo arrivare fino in fondo. Il Movimento c'è. Se ci riusciremo? Non lo so, ma al tavolo del programma si sta facendo un gran lavoro. Siamo a un bivio: da una parte c'è il coraggio, dall'altra la paura del cambiamento in un certo establishment...».

Insomma, i due leader - ancora impantanati sulla questione del premier - provano ad andare avanti. Non senza qualche intoppo, come la pubblicazione da parte dell'Huffington post di una bozza di programma in cui compare anche l'uscita dall'euro. Una bozza che in una nota congiunta Lega e 5Stelle disconoscono. O quasi: «Il contratto di governo pubblicato è una versione vecchia che è stata già ampiamente modificata nel corso degli ultimi due incontri del tavolo tecnico. La versione attuale, dunque, non corrisponde a quella pubblicata. Molti contenuti sono radicalmente cambiati. Sull'euro, ad esempio, le parti hanno già deciso di non mettere in discussione la moneta unica».
 
C'è da dire che Salvini non dismette la minaccia elettorale, né tantomeno il legame con il centrodestra: «Se c'è un margine per trasformare in fatti i sogni e le speranze, allora si parte. Se non c'è margine, se non c'è accordo, l'unica parola può tornare ai cittadini italiani: tertium non datur, dicevano i saggi. Stiamo lavorando per mettere al centro del programma proposte nostre, della Lega e del centrodestra cui siamo leali». E ai giornalisti che gli chiedono se è ottimista come Di Maio, il capo lumbard risponde: «Sì, anch'io sono ottimista, però i giorni passano e sono anche realista. Ho la coscienza pulita perché stiamo lavorando al massimo, giorno e notte, cercando di vedere fino all'ultimo se c'è un programma forte».
Sulla trattativa pesa la diversità di toni sull'Europa. E Salvini la rimarca: «È chiaro che non possiamo andare a Bruxelles con un governo che rappresenti due idee lontane». Immediata la risposta di Di Maio che, accogliendo l'invito del potenziale alleato, torna a usare toni ruvidi con l'Unione europea. E illustra lo stato della trattativa: «Il punto nevralgico è il contratto dove ci sono alcuni punti da chiarire. I nomi vengono dopo». Ancora: «Ci sono i presupposti per arrivare a un governo. Se ci riusciamo sarà una bomba». Non manca una bacchettata ai leghisti: «Abbiamo proposto un contratto e non un'alleanza perché delle altre forze politiche non ci siamo mai fidati». Infine un annuncio: «Nel fine settimana ci vedremo nelle piazze con i gazebo e illustreremo il contratto». Ma mentre i leghisti nei gazebo voteranno sul contratto, i grillini lo faranno sulla piattaforma Rousseau.

Quanto alla questione del premier, i due leader continuano a ripetere che quella dei nomi non è una priorità. «Non si sta litigando sui posti, sulle poltrone. Noi stiamo discutendo e lavorando sui temi, sul lavoro, le tasse, le pensioni. È un cambiamento epocale. Ricordate nei decenni passati la nascita dei governi? Litigi su chi andava agli Esteri, chi agli Interni e chi a quel consiglio di amministrazione - dice Salvini in diretta Fb -. I 5 Stelle sono interlocutori concreti su questo».

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