Avanti, con l’Europa. Purché si mostri capace di «riprendere il controllo del proprio destino». E dimostri ora - dopo è tardi - «la solidarietà che ci aspettiamo». Giorgia Meloni parla a Madrid perché Bruxelles intenda. Il messaggio è inviato agli alleati di Vox , «avremo bisogno di compagni di viaggio leali e affidabili, che smettano per una volta buona di fare l’occhiolino alla sinistra e ci aiutino invece a organizzare l’alternativa». Ma c’è anche un monito all’Ue impegnata in drammatiche trattative per trovare una via d’uscita dalla crisi del gas.
IL MONITO ALL’UE
Parla col senno di poi, la premier in pectore del centrodestra, «quando abbiamo denunciato gli errori di un’Europa che affrontava questioni secondarie non lo facevamo perché eravamo populisti o nemici dell’Ue». Ma avvisa anche i partner europei con cui fra poco parlerà da pari a pari. Invitandoli a mettere da parte egoismi nazionali e interessi di bottega. «Abbiamo bisogno di un’Europa più coraggiosa di fronte alle grandi sfide e alle grandi crisi internazionali».
E lo sguardo non può che essere rivolto allo stallo dei negoziati fra leader riuniti questa settimana al Castello di Praga.
IL FRONTE INTERNO
Lealtà e compattezza: è quanto ribadirà questa mattina all’assemblea degli eletti del partito presieduta dai capigruppo Ciriani e Lollobrigida, che potrebbero restare al loro posto anche nella prossima legislatura, proprio per non puntare sulle ambizioni personali. Meloni lo ha ripetuto a Berlusconi e Salvini a Villa san Martino venerdì. Prima le competenze, poi i nomi e le caselle. Un vertice serrato. Raccontano che la presidente di Fdi abbia sottolineato non solo la necessità di chiudere ma anche di evitare un gioco al rialzo da parte degli alleati.
C’è la questione del numero dei ministeri: FI e Lega puntano a cinque dicasteri ma si fa presente in Fdi che chi ha ottenuto il 26% non può avere certamente la stessa quota di chi è andato sotto il 10%. Nessuna imposizione o diktat, niente ricatti in corso ma la partita è complessa e si registra per ora un’impasse. Di qui i ripetuti inviti della leader ad accelerare. Non mancano in questo senso aperture. Come quella sul nome di Giorgetti per il Mef e dell’azzurra Casellati alla Giustizia. FdI è disposta a farsi carico dei tecnici, purché FI e Lega non esagerino nella richiesta - irricevibile - di tutti i ministeri politici di peso. Il mantra Meloni resta uno: fare bene, fare presto. Le lancette per l’Italia - e per l’Ue - corrono più veloci degli interessi di partito.
Meloni alla kermesse di Vox: «Noi realisti, non populisti. Viva l'Europa dei patrioti». E attacca Putin https://t.co/L2iRoYfpTT
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) October 9, 2022