Maternità surrogata, la ministra Roccella: «È una pratica razzista. Finora troppa tolleranza»

«Promuovere la maternità surrogata è reato, ma non viene perseguito. Registrare in automatico i figli di coppie gay? Gualtieri e i sindaci rispettino la legge»

Maternità surrogata, la ministra Roccella: «È una pratica razzista. Finora troppa tolleranza»
Maternità surrogata, la ministra Roccella: «È una pratica razzista. Finora troppa tolleranza»
di Pietro Piovani
Lunedì 27 Marzo 2023, 00:05 - Ultimo agg. 15:30
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Per Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, fino a oggi c’è stata troppa tolleranza di fronte al fenomeno della maternità surrogata. Che in Italia «è un reato, ma non viene perseguito». Da Parigi arriva una notizia che - a suo giudizio - dovrebbe essere sufficiente a smentire tante polemiche italiane: con una risoluzione il Senato francese ha respinto il cosiddetto “certificato di filiazione europeo”. Ovvero quel regolamento che obbligherebbe a riconoscere automaticamente come genitori di un bambino chi ha acquisito lo status di genitore in qualunque altro Paese europeo. È insomma un voto analogo a quello del Senato italiano, contro cui tante contestazioni sono state sollevate in questi giorni.
«Sul voto del Senato francese - dice Roccella - dovrebbe esserci un’attenzione almeno pari alle polemiche pretestuose che ci sono state dopo il voto parlamentare italiano. Nelle motivazioni del rifiuto la Francia ribadisce che il certificato di filiazione europeo non rispetta i trattati, che lasciano temi delicati come famiglia e genitorialità all’autonomia dei singoli Paesi, e rischia inoltre di legittimare l’utero in affitto. Dopo la pronuncia del nostro Senato si era parlato di un’Italia retrograda e lontana dall’Europa. Ora mi aspetterei non dico un mea culpa, ma quantomeno una discussione meno strumentale e con meno falsità».

Alcuni sindaci, a cominciare da Gualtieri a Roma, dichiarano che continueranno a trascrivere i certificati di nascita dei bambini nati all’estero con genitori omosessuali. Pensa che ci sia bisogno di un chiarimento legislativo, per evitare situazioni confuse?
«Le leggi in Italia ci sono e sono chiare.

E, come hanno spiegato recenti sentenze ai massimi livelli della giurisdizione italiana, non comportano per i bambini la negazione di alcun diritto. Anzi, l’ultima sentenza della Cassazione in materia, afferma con chiarezza che la richiesta della trascrizione automatica non tutela il migliore interesse del bambino, ma solo quello dell’adulto, il partner del genitore biologico. Ritengo che i sindaci sappiano tutto questo, e mi aspetto che chi ha responsabilità politiche e amministrative rispetti la legge e le sentenze».

Ci sono agenzie straniere, americane o di altri Paesi, che vengono clandestinamente in Italia a offrire alle coppie (in grande maggioranza eterosessuali) il servizio di maternità surrogata, una pratica vietata dalle nostre leggi: farete qualcosa per contrastare il fenomeno?
«Innanzi tutto ricordo che in Italia non è vietato soltanto l’utero in affitto, ma anche la sua propaganda. Anche chi offre questo tipo di “servizi”, dunque, nel nostro Paese commette un illecito penale. Peccato che da quando questo reato è stato introdotto nel nostro ordinamento, non sia mai stato realmente perseguito, e che non si spieghi davvero all’opinione pubblica che cosa comportino i contratti di maternità surrogata. È in discussione in Parlamento una proposta per rendere la pratica perseguibile anche se commessa all’estero. Penso sia un passo importante per combattere questa forma di sfruttamento». 

Il figlio di una coppia omosessuale, che non ha colpe per essere nato al di fuori delle leggi italiane, è comunque penalizzato da una serie di limiti legislativi e burocratici: da uno dei suoi genitori non potrà ricevere eredità, pensione di reversibilità, e se muore il genitore biologico perde il diritto di crescere con l’altro. Non si può immaginare una soluzione? 
«Come già accennato, in Italia ai bambini non è negato nessun diritto. Tutti i minori nel nostro Paese vengono trattati allo stesso modo. Innanzi tutto, il genitore biologico può immediatamente registrare il bambino, che da quel momento gode di tutti i diritti. Quanto al rapporto con il partner del genitore biologico, la soluzione l’ha indicata la Cassazione a sezioni unite: l’adozione in casi particolari, molto più semplice e veloce dell’adozione classica. E, come stabilito dalla Corte Costituzionale, perfettamente idonea ad assicurare al bambino giuridicamente un contesto parentale completo».

Dall’opposizione arriva una proposta di legge che ammette la maternità surrogata all’interno di vincoli molto stretti per evitare che diventi una pratica commerciale: il governo esclude qualsiasi apertura in questa direzione?
«Temo che chi dice queste cose voglia solo aprire una breccia nel divieto. L’utero in affitto è a tutti gli effetti una pratica commerciale: ci sono fiere internazionali, cataloghi per scegliere l’ovocita in base ai caratteri genetici (non è razzismo questo?), criteri diversi per scegliere la donna che dovrà portare in grembo il bambino. Alcuni, per camuffare questa orrenda realtà, parlano di rimborso spese invece che di compenso. Ma la sostanza non cambia: si tratta di un commercio della maternità, che umilia le donne e priva i bambini - questo si! - di diritti fondamentali, cancellando un genitore biologico».

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Il numero di adozioni è in costante diminuzione in Italia: si può fare qualcosa per fermare la discesa? Bisogna allargare la platea delle famiglie che possono ricevere un bambino? Per esempio ai single?
«La verità è che il numero di adozioni è in calo per mancanza di bambini adottabili. In Italia ce ne sono pochissimi, e all’estero la situazione è sempre più difficile, anche alla luce delle crisi internazionali. Ovviamente stiamo lavorando per affrontare il problema, e nonostante tutto l’Italia è uno dei Paesi che ha retto meglio a livello europeo. Ma ci sono molte coppie in attesa, e pochi bambini. Questa è la realtà».

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