Manovra, sconti a chi paga con la carta: ma per gli altri l'aliquota sale

Manovra, sconti a chi paga con la carta: ma per gli altri l'aliquota sale
di Cifoni e Dimito
Sabato 28 Settembre 2019, 07:46 - Ultimo agg. 17:15
4 Minuti di Lettura

Ruota sempre intorno all'Iva il lavoro di preparazione della manovra di bilancio per il 2020. Mentre il governo si accinge ad approvare, nella serata di lunedì, la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, procede anche la messa a punto del pacchetto fiscale, che sulla carta dovrebbe garantire alcuni miliardi di maggiori entrate. Necessari tra l'altro proprio per contribuire a sterilizzare i previsti aumenti dell'imposta sul valore aggiunto. Il problema è che l'incentivo all'uso del contante non garantisce nell'immediato le maggiori entrate di cui c'è bisogno per far quadrare i conti, senza allargare il deficit oltre i livelli concordati con l'Unione europea. Anzi: gli incentivi per spingere gli italiani a cambiare abitudini sono inizialmente costosi, sia quelli sotto forma di credito di imposta per gli esercenti sia il possibile cashback a beneficio dei consumatori. Ed anche l'eventuale emersione di gettito aggiuntivo, grazie alle transazioni che escono dal nero, avrebbe bisogno di un po' di tempo. Nel frattempo, l'esecutivo ha comunque bisogno di aumentare gli introiti.

Il premier: l'Iva non cresce ma cambierà: puntiamo a fare una manovra espansiva
 



L'idea è quindi applicare, accanto allo sconto per i pagamenti tracciabili, una penalizzazione per quelli che passano ancora per la carta moneta. Ad esempio (ma le percentuali sono ancora oggetto di valutazioni e simulazioni) il premio potrebbe essere del 3 per cento a fronte di un aggravio dell'1: chi usa bancomat e carte di credito avrebbe quindi un vantaggio del 4 per cento.
Si tratta però di uno schema che pone problemi sia politici sia tecnici. Da una parte si verrebbe meno all'impegno di non rialzare l'imposta sui consumi, anche se solo per alcuni cittadini e magari limitatamente un certo sottoinsieme di beni e servizi. Dall'altra va tenuto presente che l'Iva risponde a regole europee le quali non permettono ad esempio di differenziare le aliquote oltre un certo limite. Quindi la via maestra per applicare lo schema incentivo/disincentivo sarebbe comunque un incremento generalizzato dell'attuale livello della tassazione, sul quale calcolare poi i benefici per la moneta elettronica.

LE BANCHE
Intanto sul fronte della riduzione delle commissioni bancarie sulle carte sta facendo passi avanti il modello dei benzinai lanciato dal presidente Abi Antonio Patuelli. Il tavolo tecnico fra il viceministro del Mef Antonio Misiani e il direttore generale dell'Abi Giovanni Sabatini, riunitosi nelle ultime ore, ha messo a punto lo schema di massima per ridurre le commissioni sulle transazioni. Esse saranno gratis fino a 5 euro e a scalare verranno declinate percentuali di riduzione in funzione del modello di pricing. In pratica siccome non si vuole costituire un cartello fra banche individuando un percorso comune che finirebbe nel mirino dell'Antitrust, la riduzione delle commissioni verrà calcolata in funzione della crescita dei volumi: saranno di fatto percentuali variabili ad bancam.

I RISPARMI
Gli altri capitoli da cui si attendono coperture finanziarie sono la razionalizzazione delle attuali agevolazioni fiscali e i risparmi d spesa. Per quanto riguarda la prima voce, si lavora all'ipotesi di condizionare almeno una parte delle detrazioni Irpef al pagamento tracciabile dei relativi beni o servizi, sempre nella logica di spingere la moneta elettronica; ma viene valutata anche una rimodulazione degli sconti stessi in base al reddito, a svantaggio di quelli più alti. Il nuovo ciclo di revisione della spesa dovrebbe garantire almeno un miliardo in più a carico dei bilanci dei ministeri. Anche lasciando correre il deficit fino al 2,2 per cento del Pil o anche al 2,3, resterebbero in ogni caso risorse da reperire. Intanto lunedì arriverà il quadro macroeconomico, con la crescita del 2020 fissata allo 0,4-0,5 per cento del Pil (salvo una limitata spinta delle misure di politica economica) e il disavanzo per l'appunto poco al di sopra del 2 per cento. Per completare la stesura del disegno di bilancio e del probabile decreto legge in materia di fisco resteranno poi una ventina di giorni.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA