Draghi, affondo in Senato: «Caos Regioni, anziani trascurati nella campagna vaccinale»

Draghi, affondo in Senato: «Caos Regioni, anziani trascurati nella campagna vaccinale»
Giovedì 25 Marzo 2021, 07:00 - Ultimo agg. 07:20
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«Alcune Regioni seguono le disposizioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale». L’affondo di Mario Draghi, con il consueto tono sommesso ma deciso, arriva all’inizio del discorso che pronuncia in Senato in vista del Consiglio europeo di oggi e domani. 

Il messaggio è di fiducia, ma nel descrivere i quattro vaccini che permetteranno di uscire dalla pandemia di Covid non esita ad accusare le amministrazioni regionali di cedere a «gruppi» che ricevono il vaccino prima degli altri. Non fa riferimento il premier ai casi isolati di saccenti personaggi che hanno scavalcato la fila, ma a singoli potentati rintracciabili nelle liste di molte regioni. Queste ultime hanno spesso interpretato in maniera molto “larga” il concetto di appartenenza a “servizi essenziali” dove hanno inserito magistrati, avvocati e non, per esempio, le cassiere dei supermercati. D’ora in poi, afferma Draghi, «tutte le regioni devono attenersi alle priorità indicate dal Ministero della Salute». 

In tempo di pandemia Draghi si dice «pienamente consapevole che solo con una sincera collaborazione tra Stato e Regioni il successo sarà pieno» e possibile se si fa come «il Regno Unito». «Quello che abbiamo da imparare - aggiunge - è che una volta che abbiamo una logistica efficiente, e l’abbiamo, con meno requisiti formali e con un maggior pragmatismo» si va più veloci.

Proprio in nome di quella collaborazione e della necessità di trasparenza che il presidente del Consiglio annuncia che «il governo renderà pubblici tutti i dati sul sito della Presidenza del Consiglio, regione per regione, categoria di età, per categoria di età.

E’ infatti «cruciale vaccinare prima i nostri concittadini anziani e fragili, che più hanno da temere per le conseguenze del virus».

 

Draghi rivendica anche il cambio di passo rispetto al precedente esecutivo che si era concentrato più sulle “primule” che sulla campagna vaccinale: «Nelle prime tre settimane di marzo, la media giornaliera delle somministrazioni è stata di quasi 170 mila dosi al giorno, più del doppio che nei due mesi precedenti». Questo è avvenuto nonostante il blocco temporaneo delle somministrazioni di AstraZeneca», «ma il nostro obiettivo è portare presto il ritmo di somministrazioni a mezzo milione al giorno». In questo quadro di comprende il ruolo cruciale che ha l’Europa nel piegare alcune case farmaceutiche al rispetto degli impegni. Ed è qui il motivo principale del summit a distanza dei Ventisette. «In sede europea, dobbiamo esigere dalle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni contrattuali», sostiene il premier che poi chiede all’Unione Europea di far «pieno uso» di tutti gli strumenti disponibili, «incluso il Regolamento Ue per l’esportazione dei vaccini, approvato il 30 gennaio». 

L’esigenza di costruire una «filiera» europea che renda i Ventisette non vulnerabili dalle decisioni «che vengono dall’esterno», si accompagna all’iniziativa assunta dal governo per avviare una produzione nazionale del vaccino. Perché sui vaccini «il coordinamento europeo va cercato e bisogna far di tutto per rafforzarlo, se poi non funziona vanno trovate altre strade», ammonisce pragmaticamente il premier.

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Guardare al dopo significa spingere per il «green pass» vaccinale in modo da permettere la libertà di movimento, ma anche le riaperture. È su questa parte del discorso che Draghi incassa i maggiori applausi, soprattutto quando parla della scuola «che cominceremo a riaprire, se la situazione epidemiologica lo permette», consentendo il ritorno dei bambini delle primarie, della scuola dell’infanzia e forse anche della prima media, «anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni», ovvero dopo Pasqua. Per permettere ciò sarà necessario un nuovo decreto che potrebbe arrivare presto e che cambierà, quindi, i termini delle restrizioni anche nelle aree a più alto contagio. 

Draghi esprime anche «forte soddisfazione» per la partecipazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden al Consiglio europeo di cui parla anche nel tradizionale incontro con il Capo dello Stato. La conversazione con Sergio Mattarella avviene anch’essa a distanza e alla videoconferenza partecipano i ministri Di Maio, Franco, Giorgetti, Speranza, Colao e il sottosegretario Amendola. Qui si affronta anche il rapporto con la Turchia di Erdogan che qualche giorno fa ha ritirato la firma dalla convenzione di Istanbul. 

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