La Carfagna scuote Forza Italia:
nuove alleanze in Campania

La Carfagna scuote Forza Italia: nuove alleanze in Campania
di Valentino Di Giacomo
Sabato 3 Agosto 2019, 08:09
3 Minuti di Lettura
«Ricucire». Tra gli esponenti di Forza Italia in Campania è questa la parola d'ordine nel day-after allo strappo di Mara Carfagna che ha rifiutato l'incarico offerto da Silvio Berlusconi di entrare nel direttorio del partito. Una mossa - quella della vicepresidente della Camera - che in pochi potevano aspettarsi e che ha disorientato una parte del gruppo dirigente campano di Fi.

 

LO SFOGO
Ieri la deputata salernitana ha trascorso l'intera giornata al telefono con quanti la chiamavano chiedendole quali intenzioni avesse dopo la sfuriata all'uscita del consiglio di presidenza del partito a Roma. «Non ce l'ho con Berlusconi e nemmeno mi si può dire che il mio gesto è dettato dalla volontà di fare la coordinatrice unica - ha spiegato Carfagna alla pattuglia dei parlamentari campani - ma il mio è un gesto d'amore verso il partito, non possono essere cinque i coordinatori perché così è impossibile rilanciare la nostra azione politica». Quale sarà il prossimo passo per far valere le proprie ragioni non lo sa neppure lei. Non c'è al momento nessuna voglia di lasciare Forza Italia, ma nemmeno restare a guardare la crisi del partito senza far nulla. Sullo sfondo dei giochi politici dentro Fi c'è pure il sempre più vicino appuntamento elettorale delle elezioni Regionali del prossimo anno, una soluzione per uscire dall'impasse andrà trovata nel minor tempo possibile.
LE GALASSIE
Eppure, dall'interno, c'è chi guarda alla mossa di Mara come un tentativo di spaccare il fronte e andare alla conta. Dopo la rinuncia ad entrare nel Direttivo, come è ormai prassi consolidata in Forza Italia, sono fioccati i comunicati di chi era a sostegno della posizione espressa dalla vicepresidente della Camera e chi invece l'ha aspramente criticata. Paolo Russo, Marzia Ferraiolo, Enzo Fasano e Gigi Casciello - da sempre ritenuti i parlamentari più vicini a Carfagna - hanno subito prodotto delle note per sostenere la sua posizione. Silenti invece tutto il resto delle truppe campane. Solo ieri Mimmo De Siano, coordinatore regionale di Fi è uscito allo scoperto per commentare i venti di burrasca. «Il gruppo dirigente campano di Forza Italia - ha detto De Siano - da sempre distintosi per l'assoluta coerenza politica nel rimanere sempre saldamente ancorato alle scelte lungimiranti del nostro presidente, è unito e compatto. Per quanto ci riguarda il presidente Berlusconi resta il nostro unico ed indiscusso leader e restiamo dell'avviso che sia stato un bene che chi da mesi e mesi ha avuto atteggiamenti distruttivi sia stato mascherato». Poi il ramoscello d'ulivo lanciato alla vicepresidente della Camera. «Condividiamo la riflessione di Mara Carfagna - ha aggiunto il coordinatore - serve una stagione politica nuova, fortemente inclusiva e un autentico confronto per garantire che Fi resti centrale nella coalizione di centrodestra aprendosi sempre di più ai movimenti civici». Sulla scia di De Siano anche Luigi e Armando Cesaro, Antonio Pentangelo, Fulvio Martusciello,Carlo Sarro, Fulvio Martusciello e Stefano Caldoro.
GLI SBOCCHI
C'è cautela tra le truppe campane. Del resto se lo strappo di Toti prevede facilmente un approdo in altre sigle del centrodestra a partire dalla Lega e da Fdi, meno margini ci sarebbero per un progetto alternativo. Un percorso centrista, con il contenitore «Altra Italia», che Silvio Berlusconi ha già individuato trovando adesioni tra gli ex Dc come Clemente Mastella, Gianfranco Rotondi e Lorenzo Cesa. Anche su questo Carfagna sta ragionando nel tentativo di capire se ci saranno margini per convincere Berlusconi a ritornare sui propri passi istituendo un Direttivo più snello anziché un gruppo di cinque coordinatori. Del resto - viene fatto notare - dei cinque coordinatori nominati soltanto Carfagna proviene dal Sud, nonostante la maggior parte dei voti di Fi sia proprio al meridione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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