Ricorso anti-Conte, due mail di Di Maio potrebbero «salvare» le nomine nel M5s

Ricorso anti-Conte, due mail di Di Maio potrebbero «salvare» le nomine nel M5s
di Valentino Di Giacomo
Martedì 15 Febbraio 2022, 10:37
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La speranza di Giuseppe Conte di ritornare alla guida del Movimento 5 Stelle, facendo decadere la sospensiva che lo ha detronizzato da presidente, è appesa a due mail inviate da Luigi Di Maio nel novembre 2018 al Comitato di garanzia dei grillini. «In qualità di capo politico - scriveva l'allora leader M5s - propongo che lo stesso criterio per l'accesso al voto degli iscritti applicato alle votazioni e alle consultazioni su Rousseau, venga esteso anche per le votazioni che hanno come oggetto la convocazione dell'Assemblea degli iscritti. Potranno quindi prendere parte a tutte le future convocazioni dell'Assemblea, gli iscritti da almeno sei mesi con documento certificato». È il cavillo a cui si appellano gli avvocati di Giuseppe Conte: sarebbe un paradosso se a salvare l'ex premier possa essere proprio il ministro degli Esteri che nelle ultime settimane è in aperta guerra alla leadership del decaduto presidente.

Venerdì scorso gli avvocati assunti da Conte, in primis il legale Francesco Astone, ha presentato a Napoli istanza di revoca contro la sospensiva che ha decapitato il Movimento, bloccando la validità del nuovo statuto e la successiva elezione di Giuseppe Conte a presidente. La mossa giunge dopo che il tribunale di Napoli, dopo un'istanza presentata civilmente da tre attivisti partenopei, ha motivato la sospensione di Conte dalla presidenza M5s perché hanno ritenuto illegittima l'esclusione dalle votazioni degli iscritti da meno di sei mesi e, di conseguenza, il mancato quorum per l'elezione di Conte. Se i giudici napoletani ritenessero ora valida quella comunicazione di Di Maio al Comitato di garanzia tutto potrebbe cambiare. Erano le 10.05 dell'8 novembre 2018 quando l'allora Capo politico invia la sua mail. Vito Crimi, all'epoca membro anziano del comitato di garanzia, replica esprimendo il «parere favorevole» dell'organo. Una decisione che ora, per la truppa che sostiene Conte, diviene organica nello Statuto M5s. Così la pensa l'avvocato di Conte, Francesco Astone, che ha presentato il suo ricorso ai sensi dell'articolo 669 decies del codice di procedura civile che stabilisce «quando il giudizio di merito non sia iniziato o sia stato dichiarato estinto, la revoca e la modifica dell'ordinanza di accoglimento» possono essere «richieste al giudice che ha provveduto sull'istanza cautelare se si verificano mutamenti nelle circostanze o se si allegano fatti anteriori di cui si e' acquisita conoscenza successivamente al provvedimento cautelare».



Resta da capire quanto tempo impiegherà il tribunale di Napoli per valutare il ricorso presentato dai legali di Conte. I vertici M5s sperano persino che una risposta dai giudici possa giungere nel corso di questa settimana, ma ritengono più probabile possa giungere nell'udienza già fissata all'1 marzo quando, comunque, il tribunale sarebbe chiamato a dirimere solo la questione attinente alla competenza territoriale.

Eppure, si chiedono gli attivisti che hanno presentato il ricorso contro l'M5s: «Può bastare una mail privata a fare le veci di un regolamento?». Se i tempi in tribunale si allungassero o se i giudici rigettassero il ricorso dei grillini a quel punto l'unico modo per rimettere in sella Conte sarebbe una nuova votazione, ma su Rousseau, aprendo un 

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