Spunta la lobby di ultradestra al forum della famiglia di Verona

Spunta la lobby di ultradestra al forum della famiglia di Verona
di Francesco Lo Dico
Giovedì 28 Marzo 2019, 07:30 - Ultimo agg. 14:45
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I promotori hanno presentato il World congress of families come una sorta di happening per mamme, papà e bambini. Ma a raccontare il clima di alta tensione che incombe sull'evento di Verona c'è la rinuncia del presidente dell'Istat in quota leghista Giancarlo Blangiardo, che dopo le polemiche ha deciso di rinunciare all'evento «a fronte del clamore che sta suscitando una sua eventuale presenza».

Sono molte le ombre che gravano sul forum veneto al via da venerdì e patrocinato dal ministro Fontana. Ma quella più inquietante e ancora inedita la proietta Agenda Europa, una rete europea composta da più di cento tra leader politici e funzionari governativi di estrema destra (di cui come vedremo alcuni saranno relatori all'evento), che da qualche anno prova a dare attuazione a un manifesto in 28 punti che ha l'obiettivo di spazzare via dal Vecchio continente i diritti conquistati dalle donne e dalle comunità Lgbt. Il Manifesto dell'organizzazione rimasta clandestina fino al 2017, composto di 138 pagine, assomiglia a un moderno manuale per il Tribunale della santa inquisizione. Ma guai a vederla come una congiura senza costrutto. Tra le battaglie ingaggiate da Agenda Europa c'è il referendum vinto per vietare il matrimonio gay in Croazia (idem in Slovacchia ma con risultato negativo), la legge per limitare il diritto all'aborto in Spagna nel 2014 (fallita) e quella per vietarlo del tutto (previsto anche il carcere) in Polonia nel 2016. Sono molti i fronti aperti in questi anni dal fronte oltranzista. Guerre sante del tutto compatibili con i 28 obiettivi individuati dal Manifesto. Che contempla tra l'altro l'abrogazione di unioni civili, divorzio e adozioni gay. Ma anche lo stop alla vendita di contraccettivi, alle visite diagnostiche pre-natali e alle forniture di materiale per aborti e fecondazioni in vitro. In cantiere anche leggi «contro la sodomia», a favore della criminalizzazione dell'aborto, contro il divorzio e contro la propaganda omosessuale. Nonché il divieto di usare staminali o di ricorrere al trapianto di organi e all'eutanasia.
 
Ma com'è nata Agenda Europa? E chi ne fa parte? La storia della lobby assomiglia alla trama di un romanzo distopico di Dan Brown. L'oscura vicenda comincia il 16 gennaio del 2013 a Londra come una spy-story, quando circa 20 leader e consulenti pro-vita convergono dal Nord America e dall'Europa in un locale al 25 di Eccleston Street, per un ritiro «strettamente confidenziale» che ha l'obiettivo di tracciare un «programma politico che sia coerente con la dignità umana e la Legge Naturale». Poco tempo dopo quell'incontro, finisce in rete su Wordpress un blog denominato Agenda Europe, disseminato di post anonimi al vetriolo.

Però è solo nel 2017, in seguito alle rivelazioni della tv tedesca Arte Television, che il velo si squarcia. Come poi emerso ad aprile dell'anno scorso da un dossier diffuso dall'Epf (una rete di parlamentari di europei impegnati a tutelare la salute sessuale e riproduttiva delle persone), a dare impulso all'Agenda Europa furono sei anni fa la conservatrice austriaca Gudrun Kugler, abituale conferenziera all'Istituto Teologico Internazionale creato dal Vaticano (ITI) e lo statunitense Terrence McKeegan, già consigliere giuridico presso l'Osservatorio Permanente della Santa Sede all'Onu. Ma tra i frequentatori del gruppo e dei suoi summit annuali, si sono distinti negli anni anche il ministro polacco per gli Affari europei Konrad Szymanski (già oratore al Wcf di Varsavia del 2007), l'ex vice ministro polacco per gli Affari Esteri Aleksander Stepkovski, il senatore irlandese Ronald Mullen, l'italiano ex Udc Luca Volontè e altri influenti lobbisti del Parlamento europeo come Paul Moynan, consulente politico per il Partito Europeo Conservatore e Riformista (ECR) e Leo van Doesburg, direttore degli Affari Europei dei Movimenti Politici Cristiani Europei (ECPM), partito al quale aderiscono lo stesso senatore Mullen ma anche lo slovacco Jàn Figel, già commissario europeo all'Istruzione, che fu oratore al summit di Agenda europea del 2016.

Ancora, svelano i documenti di Epf, tra i soldati della lobby anti-gender c'è Jakob Cornides, funzionario della Direzione per il Commercio alla Commissione Europea, che è stato presente come speaker al Summit di Agenda Europa nel 2014. Il quadro è chiaro. Agenda Europa conta su «una rete di fedeli seguaci che agiscono all'interno dei singoli parlamenti nazionali, del Pace (l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa), del Parlamento Europeo, dei singoli partiti politici e della Commissione Europea», annota il segretario dell'Epf, Neil Datta.

Ma che cosa c'entra tutto questo con il forum di Verona? Molto semplice. Sebbene gli organizzatori del Wcf neghino pervicacemente ogni legame, tra i relatori invitati sul palco di Verona si contano anche numerosi aderenti alla mission anti-Lgbt di Agenda Europa, annota l'Epf. È il caso dell'ex franchista spagnolo Ignacio Arsuaga, membro del cda del Wcf che figura anche tra i protagonisti di Agenda Europa. Membro del cda di Wcf e di Agenda Europa, è anche un'altra guest star di Verona: il rappresentante della Chiesa Ortodossa Russa Alexey Komov, che nega l'omofobia e parla semmai di «avversione verso gli stili di vita tipici dei gay». Invitata a parlare anche un'altra protagonista della lobby europea, la fondatrice del partito croato Hrast, Zejlka Markic, già promotrice in patria di un referendum (poi vinto) contro le nozze omosessuali. Membro di Agenda Europa è anche il giurista francese Grégor Puppinck, uno degli animatori dell'International Center on Law and Family (Icolf) di cui è protagonista un'altra contestata protagonista del forum, l'attivista nigeriana anti-gay Theresa Okafor. E a Verona è atteso anche l'attivista americano Brian Brown, presidente dell'Organizzazione Internazionale della Famiglia che presiede al Wcf, che vede nell'omosessualità una possibile «normalizzazione della pedofilia», ed ha frequentato i summit di Agenda Europa. Fondatore di Novae terrae, e membro di Agenda Europa, Luca Volontè non ci sarà.
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