Libia, il ministro Moavero Milanesi da Haftar: è la fine del gelo

Libia, il ministro Moavero Milanesi da Haftar: è la fine del gelo
di Cristiana Mangani
Martedì 11 Settembre 2018, 10:30 - Ultimo agg. 11:25
2 Minuti di Lettura
Il capo della diplomazia italiana, Enzo Moavero Milanesi, entra in campo e recupera i rapporti con Khalifa Haftar, il comandante dell'esercito libico che governa nell'est del paese. In un incontro a sorpresa, annunciato in mattinata con un tweet dalla Farnesina, il ministro sembra aver riportato su un piano di collaborazione e cordialità i rapporti un po' usurati con l'uomo forte della Cirenaica.
 
Moavero è arrivato a Bengasi, primo ministro degli esteri che ha scelto di mediare direttamente nella roccaforte di Haftar. Non era mai successo finora e ha rappresentato un salto di qualità nell'azione diplomatica dell'Italia. Un gesto con il quale ha voluto dire: sebbene il nostro governo riconosca il ruolo di Fayez al Serraj, siamo anche coscienti che senza un accordo con il Feld maresciallo, con il parlamento di Tobruk e con le tribù della Tripolitania, difficilmente si potrà attuare un vero processo di pace. A favorire la missione del titolare della Farnesina potrebbe essere stata la ripresa dei rapporti con l'Egitto, tra i principali sponsor di Haftar insieme agli Emirati Arabi Uniti, e importante player nello scacchiere libico, come testimoniato dalle visite al Cairo dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, oltre che dello stesso Moavero. Ma anche la mediazione di Ghassam Salamè, inviato dell'Onu, al quale è affidato il compito di gestire i rapporti con le milizie.

Diverse le questioni sul tappeto. Innanzitutto la stabilizzazione della Libia, poi la presenza di Haftar al vertice che l'Italia sta organizzando per novembre e che si svolgerà in Sicilia. Un punto sul quale il generale non sembra aver sciolto la riserva, sebbene abbia garantito al ministro italiano di voler collaborare per aiutare il nostro governo a individuare altri interlocutori libici da invitare all'incontro. L'idea è di realizzare una vertice diverso da quello che si è svolto a maggio scorso a Parigi. Sarà un summit formato Roma 2015, che fu la chiave per arrivare agli accordi di Skhirat, in Marocco, che poi portò alla nascita del Consiglio presidenziale. Vi prenderanno parte gli Stati Uniti, la Russia, i paesi del Golfo, la Tunisia, l'Egitto, la Cina, la Turchia, e molte altre componenti libiche. Moavero sembra ottimista riguardo alla presenza del generale. Ne aveva già parlato a margine dei lavori del Forum Ambrosetti di Cernobbio. «Pensiamo che ci sarà - aveva dichiarato - fa parte delle componenti della realtà libiche, che devono essere tutte rappresentate».

Ieri, poi, di ritorno da Bengasi una nota della Farnesina ha spiegato con soddisfazione che «il colloquio è stato lungo e cordiale e ha rilanciato lo stretto rapporto con l'Italia, in un clima di consolidata fiducia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA