Mes, Conte tenta di placare M5S: il trattato si può migliorare

Mes, Conte tenta di placare M5S: il trattato si può migliorare
di Marco Conti
Lunedì 9 Dicembre 2019, 07:55 - Ultimo agg. 13:32
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ROMA La parolina magica è migliorare e con questa indicazione la maggioranza dovrebbe ritrovarsi sulla mozione comune che mercoledì verrà votata, sia alla Camera che al Senato, dopo le comunicazioni di Giuseppe Conte. «Migliorare» il negoziato e «migliorare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità» (Mes), senza indicare punti specifici, ma esaltando l'obiettivo, «gli interessi dell'Italia», che deve guidare il governo Conte nell'ottenere - prima di firmare - un'intesa a «pacchetto» anche su eurobilancio e garanzia unica sui depositi.

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IL TECNICO
Come sempre accade, la partecipazione del premier ad ogni Consiglio europeo è preceduta da un passaggio in Parlamento e dall'incontro con il presidente della Repubblica, e così avverrà mercoledì. Nessuna novità procedurale, quindi, se non fosse che lo scontro sulla riforma del salva-stati ha fatto alzare la temperatura tra i partiti, e soprattutto nel M5s, anche per la notevole dose di notizie surreali e della iniziale difficoltà del governo a contrastarle. Al termine della lunghissima trattativa condotta durante la riunione dell'Eurogruppo della scorsa settimana, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri è riuscito a portare a casa una sorta di rinvio tecnico che ha permesso ai 5S di tirare il fiato, e al Pd di non doversi intestare la retromarcia su un accordo condiviso a giugno dall'Italia durante l'esecutivo M5S-Lega.

Il testo della risoluzione verrà messo a punto dal ministero per gli Affari Europei guidato da Vincenzo Amendola, e non conterrà valutazioni solo sul Mes, ma anche sugli altri punti all'ordine del giorno del Consiglio europeo di giovedì e venerdì prossimo. Il clima nella maggioranza è cambiato, da quando M5S e Pd hanno sgomberato il campo dall'ipotesi del voto a primavera e si è trovata un'intesa sugli ultimi spiccioli della manovra di bilancio contesi da Pd e IV. Conte è però consapevole che il passaggio parlamentare di dopodomani non sarà però privo di insidie poichè nel M5S resiste un'ala più radicale, e in parte filo-leghista, che contesta non solo la riforma, ma la stessa esistenza di un meccanismo intergovernativo in grado di sostenere chi va in crisi finanziaria. Un dibattito, quello dentro il M5S, che troverà un punto di caduta nelle riunioni che si terranno oggi e domani per mettere a punto una risoluzione che, senza bocciare il negoziato, tenga aperto a coloro che chiedono modifiche.
Entro domani il testo dovrà essere messo a punto e condiviso tra i quattro partiti di maggioranza. Laura Agea, sottosegretaria M5S agli Affari Europei che nei giorni scorsi ha incontrato i senatori del suo gruppo, funge da ufficiale di collegamento con il Movimento e si mostra ottimista.
Migliorare il negoziato significa non per forza modificare le parti dell'intesa già raggiunta, ma implementare alcuni aspetti. A cominciare dalle Cacs, le clausole di azione collettiva, sui quali l'eurogruppo dovrà tornare a discutere a gennaio. Nel testo della risoluzione non dovrebbe essere indicati i punti sui quali si chiede al governo di «migliorare», tantomeno vi saranno indicazioni temporali.
 



I PATTI
Ovviamente, e anche il premier Conte avrà occasione di ribadirlo nelle sue comunicazioni, al Parlamento spetterà l'ultima parola nel momento che il testo dell'intesa verrà sottoposta a ratifica. Il leader M5S Luigi Di Maio, che oggi sarà a Bruxelles in veste di ministro, ha abbassato di molto i toni e ha dato il via libera alla risoluzione unitaria ricordando al tempo stesso al Pd e ai suoi che, come è accaduto in estate con la Lega, non è il M5S a venir meno ai patti.
L'obiettivo è quello di ridurre al minimo il gruppo dei dissenzienti 5S e di allargare anche a componenti dell'opposizione, FI compresa. Sarà complicato convincere esponenti come Paragone, Giarrusso e Grassi contrari più che al Mes, al governo giallorosso.

 

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