«Due forni» per il M5S, cosa significa la metafora di Giulio Andreotti

«Due forni» per il M5S, cosa significa la metafora di Giulio Andreotti
di Mario Ajello
Sabato 24 Agosto 2019, 11:11 - Ultimo agg. 11:16
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I "due forni". Non si fa che parlare di questo, a proposito della duplice possibilità per M5S: infilare la propria pizza politica a sinistra (forno Pd) o a destra (forno Lega)? Ciò che è certo è che il grillismo si è convertito all'andreottismo. La nascita della teoria andreottiana è stata raccontata così da Giuseppe Loteta, storico cronista parlamentare del Messaggero (classe 1931): «Quando Giulio Andreotti enunciò la teoria dei due forni – ha scritto il giornalista in occasione dei 90 anni del “Divo” – eravamo in tre o quattro intorno a lui, alla buvette di Montecitorio. Lo fece con semplicità, con naturalezza, quasi non sapesse, e lo sapeva benissimo, che le sue parole l’indomani avrebbero fatto il giro dei giornali quotidiani. «Se debbo comprare il pane – disse – e ho nella mia stessa strada due forni e uno di questi me lo fa pagare caro o mi da un prodotto scadente, vado dall’altro».
Ma quando nacque la dottrina dei “due forni”? Qui le interpretazioni divergono. Il “copyright” è certo, il periodo al quale si riferisce meno. Andreotti stesso in quel colloquio spiegò di avere inventato la pratica politica durante la crisi che portò al voto anticipato nel 1987. I “due forni” erano negli anni ’80 quello socialista e quello comunista, ai quali rifornirsi alternativamente per evitare di pagare al Psi di Bettino Craxi prezzi eccessivi. Tuttavia, per altri, Andreotti stesso usò la metafora per descrivere una fase storico-politica precedente, quando negli anni Sessanta la Dcsfruttava la propria centralità per “acquistare il pane” da uno dei due forni che aveva a disposizione: quello di sinistra (i socialisti guidati da Pietro Nenni) o quello di destra (i liberali di Giovanni Malagodi ma anche i missini). 
E ora i due forni rieccoli. Il Messaggero li conosce da sempre.
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