M5S, De Masi prevede la scissione: «Di Maio? L'unico capo possibile ma...»

M5S, De Masi prevede la scissione: «Di Maio? L'unico capo possibile ma...»
M5S, De Masi prevede la scissione: «Di Maio? L'unico capo possibile ma...»
di Diodato Pirone
Mercoledì 30 Giugno 2021, 12:31 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 20:13
4 Minuti di Lettura

Il sociologo Domenico De Masi è un buon conoscitore del mondo 5Stelle e dal suo invidiabile buen retiro di Ravello, sulla costiera amalfitana, risponde volentieri  alle domande sul futuro del Movimento.

M5s, Grillo licenzia Conte: «Non ha capacità». Poteri a un direttorio

Professore, cosa prevede a questo punto? Chi può prendere in mano il M5S?

«L'unica figura che mi viene in mente è quella di Di Maio.

Ma il punto non è questo».

E qual è?

«Di Maio ha già fatto il capo politico e non so se avrà voglia di rifarlo».

E perché?

«Fa il ministro degli Esteri in un governo guidato da Mario Draghi. Non so se la prospettiva di diventare capo di un partito che probabilmente si scinderà e avere un capo de facto, brillante ma imprevedibile, come Beppe Grillo lo possa appassionare più di tanto. Non parlo solo di questioni di convenienza che pure hanno la loro importanza».

Lei prevede la scissione dei 5Stelle?

«Non vedo altra prospettiva. Forse è meglio così perché le abissali differenze di visione e di carattere emerse in questi giorni fra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sarebbero esplose in ogni caso in un prossimo futuro. Ma quello che sta per succedere dimostra che i 5Stelle sono un Movimento di sinistra».

Si spieghi meglio.

«La sinistra ha una consolidata sotria di scissioni».

Avremo due partiti 5Stelle così come nella prima Repubblica c'erano due partiti socialisti? Il Psi e il Psdi?

«E' probabile».

E con quali conseguenze per il sistema politico italiano?

«A me  pare un gigantesco regalo alla destra che mi sento di attribuire soprattutto a Beppe Grillo. E si tratta di un regalo a una destra-destra come quella italiana che - quanto meno - non è europeista e che qualche dubbio sulla tenuta democratica del Paese me lo fa venire. Ma questo discorso meriterebbe ben altri approfondimenti».

Come giudica il comunicato di Grillo?

«Grillo è fatto così. Non credo abbia messo in conto che giudizi così pesanti su Conte possano rovesciarsi come un boomerang anche su di lui. E' stato Grillo a scegliere Conte sia come capo del governo che come futuro capo dei 5Stelle per di più davanti ai parlamentari pentastellati solennemente riuniti».

La classica storia fra genio e sregolatezza?

«Per come lo conosco io, Grillo ha sicuramente delle intuizioni geniali che gli vengono dalle sua qualità artistiche. Ma i 5Stelle sono decollati grazie alla sua collaborazione con Casaleggio padre che era capace di mettere a terra una certa visione che ha incontrato le preferenze di un terzo degli italiani. La scomparsa di Casaleggio ha cambiato tutto. Nel caso di Beppe a tutto questo probabilmente va aggiunto il peso delle vicende della sua famiglia».

E Conte?

«Doveva trasferirsi un mese a Genova e forse incensare Grillo ancora di più di quanto abbia fatto. Io sono rimasto impressionato dal fatto che Draghi parli spesso con Grillo. Molto di più di quanto l'opinione pubblica non percepisca. Conte a sua volta avrebbe dovuto parlargli di più anche se capisco che l'argomento dell'organizzazione di un partito possa risultare veramente noioso».

Sul piano tecnico le proposte di Conte come le sembrano?

«Conte intendeva trasformare i 5Stelle in un partito. E un partito si fonda su quel tipo di organizzazione anche se "leggera" come l'ha definita lui. Avergli dato del "seicentesco" dimostra la volontà di Grillo di non dare vita a un partito e di continuare a "governare" ciò che resterà del Movimento con i suoi diktat. Amen».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA