Mattarella: «L'Ue faccia sentire al mondo la sua voce. Servono politica estera e sicurezza comuni»

Mattarella: «L'Ue faccia sentire al mondo la sua voce. Servono politica estera e sicurezza comuni»
Mattarella: «L'Ue faccia sentire al mondo la sua voce. Servono politica estera e sicurezza comuni»
Mercoledì 15 Settembre 2021, 16:00 - Ultimo agg. 19:51
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Chiudere «i cantieri aperti» - alcuni da oltre 20 anni - trovando il «coraggio» di rendere l'Europa protagonista in un mondo sempre più globalizzato attraverso tre gigantesche riforme che portino l'Unione ad avere politiche economiche, fiscali e di sicurezza comuni. Sergio Mattarella ospita al Quirinale ben 14 capi di stato europei per una riflessione ai più alti livelli che ha l'obiettivo di testare le sensibilità di Paesi diversi sulla voglia di far avanzare l'Europa. Ed è naturale che dopo quanto accaduto in Afghanistan il cuore delle discussioni si trovi nella ritrovata convinzione di dover costruire una vera Difesa europea, anche condividendo informazioni di intelligence, e delle implicazioni che questa potrebbe avere nelle relazioni con la Nato.

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«Ci troviamo un punto di svolta per il futuro dell'Unione europea, integrare e completare i tanti cantieri aperti: questo lo dobbiamo alle nuove generazioni.

Le sfide di questi anni ci portano ad alzare le nostre ambizioni. È ineludibile un passo avanti per costruire una credibilità maggiore in tema di sicurezza che sia naturalmente complementare con la Nato. Serve una maggior presenza dell'Europa,serve una Ue protagonista, autorevole e con una identità precisa», sintetizza il presidente della Repubblica al termine di una giornata intera di lavori caratterizzati da un format informale che garantisce la genuinità delle opinioni.

E le differenze ci sono eccome. Anche oggi nella sedicesima edizione di questo strano consesso europeo (il Gruppo Arrajolos riunisce i 15 capi di Stato non esecutivi dell'Unione) si sono notati i timori dei Paesi ex comunisti - Polonia e Lettonia su tutti - rispetto ad una Difesa comune europea che possa deponteziare la Nato. Per questo la parola d'ordine dei Paese avanguardisti della sicurezza europea (Italia, germania e Portogallo, solo per citarne alcuni) è stata «complementarietà».

Nessun problema: Nato ed una futura organizzazione europea di sicurezza (si ragiona anche su un corpo d'intervento rapido) non si pesteranno i piedi e lavoreranno in strettissima collaborazione, assicurano i presidenti dei grandi Paesi. L'intero dibattito guidato da un apprezzatissimo Mattarella si è sviluppato sul concetto di «autonomia strategica». Una locuzione che di fatto nasconde la pressochè totale assenza dell'Unione dagli scenari internazionali e dalla politica estera nel suo complesso. Per questo Mattarella apre i lavori ricordando proprio l'irrilevanza della Ue rispetto alle crisi globali: «nelle ultime settimane abbiamo assistito al precipitare della situazione in Afghanistan. Ancor più vicino a noi le crisi non si placano: dalla Siria al Mediterraneo Orientale; dall'irrisolta questione ucraina alla allarmante situazione in Bielorussia.

Tutto ciò ci pone di fronte a scelte che riguardano tanto la dimensione interna quanto quella esterna dell'Unione Europea». Un concetto ripreso dal presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier che ha riconosciuto come «la Ue sia a un crocevia che richiede più che mai unità e risolutezza europea». Ma per dare corpo alle parole servono i fatti e la vera occasione è la Conferenza sul futuro dell'Unione. Per Mattarella «rappresenta una storica occasione che non deve essere ridotta a uno scialbo momento di ordinaria amministrazione. Dovremo impegnarci - senza remore e senza temi intoccabili - per completare i tanti »cantieri aperti« della nostra integrazione». Cioè, l'Unione Economica e Monetaria, l'effettiva capacità fiscale, che è un vero pilastro sociale«. Che il vento sia cambiato in Europa lo dimostra, argomenta Mattarella, il Recovery plan: »Next Generation non è soltanto un piano di resilienza e ripresa ma un programma a lungo termine verso una doppia transizione, verde e digitale. Si tratta di costruire il nostro futuro«

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