Ex Ilva, avviso di chiusura da Mittal. Di Maio: «No ricatti». Per trattare 2 mesi

Ex Ilva, avviso di chiusura da Mittal. Di Maio: «No ricatti». Per trattare 2 mesi
Mercoledì 26 Giugno 2019, 19:57 - Ultimo agg. 27 Giugno, 16:22
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Senza una soluzione per Taranto, lo stabilimento ex Ilva chiuderà il 6 settembre prossimo, lo stesso giorno in cui scatterebbe, in base all’articolo 46 del decreto Crescita che in questa settimana sarà convertito definitivamente in legge, lo stop all’immunità penale. ArcelorMittal, il colosso franco indiano che ha rilevato l’Ilva, è chiarissimo. E indica anche la data del “game over”. «Il Governo continua a dirci di non preoccuparci, che troverà una soluzione, ma finora non c‘è niente. Quindi il 6 settembre l‘impianto chiuderà» ha detto Geert Van Poelvoorde, ad di ArcelorMittal Europa a margine di una conferenza di Eurofer. «Abbiamo ancora due mesi, spero che il governo trovi una soluzione, siamo aperti a discutere» ha aggiunto.

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Ma è chiaro che non sarà facile. Una volta approvato definitivamente il decreto Crescita (dopo l’ok della Camera adesso è in Senato dove verrà posta la fiducia per il via libera entro la scadenza del 29 giugno), l’unica possibilità è appesa all’ordine del giorno presentato dalla Lega, in cui si impegna il governo a «verificare la coerenza» della nuova norma con gli accordi firmati con la nuova proprietà. Che la Lega su questa vicenda faccia da sponda alla multinazionale lo conferma il vicepremier Matteo Salvini: «Non ci possiamo permettere la chiusura dell’Ilva, sono 11 mila posti di lavoro diretti e altrettanti indiretti. Gli imprenditori arrivati adesso hanno ereditato una situazione disastrosa e in nove mesi non possono sistemarla». E poi: «C’è una sentenza pendente della Corte, io avrei lasciato la garanzia legale. Di Maio mi assicura che non rischia, io mi fido. Con 15 mila posti di lavoro non si scherza. Non si può cambiare un contratto in corso d’opera».

Di certo le parole del vicepremier Di Maio in missione a Taranto lunedì scorso insieme con una folta squadra di “suoi” ministri, non aiutano: «L’immunità penale è un caso risolto. Non ci sarà più da settembre. Questo era il nostro obiettivo e lo abbiamo realizzato. L’esimente penale non era nel contratto che abbiamo firmato e non era legata neanche all’addendum». 

Quella di Di Maio è un’interpretazione che i franco-indiani contestano: il richiamo alla norma sulle tutele legali fino al 2023, data di attuazione del piano ambientale, è contenuto nella premessa del contratto e quindi ne fa parte a tutti gli effetti. Geert Van Poelvoorde, ribadendo quanto già espresso dal gruppo in una dura nota diffusa al vigilia del via libera della Camera al decreto Crescita, ha spiegato: «Non puoi gestire un impianto sotto sequestro quando non hai protezione legale, è impossibile. Non posso mandare i miei manager lì ad essere responsabili penalmente in una situazione già fuori norma perché limpianto è sotto sequestro». Il top manager comunque ha tenuto a sottolineare che il gruppo sta andando avanti con il piano ambientale e che per ora «non rallentano». In serata la risposta piccata di Di Maio: «Io non accetto ricatti. Qui la legge è uguale per tutti. Ilva resti aperta, non hanno nulla da temere, le soluzioni si trovano». Il 4 luglio ArcelorMittal è stata convocata al Mise. 

L’OPPOSIZIONE
L’annuncio della probabile chiusura del Siderurgico di Taranto il sei settembre ha scatenato una montagna di critiche contro il governo. Il gruppo del Pd alla Camera ha chiesto a Di Maio di riferire immediatamente in Aula. Fratelli d’Italia invece pretende che sia direttamente il premier Conte a fornire spiegazioni. Renzi ha annunciato che oggi in Senato prenderà la parola, e nel frattempo ha anticipato un piccolo assaggio del suo intervento: «L’Ilva è la più importante fabbrica del Sud. Questi che ci governano non sono cialtroni: sono semplicemente pazzi. Licenziano 15 mila persone. E ora? Reddito di cittadinanza per tutti?». Nicola Zingaretti ha twittato: «Gestione caso Ilva. Altro crimine di questo Governo contro l’Italia». Osvaldo Napoli (Forza Italia) ha definito il governo «irresponsabile». «Spero che il governo agisca in fretta» commenta Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto. 

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