Pd, Matteo Ricci: «Il partito non ha un'anima. M5S? Io con loro governo»

Pd, Matteo Ricci: «Il partito non ha un'anima. M5S? Io con loro governo»
Pd, Matteo Ricci: «Il partito non ha un'anima. M5S? Io con loro governo»
di Andrea Bulleri
Mercoledì 28 Settembre 2022, 10:00 - Ultimo agg. 14:18
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Sindaco Matteo Ricci, dove ha sbagliato il Pd?
«La sconfitta è dovuta alle divisioni. Il fronte democratico si è diviso in tre, mentre la destra si è messa insieme con un accordo di potere. Con la legge elettorale che c'è, fare alleanze è una scelta obbligata. Il problema non era il campo largo, ma non essere riusciti a farlo».

Nel Pd si è già aperta la corsa alla segreteria. Ha deciso se sarà in campo?
«Non è questione di ambizioni personali, né basta cambiare il segretario.

Serve un ripensamento profondo, un cambio di contenuti e di linguaggio. Di certo serve il contributo di noi amministratori locali. Di una classe dirigente legittimata dai risultati, che governa il 70% dei comuni».

Paola De Micheli ha annunciato di voler correre per la segreteria, Elly Schelin ci starebbe pensando. Saranno loro le sue sfidanti?
«Per il congresso sui nomi c'è tempo. Ora si devono mettere in campo analisi, idee e proposte».

C'è chi suggerisce che anche Dario Nardella, esponente dello stesso partito dei sindaci a cui lei fa riferimento, sarà della partita. Potrebbe sottrarle consensi?
«Dario è uno dei tanti sindaci bravissimi che abbiamo, uomini e donne. Che hanno vinto sfide difficili, controcorrente. Tutti devono dare un contributo».

Che congresso sarà?
«C'è bisogno di più di un cambio di segretario. Anzi, aver aperto questa discussione in piena campagna elettorale non ci ha rafforzato. Mettiamo in campo le idee. Capiamo perché non siamo percepiti come la forza del riscatto sociale, della lotta alle disuguaglianze. Dobbiamo fare un'opposizione dura e costruire un'alternativa di valori e di controproposte concrete». 

Una discussione che andrà di pari passo col rebus alleanze. A chi deve guardare il Pd, al M5S o al Terzo polo?
«Da oggi siamo tutti e tre all'opposizione. Nessuno può togliere le responsabilità di Conte di aver fatto cadere il governo Draghi aprendo la strada alla destra, ma nemmeno si può non considerare un errore aver fatto cadere il governo giallo-rosso che aveva gestito bene la pandemia e poteva dare una prospettiva politica all'esperienza di governo comune».

Parla di Matteo Renzi?
«Ognuno ha le proprie responsabilità. Nella mia città è già così da due anni: Pd forte e alleanza di centrosinistra allargata con successo ai 5 stelle». 

Come deve cambiare il Pd?
«Va ripensato totalmente, deve diventare più popolare, più veloce nella capacità di mettere in campo risposte. Servirebbe una fase costituente entro la fine de l'anno che preceda il congresso. Non basta la responsabilità, serve un'anima per ristabilire un rapporto profondo con il popolo italiano».

E il correntismo? Come si combatte?
«Le diverse opinioni, in un partito come il Pd, sono una ricchezza. Ma se si cristallizzano in correnti personali, possono causarne la morte. Noi sindaci siamo un antidoto al correntismo: siamo abituati ad avere un rapporto diretto con il popolo, ad ascoltare tutti e a fare sintesi».

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