Legge elettorale, De Luca duro: «Non si saprà chi ha vinto, è tragedia. Di Maio? La casta contro la casta»

Legge elettorale, De Luca duro: «Non si saprà chi ha vinto, è tragedia. Di Maio? La casta contro la casta»
Venerdì 3 Novembre 2017, 16:36 - Ultimo agg. 17:23
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«Non mi piace assolutamente perché dopo il voto si aprirà una trattativa, ma non si saprà nemmeno se ci sono i numeri per una maggioranza». Parla di «tragedia», Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ai microfoni di Lira Tv, citando la legge elettorale approvata dal Parlamento. «Il problema è avere un sistema che consenta di governare - ha affermato - di sapere dopo il voto chi è il vincitore che si assume la responsabilità di governare». «Con il sistema di oggi - ha sottolineato - dopo le elezioni non sapremo cosa succederà in Italia, chi governerà il Paese, una tragedia». «Il referendum costituzionale è stato perso per errori del Pd, di Renzi, come egli stesso ha ammesso di personalizzazione - ha aggiunto - la discussione sulle riforme andava impostata in maniera seria: una sola Camera, un Senato rivisitato, semplificazione estrema delle istituzioni e certezza di avere un governo dopo le urne». «Abbiamo fatto un passo indietro di dieci anni - ha concluso - nei prossimi mesi, dopo il voto di marzo, l'Italia va verso un calvario».

«Si è ritrovato, miracolato, a fare il vicepresidente della Camera, a far parte della casta e parla contro la casta» ha proseguito del Luca parlando di Luigi Di Maio definito dal governatore campano «un chierichetto senza arte né parte, che non ha mai lavorato». «Non smetterò di ripetere che Luigino guadagna 13.500 euro netti al mese - ha affermato - e, come lui ha certificato, 100mila euro di spese». «Ho usato un'espressione romanesca 'Te possino ammazzarè - ha aggiunto - e si è impressionato, ha detto che l'ho minacciato di morte». «Per me è stata l'occasione per spiegargli qual è la differenza, cos'è l'ironia - ha sottolineato - e di spiegare con quale livello di truffatori politici dobbiamo fare i conti». «In Italia - ha concluso - viviamo in un clima di 'ammuinà e mistificazione generali».
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