Matteo Renzi, intervista al Mattino: «C'è lo spazio per il terzo polo, così si battono i populisti»

Matteo Renzi, intervista al Mattino: «C'è lo spazio per il terzo polo, così si battono i populisti»
di Adolfo Pappalardo
Martedì 17 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 15:45
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«C'è spazio per un terzo polo ma è tutto da costruire», ragiona l'ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi impegnato in questi giorni sui temi della giustizia, snocciolati nel suo libro, e motivo di scontro con i vertici del Csm: «Non ho paura di nessuno, mi querelassero: io racconto solo come le correnti hanno un peso enorme sulla magistratura e sulle carriere delle toghe». 

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Dei 5 referendum sulla giustizia non se ne sta parlando un po' troppo poco?
«Non se ne parla per niente ma è anche fisiologico dal momento che in passato sono stati cassati quelli con maggiore impatto popolare: dall'eutanasia alla responsabilità civile. È evidente, quindi, che è difficile entusiasmarsi per questi meno importanti.

Detto questo io preferisco parlare di legalità con i ragazzi come ho fatto stamani (ieri, ndr), ad Ercolano, con l'ex procuratore nazionale Cafiero De Raho e con il sindaco Buonajuto».

Le sue indicazioni sul referendum?
«A favore anche se non sarebbero risolutivi ove mai si raggiungesse il quorum. Eppure ci sarebbero molte riforme da fare».

Del tipo?
«Bisogna intervenire sullo strapotere delle correnti e per la misurazione dei risultati dei magistrati: non è possibile essere premiati anche dopo 2-3 inchieste flop. Perché in Italia prevale la logica delle correnti nonostante ci siano centinaia di bravissimi magistrati che non sono nelle condizioni di fare bene il loro lavoro e competere per le alte cariche di responsabilità. E mi sembra un'assurdità».

Proprio oggi i magistrati scioperano contro la riforma. Che anche a lei non piace: perché?
«È una riforma che non cambia assolutamente niente. Quando c'era Bonafede le riforme erano dannose, penso solo alla prescrizione o alle scarcerazioni facili al Dap, ora quella della Cartabia almeno non fa danni ma è acqua fresca».

Infatti il suo partito si è astenuto alla Camera: se il governo mette la fiducia dobbiamo allora temere qualcosa?
«Se il premier mette la fiducia la votiamo, ci mancherebbe, noi non daremo mai problemi a questo governo. Ma se si decide, saggiamente, di no da parte nostra ci sarà tutto lo sforzo per migliorarla».

Il suo libro Il Mostro appena uscito, ha scatenato roventi polemiche sulla giustizia. Il vicepresidente del Csm Ermini vuole querelarla: Renzi ma lei dove vuole arrivare?
«Io sono una persona felice della mia vita, e la vivo con minore stress rispetto al passato: pensi che oggi con mia moglie Agnese abbiamo visitato con calma gli scavi di Ercolano, la villa di Leopardi e ci godremo anche un concerto di Claudio Baglioni...».

Cosa vuole dire?
«Che sono tranquillo, non ho risentimenti ma mi sono limitato a mettere in fila, nel libro, tutto ciò che accaduto: dall'incredibile ondata di presunti scandali, passando per dossier e fake news. Avvertivo solo il bisogno di mettere nero su bianco 10 anni di cronaca di questo Paese. Compreso un'inchiesta di Woodcock che sbaglia i nomi e mette sotto indagine gente che non c'entra nulla. E potrei continuare. Io non covo rabbia ma non accetto una narrazione piena di falsità».

Ermini, il vicepresidente del Csm, vuole però querelarla.
«Ermini faccia quel che vuole, pagherà le spese fino all'ultimo centesimo. Ma lui ha ricevuto del materiale dal giudice Davigo che, a detta sua, era irricevibile. Eppure da pubblico ufficiale hai il dovere di verificare se c'è un reato, non puoi infischiartene. Non lo dico io ma lui e Davigo: quindi può querelarsi da solo. Comunque non vedo l'ora di andare in tribunale e non pensi di impaurirmi. Infine sono pronto a qualsiasi confronto pubblico con tutte le persone citate nel libro.

È stato uno degli artefici di Mario Draghi a palazzo Chigi. Ora in molti, da Calenda a un gruppo di moderati di Fi, immaginano il premier per le politiche. E lei? Pure si iscrive ai Draghi boys?
«Sono un suo grande sostenitore sin dall'inizio se, contro l'opinione di tutti e quando era impensabile, l'abbiamo portato a palazzo Chigi per far traslocare Conte. Ma cosa accadrà tra un anno è prematuro dirlo ora».

Lei immagina un terzo polo e, come per molti comuni al voto di giugno, fa le prove alleandosi anche con il centrodestra.
«Le amministrative hanno valenza locale e solamente tra settembre e ottobre sarà più chiaro tutto lo scenario: ora sarebbe tempo perso. Vedremo poi a che gioco si gioca».

Il terzo polo lei lo immagina però.
«Il mio sogno è un referendum per cambiare le cose: lo dice uno che ha perso la poltrona perché sconfitto da un referendum in tal senso. E dissi allora che sarebbe stato un dramma perché ci vorranno decenni per riparlarne di nuovo. Sono però contento come oggi la gente mi ferma per dirmi che avevo ragione».

Insisto: c'è spazio?
«Enorme e potenzialmente può arrivare sino al 20 per cento. Ed è decisivo per sconfiggere i populismi»

Mancano dieci mesi al voto. Crede che la legislatura finirà a scadenza naturale? E, comunque, le tensioni che innesca Conte negli ultimi giorni, saldando un nuovo asse con Salvini, non crede possano essere dei pericoli?
«Per me si vota nel maggio 2023: a naturale scadenza».

C'è anche un passaggio nevralgico in Aula per l'invio di armi in Ucraina: è una rotta dritta o ci potrebbero essere scossoni?
«Ma di cosa parliamo? Conte ha aumentato le spese militari più di tutti e ora, vedendo due sondaggi, vuole fare il finto pacifista. È medaglia d'oro faccia di bronzo».

Lei era molto amico del governatore della Campania De Luca: vi sentite ancora?
«Da tempo non ci sentiamo ma ogni volta gli chiedo come ha speso i soldi avuti dai nostri governi per Eav, il grande progetto Pompei, rimozione delle ecoballe e gli interventi per il litorale di Caserta. Ha fatto bene ma sulle ecoballe è stato una delusione....». 

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