Immigrazione, Salvini: «Dopo il Covid, unire le due sponde del Mediterraneo»

Immigrazione, Salvini: «Dopo il Covid, unire le due sponde del Mediterraneo»
Immigrazione, Salvini: «Dopo il Covid, unire le due sponde del Mediterraneo»
di Rossella Fabiani
Venerdì 16 Luglio 2021, 11:46 - Ultimo agg. 12:23
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A cena nella residenza dell’ambasciatore algerino a Roma, Ahmed Boutache Matteo Salvini, l’altra sera, ha tenuto a battesimo un coordinamento tra l’Italia e i Paesi del Nord Africa per costruire un nuovo rapporto tra le due sponde del Mediterraneo. Un foro che si riunirà con cadenza mensile per discutere i temi della cooperazione in tutti i campi. Con una ambizione: «La sfida oggi – ha detto Salvini – è unire le due sponde del Mediterraneo mettendo l’immigrazione come ultimo e non come primo tema, privilegiando lo sviluppo, la cultura, l’arte, la musica, i giovani, l’agricoltura, la pesca, il turismo, le buone relazioni perché, nella storia, le due sponde del Mediterraneo sono state occasione di progresso».

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Al grande tavole nel salone della residenza, con il leader della Lega c’erano i protagonisti del coordinamento: gli ambasciatori della Libia, Omar Tarhuni, dell’Egitto, Hisham Badr, della Tunisia, Moez Sinaoui, oltre al padrone di casa, l’algerino Boutache.

L’ambasciatore marocchino, Youssef Balla, assente da Roma, ha partecipato telefonicamente ed ha concordato su tutti i punti di questa accolta con grande interesse dai rappresentanti della sponda Sud del Mediterraneo.

Certo, la lotta alle migrazioni irregolari, gestite dai trafficanti di vite umane che sfruttano la disperazione e il bisogno, deve continuare. Ma oggi «è tempo di costruire», ha detto Salvini. «Magari l’immagine della Lega, in passato, è stata piuttosto quella di cambiamento, rivoluzione, rottura, ma adesso, dopo il Covid, è il momento di costruire e di unire le due sponde del Mediterraneo». Per realizzare questa nuova dimensione di cooperazione, Salvini ha annunciato che sta lavorando anche sul fronte europeo con Germania, Spagna, Turchia, ed altri Paesi e con i Paesi del Nord dell’Africa perché ci sia un’assemblea permanente informale tra le due sponde del Mediterraneo per risolvere insieme i problemi.

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Il leader della Lega ha anche notato che il problema maggiore non è in Libia, Egitto, Algeria, Tunisia, Marocco che sono nella maggioranza dei casi Paesi di transito. «Il problema maggiore è al centro dell’Africa, nel Sahel: in Senegal, Nigeria, Costa d’Avorio. Anche in Asia, perché tra i Paesi d’origine quelli con il maggior numero di arrivi sono Pakistan e Bangladesh e noi non abbiamo accordi di rimpatrio con Bangladesh e Pakistan».

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