Lo spartiacque, assicurano in Fdi, saranno le Regionali e soprattutto le Europee. Se il partito guidato da Giorgia Meloni cannibalizzerà alle urne gli alleati di fatto non ci sarà bisogno di alcun partito unico del centrodestra. Nessuna fusione a freddo, né tanto meno un processo per unire le forze politiche della coalizione. L'allargamento di Fratelli d'Italia sarà, questo il ragionamento, un'evoluzione naturale. Ecco il motivo per cui il presidente del Consiglio non pensa affatto al momento di mettersi alla testa di un'operazione che potrebbe sì semplificare il quadro politico ma anche creare non poche tensioni. E dunque non c'è l'intenzione della premier di portare avanti un progetto che già nei mesi scorsi era stato scartato. E non c'è la volontà di un'Opa ostile nei confronti di Matteo Salvini e di Silvio Berlusconi. Ma il Cavaliere ieri ha nuovamente rilanciato il suo «sogno nel cassetto» ipotizzato fin dal 1994. Un grande partito conservatore che - ha sottolineato - sarebbe «un passo importante verso il compimento della democrazia bipolare in Italia».
Il Cavaliere immagina «qualcosa di simile al Partito Repubblicano negli Stati Uniti, quello di Lincoln e di Eisenhower, di Reagan e di Bush», un partito «plurale, al cui interno le idee liberali, cristiane e garantiste, che noi rappresentiamo, dovrebbero avere un ruolo fondamentale». «Ha tracciato la rotta», il commento unanime dei fedelissimi, a partire dai capigruppo Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo.
Allo stesso tempo il convincimento in Fdi è che non convenga neanche al Capitano leghista e al Cavaliere una federazione Lega-FI. Il timore tra i gruppi parlamentari azzurri ed ex lumbard è che Fratelli d'Italia possa giocare ad asso piglia tutto. Anche per il futuro - osserva un big di Fratelli d'Italia - ci sarà la corsa a restare sotto l'ombrello della Meloni che assicurerà governabilità e posti al sole a tutti».
In vista delle Europee prende sempre più consistenza l'ipotesi di un'alleanza tra i Conservatori e il Partito popolare europeo. Il garante del dialogo è il ministro degli Affari Ue, Fitto, che sta tessendo la tela. In Fdi si guarda all'appuntamento del 2024 anche in ottica Qatargate per ridimensionare la famiglia socialista. «Le principali delegazioni dei conservatori hanno e avranno percentuali altissime: da Vox in Spagna agli svedesi per non parlare dei polacchi. La prossima volta anche noi saremo in tanti a Strasburgo», osserva un esponente di Fdi. E in Italia? «Se Fdi continuerà a crescere o comunque non arresterà la sua corsa sarà automatico e naturale un processo di inclusione», il refrain.