Ilva, ecco la proposta di Mittal al governo: Conte ora prende tempo

Ilva, ecco la proposta di Mittal al governo: Conte ora prende tempo
di Alberto Gentili
Lunedì 18 Novembre 2019, 07:18 - Ultimo agg. 17:15
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L'offensiva giudiziaria, con ben due inchieste delle procure di Taranto e Milano, e soprattutto l'offerta del governo a far scendere in campo Cassa depositi e prestiti stanno sortendo gli effetti sperati. ArcelorMittal, attraverso canali riservati, ha fatto trapelare la disponibilità a trattare e a restare in Italia. Con un problema: Giuseppe Conte, adesso, sceglie una posizione attendista.
Il premier rinvia l'incontro, che era previsto in settimana, con il signor Lakshimi Mittal. E lo fa slittare nella speranza che, entro venerdì, il Tribunale di Milano adotti un provvedimento d'urgenza per stoppare la richiesta di recesso del gruppo franco-indiano. «Conte vuole avere tutti gli elementi in mano, ci vuole tempo...», dicono a palazzo Chigi.
ArcelorMittal comunque si muove, indifferente all'atteggiamento attendista e muscolare del premier. In base a ciò che filtra, il gruppo franco-indiano sta preparando, con il proposito di raggiungere un accordo, una proposta con tre condizioni.

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La prima è definita «preliminare» ed è la reintroduzione dello scudo penale per completare il piano di risanamento ambientale. Venerdì l'ad di ArcelorMittal, Lucia Morselli, è stata tranchant: «Senza scudo lavorare a Taranto è diventato un crimine». Conte, che si ritrova una parte dei 5Stelle pronti perfino a far cadere il governo pur di impedire il rinnovo della tutela penale, è però disposto a parlarne solo a condizione che l'azienda riapra ufficialmente la trattativa. «Non ci accontentiamo di sussurri, vogliamo impegni nero su bianco», dice un ministro grillino che segue il dossier.
La seconda condizione di ArcelorMittal riguarda gli esuberi ed è collegata al dissequestro dell'altoforno numero 2, che dovrebbe essere portato a produzione zero il 13 dicembre a causa delle prescrizioni della magistratura tarantina in seguito alla morte di un operaio nel 2015 e degli obblighi del Tribunale solo parzialmente attuati.
Il dissequestro, accompagnato dalla concessione di una proroga di dodici mesi per la messa in sicurezza dell'impianto, permetterebbe all'azienda di alzare i livelli produttivi attualmente scesi a 4,5 milioni di tonnellate di acciaio all'anno, con la conseguente richiesta di 5 mila esuberi. E dunque il dissequestro limiterebbe la criticità della questione occupazionale, rendendo «sostenibile» e «accettabile» la proposta, fatta trapelare nei giorni scorsi dal governo, di discutere su 2.000-2.500 esuberi coperti con la cassa integrazione e con l'impiego dei lavoratori inutilizzati in altre realtà produttive del tarantino. A cominciare dal un potenziamento dell'arsenale militare e il rilancio della piattaforma Agromed e del District Park inserite da Conte nel Cantiere Taranto, il piano che verrà discusso giovedì dal Consiglio dei ministri.

IL NODO CDP
La terza condizione, strettamente collegata alla seconda, è una rivisitazione del piano industriale. E qui entra il gioco la proposta di Conte e del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, di un eventuale ingresso nell'azionariato di Am Investco Italy (la società del gruppo franco-indiano che gestisce gli ex impianti Ilva) di Cassa depositi e prestiti. Ingresso che i Mittal sono pronti ad accogliere a braccia aperte, anche perché permetterebbe all'azienda franco-indiana di abbassare i costi di gestione e di affitto e sarebbe il segnale (atteso) di garanzie solide e di interesse concreto nell'acciaieria da parte di investitori pubblici.
Qualcosa di più si capirà oggi quando il capo di Cdp, Fabrizio Palermo, presenzierà alle celebrazioni per il compleanno della Cassa organizzate presso la Zecca dello Stato.
Da palazzo Chigi non filtra alcuna dichiarazione. «Vogliamo vedere proposte ufficiali, non commentiamo indiscrezioni». E questo perché, si diceva, Conte spera di potersi sedere più forte al tavolo della trattativa grazie al possibile stop al recesso che potrebbe essere deciso della 14° sezione del Tribunale di Milano entro questa settimana.
 

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