Dpcm, confini tra Regioni verso il blocco. Ristoranti chiusi tutto il giorno nelle aree a rischio

Lockdown, il dpcm: confini tra Regioni verso il blocco. Licei e musei chiusi
​Lockdown, il dpcm: confini tra Regioni verso il blocco. Licei e musei chiusi
di Mauro Evangelisti
Lunedì 2 Novembre 2020, 00:25 - Ultimo agg. 14:01
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Un altro giro di giostra. I provvedimenti più severi nelle regioni più a rischio - tra queste sicuramente Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, ma si parla anche della Calabria - bar e ristoranti chiusi tutto il giorno, didattica a distanza fin dalla seconda media, negozi chiusi, pa in smart working. Questa mattina nuovo vertice con i presidenti di Regione e successivo passaggio in Parlamento del premier Conte per illustrare le misure inserite nel nuovo Dpcm. In queste ore è stato fatto un “taglia e cuci”, perché c’è ancora incertezza sulle misure che vanno attuate. Il ministro Franceschini ha confermato la chiusura dei musei. Sulla scuola alla fine è stata accolta la proposta che i governatori avevano già avanzato una settimana fa: didattica a distanza per tutte le scuole superiori, a cui potrebbero aggiungersi anche le classi dell’ultimo anno delle scuole medie. 

Nel Lazio i contagi a scuola sono già stati 3.600 e questi sono solo quelli che sono stati individuati con i test.

Tra le misure in valutazione la più traumatica è quella della limitazione a tutti gli spostamenti dopo le 18 (ma il dibattito è in corso e potrebbe essere dalle 20) fino alle 5. Costringerà a restare in casa tutti i cittadini che non devono spostarsi per comprovate ragioni di lavoro o di salute. 

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Più scivoloso il percorso verso le zone rosse provinciali e le chiusure di intere regioni per i quali saranno stabiliti dei criteri legati a Rt e riempimento degli ospedali. Altro tassello delle nuove misure di contenimento della diffusione riguarda gli spostamenti da una Regione all’altra. Ha confermato il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli: «Possibile una misura ragionevole come la limitazione agli spostamenti interregionali». 

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Lezioni a distanza anche per seconde e terze medie

Il direttore di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, il professor Massimo Galli, ieri ha ricordato che secondo la rivista Lancet le scuole in 28 giorni aumentano del 24 per cento l’indice riproduttivo del contagio. Anche per questo si va all’applicazione della didattica a distanza in tutte le scuole superiori, con l’ipotesi di estendere questa soluzione anche alle terze medie e, nelle aree a rischio, alle seconde. 

Moral suasion per far restare gli anziani in casa

Lo hanno definito «lockdown generazionale». Lo scopo è proteggere la popolazione più anziana, gli ultra settantenni. L’85,4 per cento delle vittime per Covid in Italia aveva più di 70 anni. L’obbligo di restare a casa, o di uscire solo per alcuni motivi legati specifici, risulta, secondo gli esperti, comunque di difficile applicazione. Per questo si punterà maggiormente sulla formula della raccomandazione e del richiamo al buon senso.

Il livello dell’Rt per definire le limitazioni

Una delle misure sul piatto è quello di vietare gli spostamenti da una Regione all’altra. I governatori però si sono opposti e hanno fatto notare che questa misura ha poco significato visto che ormai la trasmissione del virus sta coinvolgendo tutto il Paese. Due comunque gli scenari: bloccare lo spostamento da una qualsiasi regione all’altra; prevedere, al contrario, lo stop alle entrate e alle uscite nelle Regioni con l’Rt (indice di trasmissione) più alto come Lombardia e Piemonte.

Divieto di uscire senza motivazione dopo le ore 18

Di fatto questa misura va a prevedere un lockdown a metà: se con il precedente Dpcm è divenuta obbligatoria alle 18 la chiusura dei bar e dei ristoranti, nel provvedimento in arrivo si valuta di vietare qualsiasi spostamento che non sia legato a ragioni di lavoro o di salute dopo quell’orario o, al più tardi, dopo le 20. Già varie regioni applicano il coprifuoco alle 23 o a mezzanotte, l’ipotesi su scala nazionale per limitare i contagi è di anticiparlo alle 6 del pomeriggio.

Zone rosse su scala locale nelle province

Zone rosse su scala locale, all’interno delle regioni, nelle province in cui il virus sta correndo più che altrove. In Lombardia la situazione di Milano, Monza e Varese, dove l’incidenza è alta, è assai differente ad esempio di quella di Sondrio o Bergamo. Nel Lazio l’Rt di Roma non è tra i più alti, mentre Frosinone e Viterbo sono in sofferenza. Chiudere però solo zone specifiche, secondo alcuni governatori, sarebbe complicato nelle aree metropolitane come Milano.

Gli shopping center restano chiusi nei fine settimana

Per quanto riguarda il commercio e i servizi alle persone, si stanno studiando nuove limitazioni. Tra le proposte sul tavolo, rilanciate ieri anche dalle Regioni, c’è la chiusura nei fine settimana dei centri commerciali dove, normalmente, si riuniscono molti cittadini. Per quanto riguarda i negozi, ma anche i parrucchieri, per ora non c’è la serrata totale, ma se sarà deciso il coprifuoco alle 18 diventa automatica la chiusura anticipata.

Riduzione del 30% dei passeggeri su bus e metro

Sul fronte del trasporto pubblico locale, vero punto debole nel piano di prevenzione di diffusione del virus, si punta a ridurre del 30% il numero di passeggeri che ogni giorno, per ragioni di lavoro e di studio, affollano i mezzi senza la garanzia del distanziamento. La chiusura delle scuole superiori e la diffusione dello smart working va in questa direzione, ma il coprifuoco alle 18 rischia di avere una controindicazione: concentrare su alcune fasce orarie il rientro a casa.

Accelerazione per fare tamponi di massa

Improbabile che si possa arrivare al risultato della Slovacchia, che in 15 giorni vuole testare tutta la popolazione, con i tamponi rapidi. Però, anche se non è inserito nel Dpcm, il governo e le Regioni ora puntano a una accelerazione sul fronte dei tamponi. Per quelli molecolari l’obiettivo dei 200 mila al giorno è già stato raggiunto (ma non nel fine settimana), da oggi si punta anche a 100 mila antigenici, per un totale di 300 mila test ogni 24 ore.

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