Scissione M5S a Bruxelles: lasciano 4 eurodeputati. Di Battista: «Un errore»

Scissione M5S a Bruxelles: lasciano 4 eurodeputati. Di Battista: «Un errore»
Scissione M5S a Bruxelles: lasciano 4 eurodeputati. Di Battista: «Un errore»
Giovedì 3 Dicembre 2020, 13:18 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 08:01
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Scissione a Bruxelles nel M5S. Gli eurodeputati Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini, Eleonora Evi e Rosa D'Amato lasceranno il Movimento 5 Stelle. «La frangia ambientalista del M5S al Parlamento europeo si separa formalmente dalla delegazione pentastallata presente in Europa per proseguire un percorso politico autonomo», si legge in una diffusa dall'europarlamentare Piernicola Pedicini. I quattro puntano a confluire nei Verdi europei. Di Battista: «Un errore».

«Con l'addio al M5S - si legge nella nota - i quattro eurodeputati rinnovano il proprio impegno a favore delle battaglie di cui sono stati portavoce in questi anni, mettendo al primo posto la difesa del pianeta e la tutela della salute dei cittadini. La decisione è stata resa necessaria dall'impossibilità di portare avanti con coerenza la difesa di questi temi, all'interno della delegazione del M5S, il cui operato oggi diverge irrimediabilmente sia dall'impegno preso con gli elettori che dalle aspirazioni originarie del MoVimento». Il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo «avvierà domani la discussione» sulla possibile adesione degli europarlamentari M5S.

Il nodo Mes

Ignazio Corrao motiva la scissione con una lunga lettera in cui, tra le altre cose, definisce il «dulcis in fundo» e una «presa in giro» la «giravolta» del Movimento sul Mes. «Dire lo avalliamo ma 'non lo attiveremo' è una clamorosa offesa a chiunque possiede un cervello e anche una incredibile violazione del programma elettorale.

Il nostro impegno con i cittadini era di fare il massimo per smantellare, liquidare il fondo salva stati e altri strumenti di austerity», spiega Corrao in una lunga lettera di addio.

«Che il Movimento avesse un inizio e una fine era noto a tutti noi sin dal principio - scrive ancora Corrao - Non sono nessuno per dire che è finito ma sono sicuramente in grado di dire che quello che oggi si chiama M5s è un'altra cosa, qualcosa di più simile agli altri partiti e sicuramente qualcosa a cui, da cittadino, non mi sarei avvicinato. Gianroberto Casaleggio diceva che i partiti, prima di scomparire, proveranno a somigliare al M5s. Purtroppo è successo l'esatto contrario grazie ad un fattore riconducibile alla natura umana che il visionario fondatore non aveva considerato».

La scissione contraria il leader Alessandro Di Battista: «Questa vostra scelta mi dispiace» e «per me è un errore», scrive sotto il commiato di Ignazio Corrao su Fb dove gli ricorda di aver «tante volte» espresso la sua contrarietà ad abbandonare : «Sei una persona per bene e sei un amico e per me l'amicizia così come la riconoscenza è un grande valore. È stato un onore aver fatto battaglie e migliaia di km insieme a te... Ad ogni modo è la tua vita. In bocca al lupo».

«È stata avviata una nuova procedura sanzionatoria del M5S nei miei confronti e dei miei colleghi al Parlamento europeo. Tolgo gli ex compagni di viaggio dall'imbarazzo di buttarmi fuori per motivi politici», interviene Rosa D'Amato secondo cui M5S, «al punto in cui siamo, non è in grado di rappresentare i principi e le speranze che sin dal primo giorno di attivismo avevano animato la mia passione politica». Il M5S «ha perso la sua identità e ha cessato di esistere da un pezzo e in realtà se ne sta distruggendo anche il ricordo».

Mes, la fronda M5S in Parlamento

L'addio dei quattro eurodeputati arriva mentre M5S è in fibrillazione per il via libera al Mes. Il 9 dicembre in Aula si dovrà dare l'ok alla riforma del fondo Salva Stati (non al suo utilizzo) e ieri 17 senatori e 52 deputati del Movimento 5 Stelle in una lettera hanno minacciato di far mancare il proprio voto. In Senato la maggioranza rischia di non avere i numeri, tanto più dopo l'annuncio di Berlusconi che anche Forza Italia voterà contro.

Getta acqua sul fuoco il ministro della Giustizia e capo delegazione M5S al governo Alfonso Bonafede, secondo il quale non esiste il rischio di una crisi di governo: «Basta leggere la lettera per constatare che non c'è questo rischio. Gli stessi parlamentari che l'hanno scritta precisano che non c'è un problema di maggioranza», ha detto a Radio24.

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