Italia campione, effetto Draghi: calcio, tennis e musica così il nostro Paese è tornato protagonista

Italia campione, effetto Draghi: calcio, tennis e musica così il nostro Paese è tornato protagonista
Italia campione, effetto Draghi: calcio, tennis e musica così il nostro Paese è tornato protagonista
di Mario Ajello
Lunedì 12 Luglio 2021, 09:56 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 23:03
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Effetto Draghi nel pallone. Super Mario aiuta Super Mancio. In quale maniera? Il premier lo zampino nella vittoria della Nazionale lo ha messo così: creando un contesto internazionale favorevole all’Italia, presentandola ovunque nei consessi europei e mondiali come un Paese serio e credibile, mettendo la sua faccia a garanzia del volto rinnovato dell’intera nazione. Un Paese così rinnovato nella considerazione degli altri è un Paese attrezzato a vincere e questa è stata la scommessa di Mario Draghi. Lui ha preparato il terreno, Roberto Mancini e i suoi ragazzi lo hanno calpestato da campioni e il gioco è fatto.

Draghi, Berrettini e i Maneskin

 

E così oggi pomeriggio gli azzurri vanno oltre che al Quirinale anche a Palazzo Chigi. «Gli italiani celebrano il successo della nazionale ai campionati europei di calcio.

Gli azzurri, guidati dal commissario tecnico Mancini, hanno mostrato insieme a grandi individualità un gioco e uno spirito di squadra straordinari. Il trofeo torna in Italia dopo più di 50 anni», così li accoglie Draghi. Io quale non ha giocato a Wimbledon (dove Berrettini si è fatto valere alla grande) e neppure a Wembley ma come ispiratore della nuova Italia che eccelle nello sport perché ha cominciato a migliorarsi in tutto il resto il premier le sue partite le ha giocate.

 

E non è neppure un cantante rock SuperMario, non ha in tatuaggi di Damiano né i capelli ora corti e prima lunghi del frontman dei Maneskin ma se la band romana dai concertini per qualche spicciolo di via del Corso si è trasferita a Eurovision vincendolo, spopola al vertice di Spotify e si è meritata la gigantografia luminosa a Time Square e il trionfo globale il timbro dell’Italia di Draghi - o comunque dell’Italia che si sente bene e vuole farlo vedere a tutti - qualcosa deve aver fatto.

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E dalla band di Damiano alla banda del Mancio, dal Berrettini super alla nazionale di basket che a sua volta ha stupito tutti per bravura come non mani e gli ultimi anni, l’intero contesto di questa nuova eccellenza è avvolto nel Pil in crescita e nelle previsioni che danno all’Italia un più 5 per cento per fine 2021. Si è sempre parlato dell’Effetto C - cioè della fortuna come ingrediente della politica, dello sport e della vita - ma stavolta c’è da considerare l’Effetto D come Draghi che anche Mattarella molto gentilmente riconosce al premier e lo estende a tutti: «Io come portafortuna?», dice il Capo dello Stato all’equipaggio dell’aereo presidenziale che lo ha riportato da Londra a Roma nella notte. E si risponde: «No, la fortuna l’abbiamo portata tutti». Compreso Draghi.

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Ma l’Effetto D non va ridotto a qualcosa che ha a che fare con la sorte. È da collegare invece alla professionalità con cui si allestisce la buona immagine di un Paese come precondizione per farlo vincere non solo sul prato di Wembley ma in tutti i campi. A cominciare da quello del Recovery e della ricostruzione, dove siamo ancora al prepartita ma i gol arriveranno.

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