Legge elettorale, la guerra fa "esplodere" le coalizioni: nel Pd cresce la spinta al proporzionale

Legge elettorale, la guerra fa "esplodere" le coalizioni: nel Pd cresce la spinta al proporzionale
Legge elettorale, la guerra fa "esplodere" le coalizioni: nel Pd cresce la spinta al proporzionale
Martedì 3 Maggio 2022, 15:40 - Ultimo agg. 4 Maggio, 17:13
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La guerra in Ucraina fa esplodere la guerra contro il maggioritario. Tutti divisi, dentro le coalizioni, rispetto alla Russia, all’America, a Putin (ripiove a Salvini) e a Zelensky, e questo dà fiato alla voglia di mani libere, di stare separati, di non essere più costretti al vincolo delle reciproche alleanze. Persino Enrico Letta, che su pace e guerra, è lontanissimo da Conte tentenna nella sua radicata convinzione maggioritarista, non crede più nel rapporto con M5S in piena deriva identitaria e lascia liberi tutti i dem a chiedere il proporzionale, ed è questo il senso del convegno di oggi sulla legge elettorale. La stessa che, pur non essendo proporzionale, viene intesa in senso proporzionalistico dalla Meloni, per antipatia verso Salvini e Forza Italia che stanno facendo blocco contro la crescita di FdI: “Potremmo andate da soli nei collegi uninominali”, è la minaccia di Giorgia. Super neo-proporzionalista Conte, che sulla guerra e sulla pace si muove da solo e alle elezioni per non sparire nell’abbraccio con i dem vuole andare da solo e io speriamo che me la cavo. Il proporzionale sta diventando una opzione tra forzieri e leghisti ma è legato a un particolare cruciale: con il partito unico, se si farà, questo sistema può convenire. Ma, appunto, va prima fatta la fusione dei due partiti in Prima l’Italia, marchio comunque già registrato. In Italia Viva, ma anche tra alcuni dem di vecchio rito renziano, il mantra no proporzionale in quanto sistema dell’’ingovernabilità, resta saldo.

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Lo scontro nel Pd


Ma è nel Pd che la discussione sulla legge elettorale è più aperta che altrove.

Cresce la spinta al proporzionale. Un passo decisivo è stato compiuto oggi nel seminario al gruppo alla Camera promosso da Matteo Orfini. Presenti tre ministri dem: Lorenzo Guerini, Andrea Orlando e Dario Franceschini. E Marco Meloni, coordinatore della segreteria nazionale del Pd, braccio destro di Enrico Letta. Interventi tutti su questa linea: il proporzionale può essere una soluzione. Questo non significa che non esistono più i poli e i campi, ma le singole forze politiche, liberate da vincoli pre-esistenti possono misurarsi con gli elettori sulla base di un profilo identitario per poi, in base al consenso, cercare di governare insieme. Enrico Letta, che ha avviato la segreteria sponsorizzando il maggioritario - con un cambio di rotta, rispetto alla strada proporzionale imboccata dal predecessore, Nicola Zingaretti - da tempo si dice disponibile a discutere sulla legge elettorale, definendo «pessima» quella attuale. La virata dem piace a Giuseppe Conte. «Sulla legge elettorale chiedo che la soluzione sia il proporzionale: noi l'abbiamo sempre sostenuta. Su questo mi sembra che nel Pd ci siano aperture bisogna vedere se ci saranno i numeri».

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