Onorevole Maria Elena Boschi, a meno di dieci giorni dal voto il caso dei finanziamenti di Mosca ai partiti di altri Paesi agita la campagna elettorale. Per ora nessuna forza politica nostrana pare coinvolta ma lei ritiene che il voto sia a rischio ingerenza da parte di forze straniere?
«In passato è stato così. Il report dei servizi Usa fa riferimento a elezioni e soprattutto referendum del recente passato. Non mi sorprenderei di leggere passaggi dedicati al referendum sulla Brexit o sul nostro referendum costituzionale del 2016. Sulle prossime elezioni non credo a ingerenze. Poi che Salvini abbia sempre difeso Putin e che Conte abbia addirittura fatto venire i soldati russi in Italia con la scusa della pandemia è un dato di fatto. Spero che lo abbiano fatto gratis».
«I sondaggi non sono più pubblicabili. Le sensazioni sì: finiremo davanti a Forza Italia. Ne sono certa io, ma ormai ne sono certi anche gli amici di Forza Italia».
«Puntiamo ai voti dei delusi. I moderati non possono consegnare il proprio voto alla Fiamma. E i riformisti non possono finire grillini o con la sinistra di Fratoianni. Raccoglieremo da entrambi gli schieramenti. Puntiamo a un buon risultato nel 2022, ma la scommessa è appena all’inizio: il nostro progetto non sono i 100 metri ma una maratona».
«Credo che a Roma, Firenze, Milano possiamo fare agevolmente la doppia cifra. Lavoriamo per ottenere questo risultato».
«Corro a Roma perché sono da mesi cittadina romana. Qui ho il mio lavoro, i miei affetti, la mia casa. Se avrò la gioia di avere figli, spero che nascano qui, nella Città eterna. Debbo molto a questa città e sarà un onore per me rappresentarla».
«Mi fido delle decisioni di Mario Draghi. Ma dobbiamo essere chiari: o si dice sì alle infrastrutture, come noi abbiamo fatto con tap, trivelle, rigassificatore, Tempa Rossa oppure siamo costretti alla dipendenza energetica e culturale. Quando Zingaretti aprì ai Cinque Stelle la prima cosa che fecero insieme fu disporre la moratoria persino delle rinnovabili. Loro sono per la decrescita felice, noi per le opere pubbliche e private».
«Intervenendo con autorevolezza in Europa. È in atto una gigantesca speculazione, iniziata ben prima della guerra. Per questo è stato un errore mandare a casa Draghi per precipitare in questa assurda campagna elettorale».
«Sì. Il loro crollo è molto probabile, ma noi non siamo dei sostituti. Se hanno i numeri, che governino. Se non hanno i numeri, che governi Draghi».
«Le riforme costituzionali si scrivono insieme, maggioranza e opposizione come abbiamo fatto noi nel 2014 perché sono le regole del gioco che riguardano tutti. Sul presidenzialismo noi siamo per un modello diverso: il sindaco d’Italia. Ben venga l’elezione diretta del premier in un quadro di modifiche costituzionali e di superamento del bicameralismo paritario. E ovviamente serve il ballottaggio con il doppio turno come previsto anche dalla nostra riforma».
«Letta attacca noi perché è ossessionato. Il Pd ha voluto il Rosatellum insieme alla Lega e a Forza Italia. La legge elettorale alla quale avevo lavorato io si chiamava Italicum e prevedeva il ballottaggio. È incredibile che in questa campagna elettorale si cancelli la verità dei fatti. La fiducia la posero il presidente Gentiloni e la ministra Finocchiaro. Renzi e Boschi volevano il ballottaggio».
«I dem si alleeranno di nuovo con i Cinque Stelle. È scritto. E noi saremo orgogliosamente equidistanti da Meloni e Salvini e da Conte e Fratoianni».
«L’Italia non è l’Ungheria e non lo diventerà mai. Ma Fratelli d’Italia ha da sempre Orban come modello. Noi in Europa stiamo con Macron, loro con Orban e Le Pen».
«In Italia c’è una legge, la 194, che va applicata. Nessuno la mette in discussione. E noi siamo pronti a difenderla ove qualcuno la volesse eliminare».