Manovra, un tetto alla spesa per i ministeri: nodi famiglia e tasse

Manovra, un tetto alla spesa per i ministeri: nodi famiglia e tasse
di Luca Cifoni
Lunedì 28 Ottobre 2019, 06:41 - Ultimo agg. 19:59
4 Minuti di Lettura

Ormai in Gazzetta ufficiale il decreto fiscale, che assicura una parte delle coperture finanziarie, il governo deve portare in Parlamento la componente più sostanziosa della manovra, ovvero il disegno di legge di Bilancio. La scadenza era fissata allo scorso 20 ottobre, ma è improbabile che il testo arrivi alle Camere prima del fine settimana. Non sono pochi i nodi ancora da sciogliere e i partiti della maggioranza sono intenzionati a portare avanti le proprie richieste sia in questi ultimi giorni di trattativa sia dopo, durante il passaggio nelle commissioni e nelle aule parlamentari. Italia Viva, la formazione di Matteo Renzi, spinge ad esempio per un intervento di contenimento della spesa pubblica, che permetta anche di reperire risorse alternative a quelle derivanti da nuove imposte. In questa prospettiva sarebbe stata raggiunta un'intesa per ancorare la spesa per consumi intermedi delle amministrazioni centrali (a partire quindi dai ministeri) alla media degli ultimi tre anni. Di fatto si tratterebbe di un congelamento delle uscite ai valori nominali: resta da capire se applicata su tutte le voci. Tra i dossier più delicati quello relativo al fondo della famiglia (che sarà al centro di un vertice domani): andrà inoltre definito il dettaglio delle nuove imposte previste, tra cui quella sulla plastica. Quest'ultimo prelievo, a seguito delle rimostranze delle aziende, potrebbe essere rivisto con l'esclusione di quella riciclata.

Decreto fiscale, carcere e limiti al contante: stretta graduale sull'evasione Schede

Partite Iva
Nella legge di Bilancio dovranno essere chiarite le correzioni aalla cosiddetta flat tax per le partite Iva. Di certo, a differenza di quanto previsto dal precedente esecutivo, il regime più favorevole non sarà esteso a imprese e professionisti per fatturato tra 65 mila e 100 mila euro. Al di sotto della soglia dei 65 mila resterebbero confermati l'aliquota al 15% e il regime forfettario (invece che analitico) per la determinazione del reddito. Ma questi vantaggi potrebbero essere riservati solo ai contribuenti che non superano alcuni limiti di spesa o di reddito.

Pensioni
Ufficialmente l'intenzione del governo è di non toccare l'impianto di Quota 100: il meccanismo di pensionamento anticipato introdotto dal precedente esecutivo dovrebbe restare in vigore fino al 2021, terzo e ultimo anno di applicazione già prevista. In Parlamento però soprattutto Italia Viva è decisa a intervenire; se non per cancellare la misura almeno per allungare le finestre di uscita, recuperando così un po' di risorse finanziarie. Dovrà inoltre essere affrontato il problema dello scalone che si creerà dopo il 2021 al venir meno di Quota 100.

Affitti
Resta aperto il nodo della cedolare secca la tassazione sostitutiva (e più favorevole) applicata agli affitti. Il governo ha fatto sapere di voler portare al 12,5 per cento l'aliquota nel caso di locazione abitativa a canone concordato: un livello più alto del 10% temporaneamente in vigore negli ultimi anni, anche se più basso del 15% a cui si tornerebbe in assenza di interventi legislativi. Dunque nei fatti si tratterebbe di un aumento del prelievo. Da definire anche la proroga della cedolare applicata in via sperimentale lo scorso anno per la locazione di negozi.

Cuneo fiscale
Al taglio del cuneo fiscale, ovvero le tasse e i contributi che decurtano lo stipendio del lavoratore rispetto all'importo lordo versato dall'impresa, il governo ha destinato 3 miliardi per il 2020 e 5 negli anni successivi. L'idea di base è trasformare gradualmente l'attuale bonus 80 euro in detrazione d'imposta, potenziarlo per chi già lo percepisce ed estenderlo ai redditi da lavoro dipendente fino a circa 35 mila euro. Un piano dunque a beneficio dei lavoratori. Per il 2021 poi potrebbe essere prevista la cancellazione di alcuni degli oneri contributivi a carico delle imprese.


Aiuti per i figli
È uno dei nodi più caldi da sciogliere con il disegno di legge di Bilancio: nel Documento programmatico inviato in Europa il ministero dell'Economia ha dichiarato l'intenzione di destinare 600 milioni nel 2020 ad un nuovo fondo per la famiglia. Ma come saranno impegnate queste risorse? Di certo una parte andrà ad azzerare i costi degli asili nido per le famiglie a reddito medio-basso. Ma una parte della maggioranza spinge per sperimentare già dal prossimo anno l'assegno unico per i figli, che dovrebbe assorbire le varie forme di sostegno già in vigore.

Lavori in casa
Il governo ha già ribadito la propria volontà di confermare le attuali agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, per il risparmio energetico e per l'acquisto di mobili.

Inoltre verrà introdotta una nuova specifica detrazione, che potrà arrivare fino al 90% delle spese sostenute per il rifacimento delle facciate dei palazzi. Non ha bisogno di proroghe (in quanto in vigore fino al 2021) il cosiddetto sisma-bonus. Verrebbe meno invece la detrazione destinata alla sistemazione di giardini e aree verdi, ma sta crescendo la pressione per la conferma anche di questa agevolazione.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA