Mes, controlli più attenti sulle spese ma non ci sarà l'arrivo della Troika

Mes, controlli più attenti sulle spese ma non ci sarà l'arrivo della Troika
Mes, controlli più attenti sulle spese ma non ci sarà l'arrivo della Troika
di Antonio Pollio Salimbeni
Venerdì 1 Maggio 2020, 10:03 - Ultimo agg. 19:11
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BRUXELLES - Un Paese che per fronteggiare la crisi sanitaria ottiene un prestito dal Meccanismo europeo di stabilità rischia di dover subire prima o poi la Troika? Ecco l'interrogativo che riemerge man mano che ci si avvicina al momento di definire i dettagli affinchè l'uso del Mes sia possibile dal primo giugno. Sono in gioco 240 miliardi di euro, per l'Italia eventualmente - 36 miliardi. Si rischia una «sorveglianza rafforzata» con l'obiettivo di una stretta fiscale per rientrare dall'indebitamento? Questa la risposta del commissario all'economia Paolo Gentiloni: «La Commissione sarà chiamata a sorvegliare la coerenza delle spese che verranno effettuate e gli obiettivi di spesa in campo sanitario». 

È in corso il lavoro a livello tecnico «per rendere compatibii regolamenti figli di un'epoca precedente con la decisione politica dell'Eurogruppo fatta propria dal Consiglio europeo: le linee di credito sono a disposizione di tutti gli stati con un' unica condizionalità», quella appunto relativa al tipo di spese collegate alla crisi sanitaria.
 


Il Mes ha inviato ai governi una bozza di riferimento per i termini dell'accordo che sarà sancito con gli stati che chiederanno un prestito, termini uguali per tutti. Viene anche indicato che la Commissione dovrà chiarire come saranno condotti monitoraggio e sorveglianza con una precisazione: in accordo con le regole del Two Pack. Il Two Pack è un regolamento che ha rafforzato la sorveglianza economica degli stati. Risale al 2011, il tempo della crisi del debito sovrano. Prescrive che se uno stato beneficia di assistenza finanziaria a titolo precauzionale dal Mes (ma anche dal Fondo monetario o da altri stati) la Commissione lo «sottopone a sorveglianza rafforzata».

È evidente che quanto disposto dalle norme del Two Pack e quanto deciso dai governi sulla risposta al coronavirus c'è una incoerenza ed è proprio su questo che a Bruxelles si sta lavorando per «scrivere le carte» entro l'8 maggio, quando si riuniranno i ministri finanziari per fare il punto su tutte e tre le risposte finanziarie Ue alla crisi sanitaria: oltre ai prestiti Mes, la creazione del fondo antidisoccupazione (100 miliardi) e i prestiti della Banca europea degli investimenti alle imprese per 200 miliardi. Oltre a cercare un'intesa ancora lontana - su volume, modalità e obiettivi del nuovo fondo per la ripresa economica (Recovery Fund). È vero che con la scelta di lasciar correre deficit e debito il patto di stabilità è stato congelato e che tutte le regole relative a coordinamento economico e bilanci pubblici, Two Pack compreso, è stato sottoposto a revisione.
 
 

Però che quel regolamento non è stato formalmente sospeso. E poi, se è vero che il governo tedesco ha più volte indicato che nessun paese si troverà la Troika in casa, è un fatto che sul rientro dall'indebitamento dopo la fine della crisi sanitaria e della recessione insistono molto olandesi, austriaci e finlandesi. Tuttavia la base di riferimento è quanto stabilito dall'Eurogruppo diverse settimane fa: «L'unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati membri dell'area dell'euro che richiedono assistenza si impegnino a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell'assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi covid 19». Ora deve essere scritto nero su bianco sugli accordi di prestito.

La Commissione ritiene che ci siano i margini per interpretare la normativa, tenendo conto anche delle indicazioni del Trattato sulle «situazioni eccezionali», in modo da gestire gli effetti del ricorso ai prestiti Mes ancorandosi alla sola sorveglianza sulle spese fatte e non, tanto per intendersi.
Lo stesso Eurogruppo ha pure indicato che gli Stati, dopo la fine della crisi, «devono restare impegnati a rafforzare i fondamentali economici e finanziari in coerenza con il quadro di sorveglianza che include la flessibilità». In ogni caso la responsabilità della supervisione è dell'esecutivo Ue non del Mes. E le decisioni sui prestiti del fondo salva-stati richiedono l'unanimità.

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