Mario Draghi a Sorrento avverte i partiti: «Ora avanti con le riforme»

Mario Draghi a Sorrento avverte i partiti: «Ora avanti con le riforme»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 14 Maggio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 16 Maggio, 11:21
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Inviato a Sorrento

«Subito le riforme», è il monito, perentorio, di Mario Draghi. Parla di Mezzogiorno e di ripresa, di Pnrr e investimenti il premier ma in sottofondo rimane sempre la richiesta ai partiti di fare presto e procedere sui temi che chiede l'Europa. Lo spiega nel suo intervento a Sorrento aprendo il forum Verso sud, organizzato dalla ministra Mara Carfagna. E qui, citando il poeta Torquato Tasso, don Luigi Sturzo e il grande meridionalista Manlio Rossi-Doria, indica la traiettoria per rimettere davvero in carreggiata il Mezzogiorno. Avvertendo di cambiare toni e prospettive sul Sud: «Basta con i pregiudizi», dice nel suo intervento, diretto e asciutto, a cui partecipa anche il capo dello Stato Sergio Mattarella.

Ma il tema principale di Draghi, quasi un assillo, sono quelle riforme che chiede ai partiti della sua maggioranza, anche nella difficoltà del momento attuale, e affinché evitano di perdersi in logoramenti che non giovano a nessuno.

Altrimenti le opportunità sono a rischio. Si riferisce ai fondi del Pnrr ma vale in generale per mettere davvero in moto il sistema Paese. 

«La struttura del Pnrr prevede che lo stanziamento di finanziamenti sia vincolato al rispetto delle scadenze, al raggiungimento di precisi obiettivi. Dobbiamo procedere incalza Draghi - rapidamente con l'agenda di riforme concordata con l'Unione Europea, per non perdere accesso ai finanziamenti e superare le fragilità strutturali che hanno rallentato la crescita dell'Italia e del Sud». 

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E subito dopo indica quei temi: «Serve rafforzare la capacità amministrativa, a partire dalla giustizia, e formare le competenze necessarie». Riforme impellenti che toccano ai partiti e sollecitate, appena due giorni fa a Napoli, anche dal leader degli industriali Bonomi: «La battaglia delle bandierine, i distinguo non ci aiutano, i percorsi delle riforme si sono interrotti, sono frammentati. I partiti non stanno consentendo al Governo di fare quegli interventi strutturali di cui abbiamo necessità». Naturale se, ognuno, è preso dal proprio riposizionamento in vista delle prossime politiche. Tra le intemperanze del grillino Conte che mettono in difficoltà il governo sulla politica estera (in un nuovo asse con Salvini) e in discussione l'alleanza con il Pd e la guerra di leadership che agita le acque del centrodestra. Uno scenario, insomma, di grande logoramento nella maggioranza che frena quelle riforme che ieri chiede Draghi con forza da Sorrento. E, non a caso, i partiti proprio saranno presenti a Sorrento, con i rispettivi vertici nazionali, per discutere del proprio «impegno per il futuro del Sud e dell'Italia». Un focus a cui parteciperanno Carlo Calenda (Azione), Antonio Tajani (Fi), Giuseppe Conte (M5s), Enrico Letta (Pd) e come forza di opposizione Giorgia Meloni (Fdi): sarebbe la stessa, e migliore, location per rasserenare Draghi sui temi che ha posto. Con il segretario democrat, nota a parte, che colma in parte un vuoto che molti hanno notato: alla due giorni di Sorrento non è stato invitato nessun ministro del Pd. Un ulteriore punto di fibrillazione? 

 

Al tempo stesso ieri, plasticamente, si registra un asse privilegiato tra il capo del governo Draghi e le amministrazioni locali, «i veri motori del Pnrr», a cui tende una mano. Non solo per il breve faccia a faccia, a margine, tra l'ex presidente della Bce e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ma anche per l'aiuto che arriverà ai vari municipi. In termini macroeconomici se devono essere coinvolti in «una nuova politica industriale improntata all'innovazione in filiere strategiche». «Lo facciamo in pieno accordo con gli enti territoriali, i veri aggiunge Draghi attuatori del Pnrr. Perché siamo consapevoli che le realtà amministrative e imprenditoriali locali conoscono il loro territorio molto meglio di quanto si conosca a Roma o a Bruxelles. Ma i finanziamenti da soli non bastano: serve la capacità di utilizzarli bene e in tempi certi. Ma purtroppo questa capacità è spesso minore dove gli investimenti sono più necessari». Per questo tende una mano proprio ai comuni: «Per assicurarci che i fondi siano impiegati in modo efficiente, rafforziamo gli enti locali con l'assunzione di professionalità tecniche».

Non è un interessamento di facciata quello di Draghi che, poco prima, si apparta a parlare con il sindaco di Napoli, l'ex ministro Gaetano Manfredi. Vuole conoscere dal vivo, al di là dei rapporti personali, come sta messa la capitale del Mezzogiorno sui progetti del Pnrr. E, ancora, come sta andando il piano anti-default dopo il finanziamento varato dal governo. In modo da poterlo replicare per altre amministrazioni in difficoltà. 

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