Legge elettorale, l'ultima mossa:
la soglia di sbarramento è al 3%

Legge elettorale, l'ultima mossa: la soglia di sbarramento è al 3%
di Nino Bertoloni Meli
Venerdì 22 Settembre 2017, 09:27 - Ultimo agg. 23 Settembre, 09:55
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Roma. Arriva il Rosatellum bis e porta di nuovo le coalizioni, la soglia al 3 per cento per accedere in Parlamento, 232 collegi uninominali e il resto proporzionale, le liste bloccate ma corte, al massimo quattro nomi, tutti ben visibili sulla scheda. Il testo del Pd, l'estremo tentativo di varare una legge elettorale prima delle elezioni, è stato depositato da Emanuele Fiano in commissione, ma porta il nome latinizzato del capogruppo Ettore Rosato. Che osserva: «Questa volta c'è una consapevolezza diversa, si può chiudere entro il 15 ottobre». Larga l'intesa politica raggiunta: i favorevoli, oltre al Pd, sono Forza Italia, la Lega e i centristi, da Ap di Alfano a Casini passando per Dallai, al gruppo di Ala, agli ex montiani, alle autonomie. Sulla carta, ma solo sulla carta, la nuova legge può contare su ben 458 voti alla Camera, 150 in più dei consensi che ebbe l'Italicum. Detto questo, Matteo Renzi non nasconde dubbi sul fatto che questa intesa possa reggere. Il leader dem teme un bluff e vuole che tutti i contraenti mettano le carte sul tavolo.

L'incognita maggiore viene da tutti quei peones dalla rielezione dubbia se non impossibile, i cosiddetti rottamandi, quelli che in Parlamento già sanno che non torneranno e che, nel segreto dell'urna, potrebbero essere tentati più che dal gesto politico, dal dispetto. Quanto ai contrari, stanno tra gli 88 del M5S, i 41 di Mdp, la quindicina di FdI, la ventina di Sinistra italiana. Gli argomenti? Per i fuoriusciti del Pd, i bersanian-dalemiani, si tratta di un ennesimo patto tra Pd e Fi, di Parlamento di nominati, in breve di un «imbrogliellum». Quanto ai grillini, fanno le vittime, parlano di una legge «contro il M5S» e per l'occasione puntano il dito contro coalizioni e uninominale, come ha dichiarato Toninelli, il loro esperto in materia: «L'introduzione di collegi uninominali e coalizioni è un binomio devastante per il M5S e per la democrazia».

«Questa legge serve a quanti intendono coalizzarsi per dare una maggioranza e un governo al Paese», ribatte Dario Parrini del Pd. Nel centrodestra tra i più entusiasti la Lega di Salvini, «pronti a votarlo anche la prossima settimana», mentre più cauta appare Forza Italia, «è comunque un passo avanti rispetto al Consultellum» (Brunetta). Quanto al Pd, d'incanto è tornato il sereno. Le minoranze interne di Orlando e Cuperlo ci stanno, la possibilità di rifare coalizioni era del resto il loro punto centrale di richiesta. «Sì, era quanto chiedevamo, e se la legge passa non è detto che non si riesca a rifare una coalizione larga anche con i fuoriusciti, visto che nei collegi scatterà fortemente il voto utile», spiega Andrea Martella, orlandiano. «E se poi si riuscisse ad allargare il perimetro politico di chi ci sta, sarebbe ancora meglio», aggiunge Cuperlo.

Prudente, al limite dello scetticismo, si mostra Renzi. «Non è la nostra legge», dice ai suoi, e spiega che avrebbe gradito le preferenze, quindi, scottato dalle precedenti esperienze, ora vuole vedere «le carte degli altri». Dal punto di vista politico, l'analisi renziana è che il Rosatellum bis «favorirà qualcosa di nuovo al centro e qualcosa di nuovo a sinistra del Pd». Pisapia? «Se ci sta bene, altrimenti non è escluso che possa nascere qualcos'altro in quell'area» con Boldrini, Zedda e Leoluca Orlando.