Lombardia, fatto l'accordo Pd-M5S su Majorino: domani il voto online. Ma la divisione nel Lazio rallenta il ritorno del "campo largo"

Pd e Movimento 5 stelle divisi nel Lazio, uniti in Lombardia

Lombardia, fatto l'accordo Pd-M5S su Majorino: domani il voto online. Ma la divisione nel Lazio rallenta il ritorno del "campo largo"
Lombardia, fatto l'accordo Pd-M5S su Majorino: domani il voto online. Ma la divisione nel Lazio rallenta il ritorno del "campo largo"
di Andrea Bulleri
Giovedì 15 Dicembre 2022, 14:10 - Ultimo agg. 15:26
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Divisi nel Lazio, uniti in Lombardia. Pd e Movimento 5 stelle correranno insieme alle prossime regionali lombarde del 12 e 13 febbraio. Nonostante qualche freddezza iniziale, l'accordo tra dem e pentastellati alla fine è fatto: i grillini convergeranno sul nome dell'eurodeputato Pd Pierfrancesco Majorino come candidato al Pirellone. Sempre che domani gli iscritti, chiamati a benedire l'intesa via voto online, diano il loro via libera (anche se nessuno, in casa M5S, ne dubita). 

Non sarà della partita, invece, +Europa, contraria ad allargare il perimetro della coalizione al Movimento. Così come ballerà da solo il Terzo polo, che contro il leghista Attilio Fontana (ricandidato e sostenuto da tutto il centrodestra) schiera l'ex numero due della Regione, Letizia Moratti, che Azione e Italia viva avevano sperato potesse essere il candidato unitario delle opposizioni.

Il campo largo 

Una scelta obbligata, quella di Giuseppe Conte, per provare a sottrarre al centrodestra il governo della Regione (che non tocca alla sinistra da quasi tre decenni).

Ma la decisione è dettata pure da ragioni tattiche, dal momento che i Cinquestelle, in Lombardia, non hanno mai fatto faville. E schierare un proprio candidato avrebbe potuto significare condannarlo quasi certamente a un risultato deludente, almeno rispetto ai sondaggi nazionali. Dunque, riecco il "campo largo", l'alleanza tra centrosinistra e grillini che rinasce dalle sue ceneri sotto il Pirellone. E c'è già chi si chiede se la "pax lombarda" non possa preludere a un ritorno al dialogo anche a Roma, intesa come a livello nazionale. 

Del resto, a rimescolare le carte di una storia che sembrava finita tra accuse e veleni reciproci (soprattutto dopo il mancato accordo alle politiche dello scorso settembre), potrebbe contribuire pure il congresso in corso nel Pd. Perchè Elly Schlein, candidata alla segreteria dem, non fa mistero di voler spostare il partito a sinistra, proprio nella direzione auspicata da Conte. E le consonanze tra lei e l'ex premier, qualora la  deputata bolognese dovesse vincere le primarie di febbraio, non sarebbero difficili da trovare. A cominciare da salario minimo e difesa del reddito di cittadinanza. Più complicato, invece, un dialogo tra i grillini e l'avversario di Schlein, Stefano Bonaccini. Che seppur senza aver mai formalmente chiuso ai Cinquestelle, sposterebbe il partito verso un corso più riformista, dunque in direzione Terzo polo. 

La partita del congresso

Ecco perché i grillini guardano con attenzione alle prossime settimane del Pd. Conte lo aveva chiarito fin dall'indomani delle elezioni: "Con questi vertici dem, non possiamo sederci a un tavolo". Con altri, magari con Schlein, chissà. E se in Lombardia l'accordo (per ragioni politiche ma anche tattiche, si diceva), pare chiuso, nel Lazio a chiudersi è stato ogni spiraglio di dialogo con il centrosinistra. Che alle regionali ha schierato Alessio D'Amato, assessore alla sanità della giunta di Nicola Zingaretti, sostenuto anche dal Terzo polo. Un altro motivo che ha fatto dire no ai grillini, ancora in cerca di un nome da candidare per provare a strappare un buon risultato alla Pisana (nei giorni scorsi si era parlato delle giornaliste Luisella Costamagna e Bianca Berlinguer, ma quest'ultima avrebbe già declinato l'offerta). 

Sulla Lombardia, invece, proprio questa mattina è intervenuto lo stesso Conte, con un videomessaggio di 8 minuti rivolto agli iscritti stellati per annunciare che il voto su Majorino sarà domani. Conte ha spiegato che toccherà agli iscritti "decidere se venga finalizzato l'accordo con le altre forze del centrosinistra che hanno condiviso questo programma con maggiori chance di cambiare pagina, oppure non dare seguito a questo percorso e andare da soli con ovviamente minori chance di poter essere competitivi".

L'avvocato ha sottolineato poi che "occorre voltare pagina dopo quasi 30 anni di governo di centrodestra, dato che le politiche di Fontana si sono rilevate fallimentari, a partire al comparto della sanità". "Il M5s - ha aggiunto - sarà intransigente e irremovibile per quanto riguarda gli impegni assunti con cittadini. Se mai dovessimo andare in coalizione, quei punti saranno il faro della nostra azione". E  "se nel corso dell'attuazione di questo percorso non saranno più l'obiettivo, noi staccheremo la spina". Pd avvisato, di nuovo. 

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