Mattarella all'Anci: Covid ci divide, ripensiamo insieme futuro dell'Italia

Mattarella all'Anci: Covid ci divide, ripensiamo insieme futuro dell'Italia
Mattarella all'Anci: Covid ci divide, ripensiamo insieme futuro dell'Italia
Martedì 17 Novembre 2020, 17:28 - Ultimo agg. 18 Novembre, 20:24
6 Minuti di Lettura

È un nuovo appello all'unità e alla responsabilità quello lanciato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella nel suo messaggio ai Comuni. Perché ben vengano le critiche ma non le «polemiche scomposte», «nella rincorsa di illusorri vantaggi di parte», ha detto il presidente della Repubblica intervenendo all'assemblea dell'Anci. «La pandemia - ha ricordato - tende a dividerci e ci sfida a ripensare cosa vogliamo essere, riprogettiamo l'ltalia insieme».

LEGGI ANCHE Brusaferro (Iss): «Chiusure decise in base a dati vecchi? Alcuni indicatori richiedono tempo»

«Dobbiamo far ricorso al nostro senso di responsabilità, per creare convergenze e collaborazione tra le forze di cui disponiamo perché operino nella stessa direzione - ha sottolineato - Anche con osservazioni critiche, sempre utili, ma senza disperderle in polemiche scomposte o nella rincorsa a illusori vantaggi di parte, a fronte di un nemico insidioso che può travolgere tutti. La libertà rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti. È questa la prima responsabilità delle istituzioni democratiche, a tutti i livelli, e questa è la lezione che la pandemia ribadisce con durezza».

«Il virus tende a dividerci, pluralismo moltiplichi energie positive»

«Questo virus è ancora in parte sconosciuto, ma, tra gli altri aspetti, ci rendiamo conto che tende a dividerci. Tra fasce di età più o meno esposte ai rischi più gravi, tra categorie sociali più o meno colpite dalle conseguenze economiche, tra le stesse istituzioni chiamate a compiere le scelte necessarie - talvolta impopolari - per ridurre il contagio e garantire la doverosa assistenza a chi ne ha bisogno. Il pluralismo e l'articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive, ma questo viene meno se, nell'emergenza, ci si divide».

Video

«Nessuno si lasci ingannare dal pensiero "a me non succederà": questo modo di pensare si è infranto contro innumerevoli casi di disillusione, di persone che la pensavano così e sono state investite dal coronavirus.

Abbiamo dovuto - e dobbiamo tuttora - purtroppo piangere la morte di tante persone; di ogni età, anche tra i giovani. E non dobbiamo dimenticarcene, per rispetto nei loro confronti», ha poi ammonito il Capo dello Stato. «In questa occasione, desidero dunque rivolgere - questa volta attraverso i sindaci - un nuovo appello ai nostri concittadini affinché ci si renda conto, tutti, della gravità del pericolo del contagio; che sta investendo l'intera umanità, ovunque, mettendo in difficoltà e bloccando la normalità della vita in gran parte dei paesi di tutti i Continenti».

«I Comuni non esitino a prendere le decisioni necessarie»

«In questi giorni i Comuni possono ricorrere al potere sindacale di ordinanza prevedendo disposizioni più puntualmente legate alle condizioni del loro territorio rispetto a quelle nazionali o regionali. La salute è un diritto fondamentale. Il dovere di tutelarla richiede che non si esiti ad assumere le decisioni necessarie. Proprio muovendo da questa esigenza si manifesta il bisogno di un più stretto raccordo fra i livelli di governo impegnati a fronteggiare l'emergenza; così da non pregiudicare la coerenza complessiva delle azioni e delle strategie poste in essere». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella intervenendo all'assemblea dell'Anci.

«Le difficoltà hanno provocato incomprensioni, che talvolta hanno reso ruvide le relazioni tra i diversi livelli di governo. Il principio di leale collaborazione istituzionale, che i Comuni conoscono bene e praticano - a partire dalla stessa Anci - resta la direttrice su cui ricostruire costantemente le linee efficaci per superare la crisi in atto, rifuggendo dalla tentazione di lasciare ad altri le responsabilità delle decisioni più difficili. La cooperazione e l'assunzione di responsabilità sono apprezzate dai cittadini e generano fiducia, perché tutti sanno che una partita come questa si vince solo insieme e nessuno può pretendere di avere ragione da solo».

«Protagonisti del cambiamento, non succubi»

«La pandemia ha modificato i ritmi della nostra vita, ha inciso su tempi e luoghi di lavoro e con essi sull'uso di spazi e infrastrutture, pensati e costruiti per altre esigenze. Appartiene alla Repubblica saper leggere i segni dei mutamenti, e saper creare i percorsi affinché gli obiettivi di libertà, giustizia, coesione sociale, che la Costituzione ci affida, trovino applicazione nel tempo nuovo. Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento, e non succubi», ha poi sottolineato Sergio Mattarella

«Stiamo fronteggiando - ha ribadito - una grave epidemia. Ma abbiamo davanti a noi anche una sfida storica e l'opportunità di ripensare quel che vogliamo essere. All'impresa di riprogettare l'Italia siamo chiamati tutti, senza esclusioni. I Comuni, di questa impresa, rappresentano motore essenziale». La pandemia, ha evidenziato il Capo dello Stato, «ci sta abituando a nuove modalità di lavoro e produzione, che pongono in discussione il modello degli addensamenti urbani per come li abbiamo conosciuti. In discussione è l'alta concentrazione di risorse umane, intellettuali e finanziarie in spazi relativamente ristretti, per passare a una riorganizzazione residenziale su basi diverse che può interessare altri territori. Anche l'offerta di servizi, pubblici e privati, cambia con il mutare della domanda. I nostri centri abitati sono, in realtà, creature viventi: nel corso del tempo crescono, si espandono, si assottigliano; si modifica la loro stessa vocazione prevalente. Da quanto sta avvenendo possiamo trarre la spinta per un rilancio e per un miglioramento del nostro modello sociale». I Comuni, evidenzia Mattarella, «sono la frontiera di questa sfida che riguarda tutto il Paese. Le nuove economie, i nuovi modi di produzione e distribuzione, la rete dei servizi ai cittadini possono essere ripensati per rispondere ai nuovi bisogni sociali, evitando le diseconomie che ereditiamo da modelli precedenti».

«L'innovazione coinvolge, e coinvolgerà sempre più, anche i centri maggiori, le metropoli che sono agli snodi delle reti principali. Sempre più la qualità della vita, dell'aria che respiriamo, del lavoro che facciamo nostro, del tempo che liberiamo, incideranno sugli stessi indici di sviluppo. Così come già accade per la tutela della salute, che richiede rafforzamento della medicina territoriale, sostegno alla ricerca, crescita nella cultura della prevenzione e stili di vita più sani».

«Ue all'altezza della sfida»

«L'Unione europea si sta assumendo responsabilità importanti in questo passaggio storico e finalmente si mostra, come in altri momenti di crisi del Continente, all'altezza dei suoi compiti. Il Recovery Plan segnerà i prossimi anni. I Comuni dovranno essere parte importante di questa ripartenza che può restituire alle giovani generazioni opportunità che rischiavano di venir meno», ha aggiunto.

«Stiamo fronteggiando una grave epidemia. Ma abbiamo davanti a noi anche una sfida storica e l'opportunità di ripensare quel che vogliamo essere. All'impresa di riprogettare l'Italia siamo chiamati tutti, senza esclusioni. I Comuni, di questa impresa, rappresentano motore essenziale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA