«Sul debito l'Italia viola le regole», ma Tria fa muro: «Un errore la stretta adesso»

«Sul debito l'Italia viola le regole», ma Tria fa muro: «Un errore la stretta adesso»
di Luca Cifoni
Giovedì 30 Maggio 2019, 12:00 - Ultimo agg. 16:30
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Risposta entro domani, come richiesto dalla commissione. Con argomenti che riprendono quelli già usati in passato dal nostro Paese e puntano ad evitare un nuovo intervento di correzione dei conti ma senza interrompere il confronto con Bruxelles. La richiesta da parte della commissione di indicare i fattori rilevanti che hanno portato a non rispettare la regola del debito è in un certo senso un atto dovuto in questa fase ed anche la replica italiana non si dovrebbe discostare troppo dalla prassi consolidata: un elenco puntiglioso e dettagliato di fenomeni economici che giustificano la situazione attuale. Difficile che Giovanni Tria voglia inserire qualche elemento più politico, o addirittura inasprire i toni puntando su nuovi equilibri europei che del resto sono ancora tutti da verificare. Anche il colloquio con il presidente del Consiglio Conte - ieri pomeriggio - non ha portato a cambi di strategia. Matteo Salvini però ha annunciato di voler incontrare oggi il responsabile dell'Economia «per coordinare la risposta all'Europa». Secondo il ministro dell'Interno «l'unico modo per abbattere il debito è investire in crescita». E dunque qualche accenno a questa linea e alla volontà di ridurre il carico fiscale potrebbe alla fine essere inserito.
 
Nel testo al quale stanno lavorando gli uffici del ministero si parlerà in ogni caso delle tensioni internazionali che hanno messo a rischio la crescita mondiale, penalizzando in particolare un Paese esportatore come l'Italia; della bassa crescita nominale che da tempo affligge l'economia del nostro Paese anche a causa di un andamento dell'inflazione a lungo vicino allo zero; sui rischi connessi ad un'eventuale manovra di consolidamento dei conti attuata proprio in questo momento. Il Tesoro infatti se da una parte evidenzierà i numeri non favorevoli degli ultimi anni, dall'altra non rinuncerà a mettere l'accento sui segnali positivi che si sono materializzati nelle ultimissime settimane, con numeri che delineano un andamento produttivo un po' meno zoppicante. Anche sulla finanza pubblica il ministero dell'Economia si sente incoraggiato: il buon andamento della fatturazione elettronica generalizzata, che ha debuttato quest'anno, autorizzerebbe a sperare in una crescita delle entrate fiscali. Del resto le riforme del governo (reddito di cittadinanza e Quota 100) che nelle intenzioni dovrebbero intervenire positivamente su alcuni nodi strutturali, a fine anno dovrebbero rivelarsi meno costose di quanto previsto.

Secondo l'esecutivo se la commissione accettasse queste valutazioni le distanze potrebbero accorciarsi notevolmente. Ma è molto difficile che ciò avvenga. A quel punto il confronto potrebbe salire di livello, con la formalizzazione dell'inadempienza del nostro Paese e l'avvio dei passaggi formali che precedono la procedura vera e propria. Se Roma confermerà la propria indisponibilità ad attuare un intervento correttivo, anche limitato, o comunque a dare almeno qualche garanzia aggiuntiva per l'autunno, allora lo scontro sarà aperto. Con conseguenze potenzialmente pericolose sui mercati finanziari.
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