Marion Maréchal Le Pen a Napoli: «Italia e Francia alleati in nome del sovranismo»

Marion Maréchal Le Pen a Napoli: «Italia e Francia alleati in nome del sovranismo»
di Nando Santonastaso
Martedì 14 Maggio 2019, 12:00 - Ultimo agg. 15:08
4 Minuti di Lettura
Alla pizzeria di Secondigliano, dov'è fissata la pausa pranzo a base di margherita della sua prima giornata napoletana l'accolgono con un gran fascio di fiori e molta curiosità. La sosta è stata tenuta nascosta ai più, forse temendo contestazioni o polemiche. Ad attenderla siamo in pochi ma non passa inosservata. Il benvenuto di Dario Renzullo, ex dirigente nazionale di Fdi che ha aderito alla Lega, e poi Marion Maréchal Le Pen, 30 anni, nipote di Marine, leader del Raggruppamento Nazionale (l'ex Front national, fondato dal padre, simbolo della Destra identitaria d'Oltralpe), la deputata più giovane eletta nel Parlamento francese, si concede al fotografo e alle strette di mano. Al suo fianco il fidanzato italiano Vincenzo Sofo, calabrese, giovane come lei, candidato alle Europee da Matteo Salvini nella circoscrizione Sud, promotore di un think thank, Il talebano. È per lui che Maréchal Le Pen ha accettato di vivere in prima persona questa fase della campagna elettorale in Italia. Sono già stati insieme in Calabria (dove avevano trascorso un anno fa le prime vacanze dopo essersi legati sentimentalmente) e in Basilicata. La prima volta a Napoli tra i capricci del tempo ma lei, look e acconciatura semplici (capelli biondi sciolti e sguardo profondo), sembra quasi non far caso alla pioggia. L'intervista, presente anche il compagno, non può che partire da qui, dalla città che ha appena tremato per la vita di Noemi e di cui Secondigliano è da sempre uno dei simboli delle sue tante contraddizioni.

Che impressione ha di Napoli oggi, come viene percepita in Francia l'antica capitale del Mezzogiorno?
«Napoli ha due volti contrastanti in Francia. È conosciuta come una sede della criminalità ma anche come una destinazione turistica per la sua storia e la sua gastronomia. Capisco meglio oggi perché la gente è felice di avere candidati come Vincenzo Sofo in alternativa alla generazione di politicanti che non sono stati all'altezza di difendere e sviluppare la ricchezza di questo territorio e le opportunità per la sua popolazione».
 
È davvero il sovranismo la strada che dovrebbe cambiare l'Europa? Non si corre il rischio, piuttosto, di rimettere in discussione princìpi fondamentali come quello la solidarietà su cui l'Unione europea si fonda?
«L'Unione europea non difende la solidarietà tra i popoli europei: organizza il disarmo politico delle nazioni non per creare una potenza europea protettrice che coordina le forze ma una no man's land commerciale che aumenta le debolezze. Il sovranismo è giusto il modo di ridare un capo politico a questo mercato aperto senza testa legittima. La soluzione viene dai popoli e in particolare, io credo, da un'Alleanza tra la Francia e l'Italia».

Matteo Salvini potrebbe essere il leader di questa internazionale sovranista alla quale anche lei sta lavorando?
Marion Maréchal non risponde.
Interviene Sofo: «Salvini è un leader carismatico e capace e sta dimostrando che un sovranismo di governo è non solo possibile ma anche auspicabile e questo ha un suo valore. È stato lui a tracciare la strada di un nuovo sovranismo in Europa capace di coniugare la difesa della Nazione con la valorizzazione delle identità locali e dei territori, un caso eccezionale nel panorama europeo».

Signorina Marion, lei ha citato Gramsci per sottolineare la priorità dell'identità culturale di un Paese su tutto il resto: a molti, per la verità e non solo a sinistra, è sembrata una provocazione. Cosa risponde?
«Ho citato Gramsci per mettere l'accento sulla necessità per la destra di condurre la battaglia culturale perché, come lui ha detto, essa è la condizione della vittoria elettorale. Da troppo tempo la sinistra ha l'egemonia intellettuale sulle leve del pensiero: cultura, scuola, media. Questo dove cambiare. E per rispondere, preferisco avere ragione con degli oppositori che avere torto con degli amici».

Ma l'Unione europea rischia di essere stritolata sul piano economico da Cina, Usa e Russia: non crede che andrebbe protetta e rilanciata la sua storica unità prima che sia troppo tardi?
«L'Unione è indispensabile per proteggere il nostro continente dall'immigrazione, per garantire la nostra sovranità, per creare l'alternativa monetaria al dollaro, per negoziare meglio i contratti commerciali con i paesi extra-europei. Il problema è che la commissione europea ha fallito su questi temi essenziali. Perché? Perché la Commissione non pensa all'Europa come a una civiltà da conservare, come a una potenza che deve essere indipendente e la cui l'autonomia deve essere ricercata. La considera invece come un mercato che può essere la colonia economica delle potenze straniere, la colonia identitaria dei migranti e dell'Islam e la colonia diplomatica degli americani. Votare sovranista è votare per dare un futuro all'Europa».

Non avverte anche lei il pericolo di un rigurgito di fascismo in Europa cavalcato dalle formazioni della destra estrema e non solo?
Anche su questa domanda Maréchal non risponde. Parla ancora Sofo: «Grazie a Dio in Italia siamo in democrazia, non c'è nessun pericolo di fascismo all'orizzonte, al massimo c'è il rischio rappresentato da quello che Tremonti chiamava fascismo bianco, ovvero la finanza internazionale e la tecnocrazia che espropriano i popoli della loro sovranità. Sarebbe invece importante svelenire il clima politico nel Paese».
© RIPRODUZIONE RISERVATA