Ignazio La Russa, discorso integrale: omaggio a Segre e Pertini «Ora sarò il presidente di tutti»

Ignazio La Russa il discorso, l'omaggio a Segre e Pertini «Sono stato un uomo di parte tutta la vita, ora sarò il presidente di tutti»
Ignazio La Russa il discorso, l'omaggio a Segre e Pertini «Sono stato un uomo di parte tutta la vita, ora sarò il presidente di tutti»
Giovedì 13 Ottobre 2022, 14:56 - Ultimo agg. 17:54
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Un discorso ecumenico, che apre alle opposizioni nel segno del dialogo e della coesione nazionale più volte richiamata. Le parole del neoeletto presidente del Senato Ignazio La Russa sono introdotte da un gesto simbolico: all'arrivo sullo scranno più alto del Senato, il presidente porge un grande mazzo di rose bianche per la senatrice a vita Liliana Segre. 

La frecciatina a Forza Italia: «Ringrazio chi mi ha votato e chi non mi ha votato» 

Nelle sue prime parole da presidente del Senato La Russia esordisce subito con un'allusione alla delicata situazione che ha portato alla sua elezione: «Ringrazio chi mi ha votato, chi non mi ha votato e chi mi ha votato nonostante non faccia parte della mia parte politica». Un chiaro riferimento a Forza Italia, i cui 18 senatori non hanno votato il suo nome nonostante fosse stato indicato dalla leader della coalizione di centrodestra. 

Dopo questo primo riferimento però assume subito un tono istituzionale ed inizia un lungo discorso dai toni "ecumenici" in cui rimarca più volte l'apertura anche all'altra controparte politica, pur rivendicando il suo passato da militante. Esordisce ringraziando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Senato uscente Liliana Segre. E cita anche l'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini: "Nella vita è necessario saper lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza, diceva Pertini. E la lotta, aggiungo io vale anche qundo non c'è speranza di vincere, solo per averne preso parte". 

L'omaggio alle forze armate 

La prima parte del discorso è dedicata alle Forze Armate: «Nella mia lunga vita politica i momenti più toccanti e che ricordo con più tristezza e dedizione sono quando ho portato sulle mie spalle le bare dei soldati in Afghanistan e a loro e a tutti i caduti di ogni guerra va il mio deferente omaggio».

E ancora: «Il mio pensiero va ai patrioti ucraini perchè non c'è pace senza giustizia». 

I punti: ambiente, natalità, lavoro 

Nella seconda parte del discorso La Russa affronta il tema dell'ambiente, della famiglia e del lavoro. «Ecologia e tutela del pianeta sono fondamentali: l'umanità è respingere ogni forma di violenza e spopraffazione dei diritti legalmente riconosciuti. La violenza sui minori e la violenza sulle donne sono la vergogna della nostra società, vanno oltre che combattute, vanno prevenute. Tutelare l'infanzia e promuovere la natalità».

«Ogni fragilità ci riguarda e ci interpella serve sostenere dare speranza avvicinare, non dobbiamo chiederlo ad altri ma a noi stesso cosa è che possiamo e dobbiamo realizzare per essere accanto a quanti vivono una diversa abilità. Per chi è debole il posto non è in fondo è in prima fila».

«Lavoro significa riscatto per i giovani, per il sud per le periferie. Il lavoro è la storia dell'Italia, storia di ingegno di passione di cultura nel mondo. La parola Italia è quella che più di ogni altro appassiona e innamora cittadini lontanissimi dalla nostra penisola. è una porta il lavoro non può diventare il burrone delle morti bianche che hanno colpito recentemente e tristemente anche ragazzi molto giovani». 

«Un ricordo va anche ai caduti sotto i colpi della pandemia medici e infermieri che la combattevano, che sembra battuta e forse è battuta nella sua fase più acuta ma non abbasseremo la guardia. 
Le tante crisi del nostro tempo e del nostro mondo hanno bisogno di miracoli e chi meglio del nostro ingegno e della nostra esenza questi miracoli nel quotidiano può compierli, penso al Made in Italy, in Italia nelle istituzioni italiane ed europee. Nessun ambito escluso». 

«Sono stato un uomo di parte ma in questo ruolo non lo sarò»

«Sono stato un uomo di parte, di partito ma in questo ruolo non lo sarò ed è una lezione che ho appreso da tanti anni. Cercando sempre di coglire dagli eventi un utile posizione di crescita anche di mettere in discussione le proprie posizioni. È l'impegno non solo mio, ma della mia parte politica. Un insegnamento che ho reso da mio padre senatore di questa repubblica e che a livello politico ho ricevuto da più persone. E che devo a un uomo che non a caso veniva chiamato Minsitro dell'armonia Giuseppe Tatarella, che voglio ringraziare». 

Il ricordo di Calabresi e degli anni di Piombo 

«Ricordo la stagione del terrorismo politico, dei tanti ragazzi che hanno perso la vita perchè credevano in delle idee e degli ideali o perchè si trovavano nel posto sbagliato al posto sbagliato. 

«Di nomi ne potrei fare tanti e dovrei farne tanti, ma quello dell'ispettore Calabresi (ucciso nel 1972, ndr) credo possa rappresentarli tutti, assieme, per restare nella mia Milano, a tre nomi di ragazzi: un militante di destra, Sergio Ramelli (militante del Fronte della Gioventù morto nel 1975, ndr) che ho conosciuto e di cui sono stato avvocato di parte civile, e due di sinistra, Fausto e Iaio (frequentavano il centro sociale Leoncavallo di Milano e uccisi nel 1978, ndr) i cui assassini non sono mai stati trovati. Mi inchino anche davanti alle loro memorie. La stagione del terrorismo politico può essere considerata vinta, maggiori preoccupazioni continuano ad esserci per il terrorismo internaizonale. Mai abbassare la guardia di fronte ai fenomeni mafiosi». 

L'appello all'unità e l'omaggio all'Europa «Casa comune» 

«La senatrice Segre che ha parlato di tre date e non voglio fuggire, troppo facile scappare di fronte alle richieste di chiarezza. Ha parlato del 25 aprile, del 2 maggio del 2 giugno. Queste date hanno bisogno di essere celebrate da tutti, solo un'Italia unita è la precondizione per affrontare ogni emergenza e ogni criticità. Un clima coeso aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro paese, a costruire la liberazione come valore di tutti gli italiani a determinare i confini di un sistema politico per il semplice fatto di vivere in questo paese, di battersi per il suo futuro di volerlo più prospero e più sereno. All'interno di quel sistema comunemente condiviso" conclude citando l'ex magistrato e politico Luciano Violante». 

«Il parlamento con la sua centralità custodisce la memoria collettiva del paese. Le istituzioni sono memoria di futuro Con questo sguardo che si nutre di storia e di futuro che guardiamo all'Europa come casa comune. L'unione Europea deve essere ancora comunità speranza di pace se saprà come fare per elevare il suo raggio di azione sempre più in alto anzichè alle cose di secondaria importanza.  E conclude ancora con un'invito all'unità: Cercherò di essere il presidente di tutti» 

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