Invitalia, Rocco Sabelli e Bernardo Mattarella al vertice finisce dopo quindici anni l'era Domenico Arcuri

Invitalia, Sabelli e Mattarella (foto) al vertice: finisce dopo quindici anni l'era Arcuri
Invitalia, Sabelli e Mattarella (foto) al vertice: finisce dopo quindici anni l'era Arcuri
di Rosario Dimito
Venerdì 1 Luglio 2022, 11:00
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Rocco Sabelli e Bernardo Mattarella sono il nuovo vertice di Invitalia. Termina così, dopo 15 anni, l'era di Domenico Arcuri al timone della finanziaria di Stato, attiva nel processo di crescita economica del Paese, attraverso l'azione su settori strategici per lo sviluppo e l'occupazione e impegnata nel rilancio delle aree di crisi, con particolare riferimento al Mezzogiorno. Ieri il governo ha designato, su proposta di Giancarlo Giorgetti (Mise) d'intesa con Daniele Franco (Mef) Sabelli alla presidenza e Mattarella alla guida come ad. La formalizzazione delle due nomine avverrà oggi da parte dell'assemblea iniziata tre giorni fa e rimasta aperta in attesa che l'azionista definisse i nomi. Sabelli è stato ad di Alitalia ai tempi del progetto Fenice dei capitani coraggiosi fino al 2012 e presidente di Sport e Salute da aprile a dicembre 2019. 

Mattarella, 56 anni, romano di origini siciliane, è da settembre 2017 ad di Mcc, la banca controllata dal Tesoro tramite Invitalia, dove ha passato 10 anni dal 2007: i primi quattro come cfo, gli altri dirigendo la business unit incentivi e innovazione, gestendo il portafoglio di offerta degli incentivi.

Che i tempi fossero maturi, lo aveva esplicitato tre giorni fa Mario Draghi: a domanda sulle possibili dimissioni del governatore Ignazio Visco, aveva risposto: «non ne so nulla, le uniche nomine a breve che mi vengono in mente sono quelle di Invitalia». Fino a ieri mattina il banchiere, incurante delle voci che lo inserivano da tempo tra i papabili, ha proseguito nell'esercizio del suo incarico alla guida della banca pubblica e si sarebbe recato a Orvieto, dove la locale cassa di risparmio da due settimane è posseduta direttamente da Mcc. 

Mattarella eredita alcuni dossier caldi, a cominciare da Acciaierie d'Italia, la società controllata al 62% da ArcelorMittal Italy e al 38% dall'Agenzia statale che il 31 maggio scorso ha prorogato di due anni, a maggio 2024, l'opzione di acquisto dall'Ilva dei complessi aziendali che oggi sono gestiti in fitto. La proroga riguarda anche l'opzione in forza della quale lo Stato versando 680 milioni salirà al 60%. Lo spostamento di due anni delle due scadenze deriva dal mancato dissequestro degli impianti a Taranto, da anni bloccati da un gip locale. Invitalia dovrà svolgere un ruolo proattivo nel rilancio dell'acciaio di Stato e il nuovo vertice è chiamato a funzioni cruciali di raccordo fra governo, che dovrà anche farsi carico dell'impatto ambientale, la magistratura.

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Ma oltre all'Ilva che ha un suo sottostante politico, economico e sociale, Invitalia è al fianco del governo come pivot del contratto del Pnrr, uno degli strumenti di politica industriale più rilevanti per rafforzare il tessuto produttivo del Paese in termini di innovazione, trasformazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Collabora con le principali amministrazioni centrali e locali nel pianificare e attuare gli interventi strategici per l'Italia del domani, mettendo a disposizione del Paese le competenze necessarie alla nascita e allo sviluppo delle imprese e all'accelerazione degli investimenti pubblici. Con tre decreti sono stati stanziati oltre 2 miliardi. In particolare, sono stati fissati i termini per l'apertura degli sportelli: Filiere produttive, Rinnovabili e batterie, Bus elettrici. E le filiere coinvolte sono automotive, design, moda e arredo, microelettronica e semiconduttori, metallo ed elettromeccanica, agroindustria, chimico/farmaceutico.

Infine Invitalia è attiva sul fronte incentivi finanziando programmi nel settore manifatturiero, nei servizi e nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con contributi a fondo perduto fino a 200.000 euro con un focus per lo sviluppo del mezzogiorno.

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