Alla magistratura servono «riforme» e «rigenerazione etica», chiede il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In passato, dopo le inchieste, le intercettazioni che hanno svelato le mire sugli incarichi e le scalate agli uffici giudiziari, nel suo doppio ruolo di capo dello Stato e presidente del Csm, non ha esitato a parlare di «modestia etica» di una minoranza di magistrati. Placata la bufera, è necessario ricostruire.
Mattarella ai magistrati: «Serve una rigenerazione etica»
«Occorre impegnarsi per assicurare la credibilità della Magistratura che, per essere riconosciuta da tutti i cittadini, ha bisogno di un profondo processo riformatore ed anche di una rigenerazione etica e culturale», ha scritto Mattarella in una lettera al presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia.
Il richiamo all'indipendenza
«È vitale - aggiunge - il confronto costruttivo con le Istituzioni della Repubblica». Poi il richiamo: «L'indipendenza della Magistratura è un elemento cardine della nostra società democratica», «la preparazione professionale» va accompagnata «dalla trasparenza delle condotte personali e dalla comprensibilità dell'azione giudiziaria. Occorre impegnarsi per assicurare la credibilità della Magistratura che, per essere riconosciuta da tutti i cittadini, ha bisogno di un profondo processo riformatore ed anche di una rigenerazione etica e culturale». Di riforme, e in particolare quella del Csm, ha parlato il vicepresidente dell'organo di autogoverno dei magistrati, David Ermini: «Da tempo, ormai quasi due anni, la sto sollecitando. Direi che siamo ai limiti, e davvero spero, come deciso dalla capigruppo della Camera, che a novembre il disegno di legge di riforma possa essere discusso e votato dall'aula». E per la stessa ministra della Giustizia, Marta Cartabia, è necessario portarla a termine «in tempo utile in vista del rinnovo del Csm».
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