Crisi Italia-Francia, Di Maio: «Sui gilet gialli non mi pento, la Lega non guardi indietro»

Crisi Italia-Francia, Di Maio: «Sui gilet gialli non mi pento, la Lega non guardi indietro»
di Simone Canettieri
Venerdì 8 Febbraio 2019, 00:45 - Ultimo agg. 18:39
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Vicepremier Di Maio, mentre parliamo la Francia ha richiamato l’ambasciatore a Roma: l’Italia rischia anche l’isolamento commerciale.
«Il nostro rapporto di amicizia con il popolo francese non è in discussione. Il Presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee».

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Ma l’Eliseo l’accusa di dare credibilità ai Gilet gialli che hanno messo a ferro e fuoco Parigi.
«Il mio incontro come capo politico del M5S, con esponenti dei Gilet gialli e con alcuni candidati della lista Ric è pienamente legittimo. E rivendico il diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese. Sono europeista. Ed essere in un’Europa senza confini, significa libertà anche per i rapporti politici non solo per lo spostamento delle merci e delle persone».
La Francia mette in discussione anche la relazione dell’Italia sulla Tav: esiste una mediazione con la Lega come il referendum?
«La Tav con il M5S Stelle al governo non si fa. Preferisco investire i soldi per garantire un collegamento rapido tra Roma e Pescara e per la sicurezza delle strade».
Oggi in giunta per le autorizzazioni è arrivata anche la sua memoria a doppia firma con Toninelli, oltre a quella di Conte. Gli atti sulla Diciotti, per lei, devono essere rimandati al tribunale dei ministri affinché si valuti l’intera posizione del governo e non solo quella di Salvini?
«Sulla Diciotti la decisione è stata presa dal Governo nella sua interezza. Questo è un dato che deve essere valutato e dipanato dalla Giunta, non se ne può non tenere conto».
Le stime sulla crescita arrivano allo 0,2, c’è già una recessione tecnica, basteranno il reddito di Cittadinanza e Quota 100 per risollevare l’economia o ci sarà bisogno di una manovra correttiva?
«Le stime sono addirittura in contraddizione tra di loro, mi sembra che stiamo assistendo al teatro dell’assurdo. Vogliamo farci dettare l’agenda da alcune stime che non ci prendono mai? Le nostre misure sono espansive e servono proprio a far crescere il Pil, il Reddito è una rivoluzione per il mondo del lavoro e contribuirà ad iniettare nell’economia reale soldi e forza lavoro».
Dopo le Europee ci sarà comunque una riflessione tra il M5S e la Lega sul contratto? Perché così è difficile pensare che reggiate 5 anni.
«Dopo le Europee sarà un piacere smentire e sorridere di tutte le ricostruzioni e i retroscena che leggo. Nel frattempo stiamo realizzando il contratto, in modo chiaro, veloce e con un dibattito a volte acceso». 
Lei si trova in Abruzzo per le regionali, così come Matteo Salvini. Le fa impressione vedere il suo alleato sul palco con Berlusconi e Meloni?
«Io sono in Abruzzo per sostenere la nostra candidata Sara Marcozzi. Il M5S non fa alleanze e si presenta sempre con una sola lista. Mi fa impressione vedere che il candidato di Berlusconi in Abruzzo non è neppure un abruzzese. Con 1 milione e mezzo di persone non sono riusciti a trovarne uno?».
Ma Salvini? 
«Salvini in Abruzzo ha scelto Berlusconi e il passato. Questa regione ha bisogno di un cambiamento per proiettarsi nel futuro, non di tornare indietro con le minestre riscaldate. Quello con la Lega è un contratto di Governo che rispettiamo e portiamo avanti. Stiamo ottenendo importanti risultati e dureremo 5 anni».
Non è anche un messaggio nei suoi confronti, quello di Salvini? Se cade il governo la Lega ha comunque un altro forno.
«Questi sono ragionamenti politici che non appartengono più a questa era. Mi fido della parola data».
Sara Marcozzi secondo i sondaggi, che vi danno in calo, non è data per vincente: è preoccupato?
«I sondaggi sono fatti per essere smentiti. Basti guardare le ultime politiche. Gli abruzzesi valuteranno in base ai fatti non ai sondaggi. Sono certo che si ricorderanno del lavoro che ha fatto Sara con i consiglieri anche all’opposizione: dalle ambulanze donate con il taglio degli stipendi alle Asl».
In Abruzzo ha schierato tutti i suoi ministri che stanno facendo molte promesse: il Di Maio di un anno fa l’accuserebbe di fare vecchia politica.
«Non facciamo promesse, ascoltiamo le esigenze del territorio e prendiamo impegni che siamo abituati a mantenere. Dall’opposizione abbiamo già realizzato tanto per l’Abruzzo e come Governo siamo attenti allo sviluppo del territorio. Ieri al Ministero abbiamo salvato i lavoratori della ex Olisistem, bene 34 famiglie. Oggi farò la #MaratonAbruzzo: un giro dalla montagna al mare per rimarcare le potenzialità di un territorio che deve essere valorizzate a partire dal turismo. E’ assurdo che ci vogliano 5 6 ore per arrivare da Roma a Pescara. Per questo non bisogna sprecare 20 miliardi per la Tav e impiegare fondi per le infrastrutture abruzzesi».
Rimane la ferita dell’Aquila. Si prende un impegno temporale per la ricostruzione?
«Su l’Aquila, come sulle altre zone terremotate, c’è il massimo impegno.

Col Mise abbiamo finanziato il bando Restart l’Aquila, che ha avuto in questi giorni una risposta incredibile. 10 milioni di euro per la ricostruzione, che deve poter procedere veloce, senza problemi per le imprese, per i cittadini e per le pubbliche amministrazioni».

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