M5S, sulla strada di Di Maio riecco la variabile Fico

di Francesco Lo Dico
A “bordo” del Movimento ci sono saliti entrambi sin
dalle origini dalla stessa scaletta. Ma una volta salpati alla
conquista del vello d’oro, i due argonauti campani hanno
cominciato a litigarsi il timone: jeans e maglietta, barba biblica
e nera, Roberto Fico tracciava la rotta a babordo. Poi arrivava
Luigi Di Maio, cravatta al vento, e sterzava a tribordo.
Così è sempre stato negli ultimi dieci anni. E
così sarà ancora da qui a pochi giorni, quando vicina
alla banchina di Palazzo Chigi, la ciurma pentastellata
dovrà scegliere, forse per sempre, se seguire i due dioscuri
a destra o a sinistra dopo anni di navigazione in balia di correnti
opposte. Posillipino, figlio di un dipendente del Banco di Napoli,
il presidente della Camera non è stato esente da critiche
dopo le foto in corriera per andare a Montecitorio. Ma la passione
per l’autobus ce l’aveva sin da ragazzino, quando dalla
prestigiosa collina napoletana scendeva per raggiungere il Liceo
Umberto I a Chiaia. «Gli altri chiattilli ci andavano con la
moto per fare scena. Roberto no, prendeva tutte le sante mattine il
140, senza mai fare un fiato», racconta chi lo conosce bene.
Timido e sognatore, Fico studiava da musicista e non si perdeva mai
un concerto di Lucio Dalla. Poco lontano da Napoli, frattanto il
giovane Di Maio cresceva a Pomigliano, all’insegna del tipico
pragmatismo di provincia. Figlio di un dirigente del Movimento
sociale («ma io avevo le mie idee», preciserà
sfuggente), sensibile al richiamo della legalità in una
terra martoriata, il giovane Luigi si vedeva da grande foderato da
un uniforme da poliziotto. E anche al liceo, dove già
primeggiava in diplomazia, aveva già deciso da che parte
stare. «Arringava gli altri ragazzi, e spiegava loro che non
dovevano occupare», racconta un suo coetaneo. Tutore
dell’ordine Luigi, cultore del disordine creativo Roberto.
Che al primo voto utile, neppure ventenne, premia Bassolino come
candidato sindaco, quando ancora c’era il Pds. E poi si
iscrive a Rifondazione.
Martedì 17 Aprile 2018, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 17-04-2018 09:37
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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