Il sottosegretario Castelli: «L'Italia non sarà divisa in due, costi ancora da definire»

Il sottosegretario Castelli: «L'Italia non sarà divisa in due, costi ancora da definire»
di Nando Santonastaso
Sabato 16 Febbraio 2019, 12:00 - Ultimo agg. 14:51
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«Il Movimento era e resterà favorevole alla maggiore autonomia delle Regioni che la richiedono ma nessuno può pensare di dividere gli italiani in cittadini di serie A e cittadini di serie B o di allontanarsi dal dettato costituzionale». Lo afferma Laura Castelli, sottosegretario 5 Stelle all'Economia, che ed è la linea annunciata l'altro giorno alla vigilia del Consiglio dei ministri, che ha rinviato non a caso ogni decisione in materia. Ma non è una sorta di «linea del Piave» nei confronti dell'alleato di governo: «Non c'è nessun conflitto armato ma l'esigenza di considerare l'Italia unita dal Nord al Sud e di lavorare per la migliore intesa possibile. Anche per questo c'è bisogno di maggiore informazione», aggiunge Castelli, alla vigilia di un tour nelle provincie di Caserta e Salerno per incontrare sindaci e amministratori locali sulle misure previste dalla manovra per rilanciare gli investimenti e la crescita soprattutto nei piccoli Comuni.

Ma dove è possibile oggettivamente evitare che la maggiore autonomia di alcune Regioni diventi discriminante per l'unità dell'Italia? Ad esempio sui costi standard e sui livelli essenziali delle prestazioni?
«Noi veniamo da un governo che aveva precedentemente fissato una modalità sui costi standard che noi non condividiamo per nulla e che vogliamo cambiare: per questo avevamo offerto un nome nuovo per la presidenza della Commissione del ministero del Tesoro che si occupa della materia. Siamo in attesa, e lo dico senza alcuna polemica, che la decisione venga presa quanto prima perché oggi costi standard e Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) non sono affatto rappresentativi della realtà».
 
Ci saranno dunque tempi più lunghi per completare l'iter di questa riforma?
«Il percorso è quello del Consiglio dei ministri che come sa si sta già occupando del tema».

Pensa che il nodo da sciogliere sia di come garantire maggiori risorse alle Regioni per così dire autonomiste?
«C'è in realtà un tema più generale di riassetto degli enti locali nel nostro Paese. Non a caso il governo si sta occupando di riformulare il Testo unico degli enti locali perché quello che è successo negli ultimi 10 anni ha scomposto responsabilità e funzioni di chi amministra e governa gli enti territoriali. Bisogna farlo in modo intelligente: non è un caso che questo governo se ne sta occupando insieme alla riforma delle autonomie. Quanto alle risorse, a noi non preoccupa la spesa pubblica intelligente, come abbiano già dimostrato a Bruxelles».

Cosa dirà a sindaci e amministratori casertani e salernitani nel tour campano?
«Che il governo, attraverso le misure varate nella legge di bilancio e la riforma del Testo unico degli enti locali vuole dare certezza e nuove risorse alle loro comunità. Abbiamo stabilizzato il fondo Imu-Tasi dal 2019 al 2033 e lavorato a fondo sul tema del parco eolico che soprattutto al Sud assume una connotazione importante: penso ai tanti, piccoli Comuni che dopo avere autorizzato investimenti sulle pale eoliche non hanno poi ricevuto le royalties previste. A questi enti inoltre abbiamo garantito una misura che consente di realizzare subito piccole opere che ha permesso di rilanciare gli investimenti locali, parliamo già di circa 400 milioni. L'obiettivo è di assicurare ai sindaci ciò di cui hanno bisogno per assicurare i servizi migliori ai cittadini, dopo 5 anni di palliativi voltiamo pagina».

Reddito di cittadinanza: la preoccupano i tentativi di chi cerca di imbrogliare le carte, ad esempio sullo stato di famiglia, per essere ammesso al sostegno?
«È vero, ci sono tentativi di aggirare le regole dello Stato ma non sono problemi esistenziali del Reddito di cittadinanza, non sono nati oggi e sicuramente non dimostrano, come si cerca di spiegare, che questa misura è inutile. I furbetti in questo Paese ci sono sempre stati ma noi attraverso la Guardia di Finanza abbiamo intensificato i controlli sapendo che parliamo di fenomeni ben conosciuti da chi li deve smascherare. Questo strumento, lo ribadisco, non solo punta a far crescere la domanda dei consumi interni ma anche e soprattutto a investire sulla formazione dei cittadini e a costruire con incentivi agli imprenditori che assumono i disoccupati uno scenario industriale nuovo, sapendo che tra 15 anni ci saranno lavori che oggi nemmeno conosciamo».

Ma il Sud non ha bisogno di infrastrutture, anche immateriali?
«Questo Paese si sta finalmente interrogando sulla rete unica e sull'accelerazione dei processi di innovazione tecnologica che sono indispensabili per accrescere la propria competitività.

Sulle grandi opere noi siamo per l'analisi costi-benefìci perché troppe opere programmate in passato oggi non si sa bene che utilità hanno o avrebbero. Di sicuro c'è bisogno di infrastrutture perché molte aree in Italia ne sono prive e sono separate dal resto della penisola: pensi a Matera, che i governi precedenti hanno candidato a capitale europea della cultura senza minimamente preoccuparsi di collegarla con una rete ferroviaria adeguata al resto dell'Italia».

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