Mes, garanzie ai grillini sui titoli di Stato: la bozza per sminare la fronda M5S

Mes, garanzie ai grillini sui titoli di Stato: la bozza per sminare la fronda M5S
di Marco Conti
Martedì 10 Dicembre 2019, 07:31 - Ultimo agg. 13:12
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Ancora un giorno per limare un testo che ieri è entrato ed uscito da una serie di riunioni. A gestire politicamente la messa a punto della risoluzione di maggioranza sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), sono il ministro Pd delle Politiche comunitarie Vincenzo Amendola e la sottosegretaria M5S Laura Agea. Una certosina formulazione su un testo che dovrebbe essere votato domani in Parlamento dalla maggioranza dopo il discorso di Giuseppe Conte. Non è facile muoversi tra l'esigenza grillina di dare ancora per aperta la trattativa a Bruxelles, e la realtà di un testo che è integrabile con allegati e appendici, ma che, come ricorda l'ex ministro degli Esteri Franco Frattini, «non è più negoziabile».

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LA PRUDENZA
Ma poichè la scorsa settimana il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha a lungo battagliato a Bruxelles sulle clausole di azione collettiva (Cacs), ottenendo un rinvio del via libera finale, si cerca di scrivere nel testo delle risoluzione ciò che l'Italia non vuole che diventi il Mes. Il problema è che nè il Pd, nè palazzo Chigi vorrebbero un testo molto dettagliato. Si cerca quindi di scongiurare una risoluzione contro la riforma, concordata dall'Italia durante l'esecutivo M5S-Lega, se non contro lo stesso salva-stati. Per scongiurare formulazioni vicine all'«autolesionismo», evocato dal commissario europeo Paolo Gentiloni, il testo ieri è rimbalzato anche sul tavolo del ministro Gualtieri che da giorni invita alla prudenza e ad evitare scontri. Malgrado l'invito alla cautela, ieri sono circolate diverse bozze della risoluzione parlamentare che verrà votata domani prima alla Camera e poi al Senato. Nell'ultima bozza non si dà il via libera alla riforma ma non viene bocciata e si rilancia la linea del «pacchetto», ovvero di una riforma che l'Italia vuole venga completata - prima delle firma finale - con la garanzia unica sui depositi bancari e l'eurobilancio. Inoltre nel testo si impegna il governo a dire no a qualsiasi tipo di ristrutturazione automatica del debito e ad escludere, in merito all'Unione bancaria, «interventi di carattere restrittivo sulla dotazione di titoli sovrani da parte di banche e comunque la ponderazione dei titoli di stato». Una decisione del governo, si legge, potrà avvenire solo dopo «la definizione delle regole e delle procedure delle Clausole di azione collettiva (le condizioni legate ad intervento del Mes, ndr) evitando - come chiede il M5S - l'applicazione dei principi della single limb Cacs».
Una precisazione che di fatto consentirebbe a Conte di continuare la trattativa laddove si è interrotta all'eurogruppo a seguito delle richieste del ministro Gualtieri.
 



GLI EQUILIBRI
Per il Pd oltre è complicato andare anche perché di fatto significherebbe che l'Italia ha già deciso di affossare la riforma magari con argomenti che possono compromettere l'operatività del Mes seppur non riformato. Il problema è che al Senato la maggioranza conta già su numeri risicati anche se il testo deve passare con la maggioranza semplice. Andare però troppo sotto l'asticella dei 161, o magari far passare la risoluzione attraverso le assenze di parte dell'opposizione, non aiuta l'immagine del governo presso gli investitori che già molti dubbi hanno sulla tenuta dell'esecutivo. E' pur vero che servirebbero una decina di malpancisti che al momento non ci sono, visto che contrario a prescindere è il senatore Paragone, mentre Lannutti e Giarrusso aprono e il collega Maniero si dice contrario ma spera ancora di poter incassare qualche altra apertura.
Malgrado la fronda sia quindi esigua, si continuerà anche oggi a lavorare sul testo che al ministero delle Politiche comunitarie cercano di custodire gelosamente, al punto di chiedere indietro le bozze cartacee ai partecipanti la trattativa.
Vogliono evitare la fuga di notizie per scongiurare tensioni su un argomento particolarmente sensibile per i mercati.

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