Manovra: più fondi per la sicurezza, aiuti al Centro per il sisma. Via al voto sulle modifiche

​Alla Camera 450 emendamenti segnalati per le novità c’è una dote di 400 milioni

Via al voto sulle modifiche
Via al voto sulle modifiche
di Francesco Bechis e Luca Cifoni
Lunedì 12 Dicembre 2022, 00:32 - Ultimo agg. 13:35
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In tutto 450 emendamenti che devono essere discussi in fretta: ieri i partiti di maggioranza e opposizione hanno definito gli emendamenti alla legge di Bilancio “segnalati” ossia quelli che saranno quanto meno sottoposti al voto, questa settimana. Dentro ci sono dunque alcuni temi sui quali si arriverà a qualche correzione all’impianto della manovra, nei limiti dei circa 400 milioni disponibili come “dote” per la Camera.

Tra quelli inseriti nelle proposte della maggioranza spiccano il rafforzamento dei fondi per il comparto sicurezza, il potenziamento di alcune agevolazioni destinate alle zone terremotate del Centro Italia e la sospensione del cosiddetto payback per i dispositivi medici: ovvero dell’obbligo per le aziende fornitrici della sanità pubblica (in questo caso di prodotti che vanno dalle protesi agli strumenti chirurgici) di ripagare la metà del disavanzo accumulato dalle varie Regioni.

In base a quanto segnalato dalle stesse imprese, l’applicazione di questa norma metterebbe in crisi tutto il settore, con aziende probabilmente destinate al fallimento e conseguente interruzione delle forniture per gli ospedali. Ecco quindi l’emendamento di Fratelli d’Italia che congela la legge fino alla fine del prossimo anno; ma sul tema c’è anche l’attenzione dell’opposizione. Sempre da Forza Italia viene un emendamento che guarda alle zone di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpite dal terremoto del 2016: le esenzioni fiscali vigenti vengono estese alle imprese che entro il 2024 avviano una nuova attività economica nella zona.


LA MAGGIORANZA
Tutta la maggioranza di centro-destra ha firmato proposte che puntano a potenziare gli stanziamenti per polizia e Forze armate: c’è ad esempio l’aumento delle risorse dedicate in particolari agli straordinari del personale, ma anche l’aumento delle dotazioni organiche per alcune strutture militari.


Tra i “segnalati” c’è pure l’emendamento di Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura di Montecitorio, che dirotta ad altre voci (sempre in campo culturale) i fondi destinati a 18App, il bonus cultura con il quale i diciottenni acquistano libri o altri prodotti. Il testo tuttavia ha perso - per inammissibilità - alcuni commi relativi a particolari utilizzi dello stanziamento. Probabilmente tutta la partita dovrà essere ridiscussa e la via è quella indicata dallo stesso ministro della Cultura Sangiuliano: revisione dello strumento con inserimento di un criterio legato all’Isee e vincoli specifici per evitare usi impropri. Il nodo resta però quello delle risorse finanziarie: alla fine l’attuale dotazione potrebbe essere comunque decurtata.


Rimangono altri nodi da sciogliere. Sulla questione del Pos, ovvero della soglia da cui far scattare l’obbligo effettivo per gli esercenti di accettare pagamenti elettronici (nel testo del governo è fissata a 60 euro) la decisione dello stesso esecutivo arriverà al termine della trattativa con Bruxelles: il dimezzamento a 30 euro potrebbe essere una formula di compromesso.

Da precisare anche l’intervento per sbloccare i crediti fiscali legati a superbonus ed altre detrazioni edilizie, non assorbiti dal sistema finanziario e rimasti a carico delle aziende. Tra gli emendamenti segnalati ne sono rimasti anche alcuni su questo tema. In particolare c’è un asse Lega-Forza Italia per permettere a banche e Poste di compensare una quota degli F24 presi in carico per i versamenti fiscali e contributivi dei clienti con i crediti da bonus edilizi. Dal Mef si predica cautela, in attesa anche qui di un pronunciamento europeo: oggi il dossier sarà al centro di una riunione tecnico-politica del governo. Nel cahiers leghista rientra anche il taglio dell’Iva sul pellet (combustibile) dal 22% al 10%. Mentre è di FdI la firma per stanziare quasi un miliardo di euro (300 milioni all’anno dal 2023 al 2025) per un “Fondo Rinnovabili Pmi” presso il ministero dell’Ambiente, o ancora a borse di studio per gli specializzandi in Medicina generale. Ma i ritagli non sono ancora finiti. Perché alla maggioranza - lo ha ricordato ieri ai capigruppo il sottosegretario al Mef Federico Freni - sarà chiesto di indicare in tutto una cinquantina di emendamenti “super-segnalati” da sottoporre a istruttoria tecnica. 


LE TRATTATIVE
Di qui la necessità di un compromesso sulle misure-bandiera dei partiti, è il caso degli sgravi fiscali per under-36 che FI chiede di aumentare da 6mila a 8mila euro. Una parte del “tesoretto” rimasto dovrà essere lasciata per le proposte dell’opposizione. Tra i 97 segnalati dal Pd svettano il rifinanziamento del Sistema sanitario nazionale (2,5 miliardi) e l’abolizione della tassa sulle mance. Dai Cinque Stelle ne sono arrivati 77, otto a firma di Giuseppe Conte: è fra questi la soppressione della riduzione del tetto al contante a 5mila euro. Ieri da parte dem è arrivata una richiesta alla maggioranza: impegnare tutti i fondi rimasti per una sola iniziativa bipartisan, il reintegro di Opzione Donna o un finanziamento alla Sanità. Proposta declinata. Della misura previdenziale si occuperà il governo a parte e tra i partiti al governo c’è chi ha bollato come «strumentale» l’iniziativa.

 

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